Il Movimento Fare! Con Tosi dichiara guerra al Kebab e ai cibi etnici in centro storico, in quanto l’apertura di tali attività può “incidere sul decoro della città”. Non è una proposta estemporanea lanciata a Parma per il suo centro storico, ma arriva direttamente dalla Verona del sindaco Flavio Tosi. Il Comune di Romeo e Giulietta ha infatti recentemente approvato un provvedimento con il quale vieta nuove aperture “di attività artigianali del settore alimentare che producano e vendano cibi la cui preparazione possa incidere sul decoro della città, questo a tutela non solo del patrimonio storico ed architettonico del centro ma anche della tradizione e della tipicità culturale del territorio veronese”.
In centro storico non sarà quindi più possibile aprire attività per la produzione e vendita per asporto di cibi etnici, riferibili alla cultura orientale e medio orientale (kebab, gyros), ed esercizi che producano e vendano per asporto prodotti fritti in via esclusiva o prevalente.
“Riteniamo che il divieto di modifica d’uso e di apertura di esercizi per la produzione e vendita di cibi etnici e di friggitorie da asporto – si legge in una nota diffusa dal movimento guidato dalla coordinatrice provinciale Caterina Galli – sia un provvedimento ormai necessario anche nella nostra città, al fine di salvaguardare il patrimonio storico ed architettonico ed anche di tutelare la tradizione e la tipicità culturale italiana”.
Il movimento detta anche i requisiti che rendono incompatibili le attività da asporto con il centro storico di Parma: attività che vendono il prodotto fritto in via esclusiva o prevalente (friggitorie, panzerotterie), cioè quando l’offerta superi il 50% della produzione artigiana del locale; attività che vendono per asporto cibi etnici, riferibili alla cultura orientale e medio orientale (kebab, gyros).
“Non dovrebbero essere ammesse inoltre – conclude Fare! Con Tosi – attivazioni di esercizi commerciali che vendano in via esclusiva o prevalente cibi etnici. La prevalenza si realizza quando i cibi etnici superino il 50% dell’offerta gastronomica, vietandone i mutamenti, nel senso sopra descritto, del genere alimentare degli esercizi che siano esistenti e i cambiamenti dell’uso di edifici o locali all’uopo necessari”.
Bene, da domani speriamo che facciano chiudere tutti i ristoranti e le pizzerie italiane all’estero e che sia vietata l’esportazione del Parmigiano e della pasta Barilla…follie elettorali per miseri personaggi che non han mai lavorato e devono stare a galla…vietare la cultura del cibo e come vietare i libri o i giornali…siete delle misere persone e andrete all’inferno, altro che paradiso.
L’idea più assurda che abbia mai letto! Come se il decoro di una città fossero meno attività di vendita di cibi etnici.