Federico Pizzarotti tende la mano per la terza e ultima volta al Movimento 5 Stelle, in nome di tutti i consiglieri e attivisti che quotidianamente si fanno il “mazzo”.
“In meno di una settimana ho teso la mano due volte. – scrive il sindaco Pizzarotti, commentando l’editoriale di Marco Travaglio – La prima, rispondendo all’anonimo staff chiedendo di palesarsi, poi delucidazioni su un regolamento che non esiste, infine ribadendo di essere pronto a parlare con il responsabile dei Comuni. La risposta fredda è stata la sospensione. La seconda, proponendo un chiarimento assieme a tutti i parlamentari in un’assemblea in streaming, come dovrebbe fare un movimento politico maturo, responsabile e che si dice pronto a governare. La risposta è stata “Non se ne fa nulla”. Bene, sono disposto a tendere per la terza e ultima volta la mano, in nome di tutti i consiglieri e attivisti che quotidianamente si fanno il mazzo in giro per l’Italia”.
“Tendo la mano per ristabilire una volta per tutte un principio di equità, un bisogno essenziale di riscrivere assieme regole, organizzazione e modus operandi, – continua il sindaco in un lungo post su Facebook – perché è evidente che non possiamo andare avanti con norme ad personam o vivendo alla giornata. Ma bisogna farlo discutendo tutti insieme, sindaci, consiglieri, parlamentari, come propongo da anni (meetup nazionale) e come dovrebbe fare un movimento maturo, responsabile e che si dice pronto a governare”.
Risponde così Pizzarotti all’editoriale di Marco Travaglio. Il direttore del Fatto Quotidiano auspica infatti una conciliazione e un regolamento su come il M5s debba comportarsi in caso di avvisi di garanzia perché “nessuno dei nostri, diversamente dagli altri, è accusato di rubare”. Può tornare la pace tra Federico Pizzarotti e Beppe Grillo? Travaglio sogna che questa tornerà e spera in un faccia a faccia tra i due che riporti serenità e scongiuri una lotta intestina che sarebbe solo la gioia degli avversari politici.
Il sindaco sogna un processo dialettico che si chiama democrazia “Invece, alle mie osservazioni spesso si risponde: “Vattene, sei del Pd”. Ecco, Marco, questa non è serietà, non è responsabilità, non è discussione. Al contrario, è la morte del dialogo. Chi risponde così non sa che anche io, nel mio piccolo, ho contribuito a far crescere il Movimento. Quando per la politica italiana eravamo ancora un soffio debole di vento. […] Alla luce di ciò non mi si venga a dire, non mi si venga più a dire caro Marco, di non avere teso ancora una volta la mano”.