“Il vecchio Ateneo non esiste più. Due anni fa è nato un nuovo Ateneo che considera lo studente e il territorio come sue priorità”. L’ha ribadito con forza il rettore Loris Borghi nel corso della prima “Celebrazione dell’anno accademico” dell’Università di Parma, in un Auditorium Paganini gremito di persone. Tra i presenti anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
L’appuntamento è stato dedicato ai docenti, al personale tecnico amministrativo, agli ex alunni e amici dell’Università di Parma e del Collegio Europeo cittadino, ed è stato voluto dal Rettore stesso per “rendere conto” delle attività realizzate in Ateneo nel corso del suo iniziale mandato, dal 2013 ad oggi, ma anche delle linee di sviluppo strategico e degli obiettivi per i prossimi anni.
La cerimonia è stata scandita da Michele Guerra, delegato del rettore, nelle vesti di speaker. La relazione del rettore Borghi è stata preceduta dagli interventi musicali del Coro “Ildebrando Pizzetti” dell’Università di Parma e dell’Orchestra dell’Ateneo (arricchita dalla presenza di un gruppo di studenti del Liceo musicale Attilio Bertolucci di Parma), oltre che dalla proiezione del booktrailer, realizzato da Lucrezia Le Moli, incentrato sul nuovo volume “Università di Parma. Un millennio di storia”, di MUP Editore. L’opera, che ripercorre in italiano, in inglese e attraverso splendide immagini la storia dell’Ateneo, è stata distribuita a tutti gli intervenuti alla cerimonia.
Il pubblico presente ha ricevuto in omaggio anche il report “La rifondazione dell’Ateneo di Parma”, rendicontazione delle azioni e dei progetti realizzati nei primi due anni di mandato. Un viaggio in 22 ambiti (dalla governance al benessere di studenti e personale, dal trasferimento tecnologico alle risorse umane, dal bilancio alla sanità, dall’internazionalizzazione alla semplificazione e al rapporto con il territorio) per raccontare il grande lavoro effettuato. “Nel complesso si tratta di circa 800 realizzazioni in due anni, di cui l’ultima è proprio questa rendicontazione, mai effettuata prima. Anche da una rapida scorsa di questo elenco, sicuramente incompleto, si può evincere che l’Università di Parma, in soli due anni, è stata effettivamente rifondata – si legge nella presentazione del rettore -. L’intenso lavoro fatto dall’Ateneo, grazie all’impegno intelligente e crescente delle sue diverse componenti, è evidente in tutti gli ambiti con conseguenti passi in avanti in tutte le direzioni”.
I numeri, ha sottolineato Borghi, testimoniano l’inversione di tendenza, primo fra tutti quello relativo agli studenti iscritti: “Negli ultimi cinque anni, prima dell’attuale governance, il calo delle matricole a Parma era stato del 36%. A distanza di due anni la crescita delle matricole a Parma è stata del 22,5%. Con questo dato l’Ateneo di Parma, nel 2015, è risultato primo in Italia nel recupero della perdita di matricole, che a livello nazionale è stato pari al 3,2%”.
Ora, ha insistito il rettore, bisogna continuare. Vietato accontentarsi: “Confido che tutto ciò che è stato fatto abbia incrementato il nostro orgoglio di appartenere a un’istituzione pubblica unica e universale. Tutti noi ci siamo dati un obiettivo molto sfidante: diventare uno dei migliori Atenei d’Italia e d’Europa, e per certi aspetti lo siamo già. Nessuno pensi che questo sia un sogno: questa è un’immaginazione realizzabile se riusciremo a proseguire spediti e decisi, nel modo in cui abbiamo iniziato, soprattutto contando sulla creatività, l’intelligenza e l’impegno dei più giovani”.