La Commissione Affari costituzionali della Camera ha bocciato oggi l’emendamento di M5s sulla legge dei partiti che mirava ad eliminare l’obbligo di metodo democratico nella gestione interna dei partiti e dei movimenti.
La Commissione ha approvato invece l’emendamento che prevede l’applicazione delle norme del codice civile per quanto riguarda l’organizzazione interna di partiti e movimenti.L’emendamento Mazziotti di Scelta Civica, soprannominato “Salva-Pizzarotti”, prevede infatti la regolamentazione di espulsioni, sospensioni e sanzioni. Salvo diversa disposizione di legge, dello statuto o dell’accordo associativo, l’organizzazione e il funzionamento dei Partiti, movimenti e gruppi politici organizzati sono regolati dalle norme che disciplinano le associazioni non riconosciute e le norme del codice civile sulle associazioni non riconosciute stabiliscono che per esse vale il principio di maggioranza e quindi le decisioni vanno prese a maggioranza. Un partito o un movimento può comunque avere principi diversi, ma deve esplicitarlo in un regolamento o in un semplice accordo che deve essere noto e deve essere pubblicato sul sito del partito o movimento. Dal momento che non ci sono regole interne del M5s note, bisognerebbe ricorrere al codice civile e la sanzione dovrebbe essere decisa a maggioranza.
La Commissione ha discusso il tema delle vita democratica interna di partiti e movimenti e sono state presentate varie proposte di legge. Una di queste è quella del Partito Democratico che obbliga partiti e movimenti ad avere uno statuto, pena l’esclusione dalle elezioni. Questa è stata ovviamente contestata dai 5 stelle perché il loro movimento non possiede uno statuto. Il relatore Matteo Richetti del PD ha presentato un testo unificato che prevede due vie. Per i partiti che vogliono usufruire dei benefici fiscali ci sono obblighi maggiori, mentre per i movimenti che vi rinunciano, come il M5s, gli oneri sono minori.
Pino Pisicchio, presidente del gruppo misto, ha fatto un’osservazione su come la vicenda Pizzarotti ponga il problema della democrazia interna a partiti e movimenti.
Mentre i partiti come il PD o FI hanno un codice con sanzioni definite ed erogate da un organo diverso da quello di direzione politica, il Movimento 5 stelle non ha un codice definito, con conseguenti minori garanzie per i suoi iscritti o militanti.
Altri partiti come Sel, Lega Nord e gli ex del M5s hanno presentato emendamenti, subito ribattezzati “Salva Pizzarotti”, che vorrebbero escludere dalle elezioni i movimenti che non hanno un organo disciplinare o di controllo diverso da quello esecutivo. Ci rientra così il M5s col suo Direttorio.