Si riaccende l’attenzione sulla Cava di Noceto dopo il ritrovamento di elevate quantità di Manganese in alcuni dei piezometri di controllo della falda acquifera, nel corso delle indagini giudiziarie relative alla Cava.
La Direzione distrettuale antimafia, competente per legge in merito a questo tipo di reati, ha aperto una indagine per traffico di rifiuti, ipotizzando il tombamento della cava con rifiuti pericolosi.
Relativamente alle attività di valutazione della situazione svolte sino ad ora, durante la Conferenza dei servizi convocate da Arpa nel febbraio 2016, alla presenza inoltre di Azienda USL e Comune di Noceto, è stato deciso, anche a seguito delle ulteriori indagini svolte, di verificare i presupposti per l’apertura di eventuali operazioni di bonifica. Inoltre, come emerso in Conferenza dei servizi e come ricordato in queste ore ai media dal Sindaco di Noceto, Fabio Fecci, l’Azienda USL ha escluso pericoli per la salute derivanti dall’uso dell’acqua di falda contenente un’elevata concentrazione di Manganese.
Tra gli indagati figurano un ex Dirigente di Arpa, in pensione dalla fine del 2011 e tre operatori del territorio, due dei quali tutt’ora in servizio.
In merito all’indagine, Arpa collabora attivamente con il Corpo Forestale dello Stato, incaricato delle indagini, al fine di giungere nel più breve tempo possibile alla più completa chiarezza e trasparenza in merito ad eventuali responsabilità del personale coinvolto, relativamente al quale venne immediatamente avviata una istruttoria interna all’Agenzia, per la conclusione della quale saranno fondamentali gli esiti dell’attività giudiziaria.
Sulla posizione dell’ex dirigente di Arpa attivo in qualità di consulente tecnico dell’Azienda coinvolta, Arpae ha appurato che tale attività è iniziata trascorso il periodo di tempo dal pensionamento previsto per legge. Pertanto non ha potuto evidenziare alcun ostacolo normativo al suo svolgimento, ma solo ragioni di opportunità.
Movimento 5 Stelle: le colpe di Bonaccini
La scoperta della presenza di rifiuti pericolosi all’interno della cava di Noceto è l’ennesima dimostrazione di quanto la Regione continui a ignorare completamente il problema delle discariche e dei siti inquinati. Da più di un anno sollecitiamo la Giunta ad adottare un piano delle bonifiche che però Bonaccini e l’assessore Gazzolo non hanno nemmeno voluto inserire nel nuovo Piano dei rifiuti approvato qualche settimana fa.
Purtroppo la Regione davanti a questa emergenza è completamente immobile e la cosa più grave è che non ha intenzione di fare nulla per invertire la situazione. Ad oggi la Giunta non ha contezza di quanti siano i siti inquinati come quello di Noceto, perché manca un’anagrafe che li abbia catalogati in modo puntuale. Tutto è affidato al caso e magari alle inchieste della magistratura. Come si può pensare di provare ad affrontare questa emergenza senza un piano d’intervento? Il Movimento 5 Stelle è da più di un anno che chiede l’adozione di un piano delle bonifiche ma la Giunta ha sempre ignorato la nostra richiesta.
La scoperta di Noceto, la situazione delle altre discariche dislocate da Rimini a Piacenza, l’assurda situazione che si sta verificando a Ravenna con il caos del sistema di raccolta dei rifiuti, o la maxi multa comminata dall’Europa sulla mancata messa in sicurezza permanente della discarica ex Razzaboni di San Giovanni in Persiceto, sono la dimostrazione che siamo in una situazione di emergenza nonostante il presidente Bonaccini continui a dipingerla tutta rosa e fiori. La verità è che questa Giunta, soprattutto sul tema dei rifiuti, sta facendo poco e male, a cominciare dalla falsa promessa di spegnere gli inceneritori e finendo con l’immobilismo sulle bonifiche delle discariche, come la vicenda della cava di Noceto sta ampiamente dimostrando.
Gianluca Sassi, capogruppo M5S Regione Emilia Romagna
Silvia Piccinini, consigliere regionale M5S