L’autopsia conferma l’orrore che si è consumato la notte del 10 maggio in quell’appartamento di via Castello 1 a Basilicagoiano di Montechiarugolo. Mohamed Habassi sarebbe morto a soli 34 anni per dissanguamento e non solo per le parti del corpo strappate con violenza inaudita. Alla vittima con una pinza sono stati staccati il dito mignolo di una mano e un alluce, a morsi un orecchio e a quanto pare anche il naso sarebbe in parte mancante.
I medici legali Rossana Cecchi ed Edda Guareschi, incaricate dal pm Daniela Nunno che insieme ai carabinieri di Monticelli indaga sul fatto di sangue che ha portato già in carcere sei persone, hanno lavorato a lungo. Da stabilire, tra l’altro, c’è anche l’ora della morte per capire quanto sia durata l’agonia della vittima, abbandonata al suo destino dopo il violento pestaggio e le sevizie alle quali è stato sottoposto. La risposta arriverà in Procura entro i prossimi 90 giorni. Gli arrestati hanno ammesso le loro responsabilità, ma hanno sottolineato di avr agito sotto l’effetto della cocaina e dell’alcol (la storia). E anche questo è oggetto di accertamento tecnico-scientifico disposto dal magistrato.
La spedizione punitiva uffialmente sarebbe scattata in quanto il tunisino, dopo aver perso la moglie in un incidente stradale lo scorso anno, non avrebbe più pagato l’affitto di casa alla compagna di uno degli arrestati e non voleva neppure lasciare l’appartamento (leggi). Ma le indagini sembra non tralascino ancora altre piste. In particolare quella che conduce al mondo dello spaccio di droga. A tal proposito il pm Nunno potrebbe sentire a breve alcuni testimoni.
Intanto le persone fermate – Luca Del Vasto, il compagno della proprietaria di casa e gestore di un noto bar a Sala Baganza, Alessio Alberici, fumettista noto alla città e amico di Del Vasto e quattro operai di origine rumena, il 29enne B.C., C.V. 22 anni, T.I. e V.I. entrambi 30enni – attendono con la pesante accusa sul capo di concorso in omicidio con le aggravanti di premeditazione e della crudeltà. Anche se tra questi ultimi, uno ha ammesso solo di aver fatto da palo fuori dalla casa e di essere scappato subito via, mentre un altro sostiene di essere scappato nel vedere le prime violenze.