Parmaalimenta: progetto del Centro Maison Parma in Burundi, nutrire bene il pianeta

Parmaalimenta: progetto del Centro Maison Parma in Burundi, nutrire bene il pianeta

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Parmaalimenta Maison parmaE’ stato presentato, questa mattina nel corso di una conferenza stampa, il progetto di Parmaalimenta legato alla strategia vincente del Centro Maison Parma per nutrire bene il pianeta.

Un progetto che ha fatto  scuola in Burundi, nella città di  Bujumbura, dove si è dato vita ad un’impresa no profit grazie alla realizzazione di un Centro Agroalimentare volto allo sviluppo di un nuovo modo di fare cooperazione basato sulla partecipazione e sulla sostenibilità. Ne hanno parlato la vicesindaco, con delega alla cooperazione internazionale, Nicoletta Paci; la consigliera regionale Barbara Lori; il direttore di Maison Parma, Pierre  Ntiranyibagira; la presidente di Parmaalimenta, Silvia Marchelli. Il progetto vede il coinvolgimento di: Provincia di Parma, Comune di Collecchio, CNA, Consorzio di Solidarietà Sociale, Azienda Ospedaliero universitaria di Parma, Istituto IMEM-CNR Parma, Studio Architettura Giuffredi e Guareschi, Associazione Mwassi. Al momento di presentazione hanno partecipato anche il sindaco di Collecchio Paolo Bianchi; Claudio Moretti, delegato provinciale per raccordo tra i rappresentanti della Regione e dei Comuni per quanto riguarda le attività agro-faunistiche, Domenico Capitelli di Cana Parma e l’onorevole Patrizia Maestri. Maison Parma è realizzato grazie a Regione Emilia Romagna, Fondazione Prosolidar, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Fondazione Cariparma, Fondazione Monte Parma e tutti i soci di Parmaalimenta.

In apertura della conferenza stampa è stato proiettato un breve video, allegato al comunicato.

“Si tratta di un progetto significativo – ha precisato la vicesindaco Nicoletta Paci – che ha ricevuto diversi riconoscimenti anche a livello internazionale e che intendiamo divulgare proprio per le ripercussioni positive che ha avuto sulla popolazione locale. Il progetto ha visto l’impegno dell’Amministrazione Comunale di Parma in una prospettiva volta a stimolare la crescita dei territori in cui il progetto stesso è stato messo in atto”.

Il direttore di Maison Parma, Pierre  Ntiranyibagira, ha illustrato le attività di Maison Parma a Bujumbura in rapporto di collaborazione con la città di Parma incentrato proprio sullo sfruttamento delle conoscenze che Parma ha maturato in campo agroalimentare e nella trasformazione del pomodoro. La costruzione del Polo Logistico, grazie al sostegno di Parmaalmenta ed ai fondi della Regione, ha permesso, infatti, di sviluppare diverse filiere: quella del riso, della manioca e dell’ortofrutta.

Maison Parma fornisce consulenze, prodotti fitosanitari, supporto tecnico logistico e l’apertura di piccole linee di credito a favore dei produttori locali. Non solo, è stato realizzato un piccolo generatore elettrico che permette l’uso dei macchinari e la conservazione dei prodotti; è stato creato un programma software per il controllo dei prodotti commercializzati; è stato aperto un punto vendita e vengono portate avanti attività di formazione ed educazione alimentare. “L’obiettivo – ha concluso è quello di creare attività che generino reddito”. Proprio grazie alla collaborazione con Regione e Cna è stato approntato un progetto per l’utilizzo dell’energia solare grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici.Tutto questo, ha concluso, ha ricevuto il riconoscimento del Ministro dell’Agricoltura del Burundi.

La consigliera regionale Barbara Lori ha parlato del progetto come di un modello da seguire in quanto permette alle popolazioni del Burundi in esso coinvolte di creare lavoro, produrre e innescare una catena virtuosa improntata sullo sviluppo sostenibile. “La Regione – ha precisato Barbara Lori – intende rafforzare la cooperazione e lo sviluppo decentrato anche attraverso azioni trasversali che coinvolgono i diversi assessorati regionali a fronte di esperienze positive come quelle messe in campo di Parmaalimenta e Maison Parma, con risultati certamente ragguardevoli”

Silvia Marchelli, presidente di Parmaalimenta, ha ringraziato tutti i soci di Parmaalimenta ed ha ricordato che Maison Parma è un luogo concepito come le vecchie aziende agricole del parmense dove si progetta e si opera per nutrire il pianeta. “Si tratta – ha concluso – di un contributo allo sviluppo inclusivo creando un’economia che rende i cittadini partecipi dello sviluppo economico e sociale”

Il Centro Maison Parma è nato con l’obbiettivo di esportare in Burundi il know-how e l’esperienza del territorio di Parma in ambito agroalimentare e nutrizionale per sviluppare le capacità di una popolazione con grandi potenzialità. Il Centro, che oggi vede già strutturate le filiere di riso, manioca e pomodoro, promuove lo sviluppo economico dei piccoli produttori incentivando l’idea di filiera corta, l’impiego di tecnologie appropriate e l’applicazione di procedure riconosciute per la produzione e per la trasformazione dei prodotti locali, prodotti che devono corrispondere ai requisiti di buona qualità e prezzo equo, per combattere lo sfruttamento degli agricoltori e per garantire loro la generazione di reddito.

I recenti studi economici portati avanti da Maison Parma dimostrano come un investimento annuale di 70.000 euro, per la produzione e la commercializzazione di circa 1.150 tonnellate di ortaggi e 240 tonnellate di riso, garantisca a 302 soci produttori di Maison Parma un margine pari a circa 8 volte l’investimento iniziale e copra i costi di funzionamento di Maison Parma. L’aumento del reddito famigliare e il prezzo equo dei prodotti sono elementi fondamentali anche per le mamme dei quartieri più poveri che possono così’ avere accesso a prodotti locali di qualità, sani e con buoni valori nutrizionali. Questo permette loro di far fronte, con i propri mezzi, al problema della malnutrizione infantile.

Oggi, nei quartieri più poveri, Maison Parma ha attivato e attrezzato 10 punti di riferimento per le mamme che vogliono apprendere le corrette tecniche di alimentazione e, ogni settimana, decine di bambini riescono ad uscire dalla condizione di malnutrizione. Maison Parma è la prova che solo uno sviluppo che mette al centro l’individuo e suoi diritti di base può essere davvero sostenibile, credendo che non si possa pensare di nutrire bene il pianeta se non sono incluse in questo processo anche le periferie più povere. Ed è proprio in uno degli angoli più remoti del nostro pianeta che il Centro Maison Parma, con le sue strutture architettoniche caratteristiche e con il personale locale competente, grazie al “saper fare” di Parma, costituisce una presenza concreta. Un punto di riferimento reale che, in questi mesi difficili per il Burundi, ha permesso a centinaia di persone di continuare a concentrarsi sul lavoro per migliorare le proprie condizioni di vita.

 

 

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