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Pizzarotti leader di un nuovo movimento? Bosi: prima rispondiamo al direttorio, poi si decide il futuro

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Lo staff lo ha espulso, Beppe Grillo gli ha tolto il simbolo, Luigi Di Maio lo ha scaricato, Alessandro Di Battista lo invita a chiedere scusa ai cittadini di Parma. Il caso Federico Pizzarotti rischia però di fare implodere il Movimento 5 Stelle. In molti scalpitano per trovare una nuova casa: tra epurati, fuoriusciti e delusi l’elenco si allunga ogni giorno. E il sindaco di Parma piace a molti di questi.

Nella riunione politica di maggioranza condita di selfie tenuta domenica pomeriggio in Comune,  si è parlato anche delle risposte da fornire entro 10 giorni al direttorio pentastellato. Pizzarotti ha annunciato la pubblicazione on line dell’avviso di garanzia (ricevuto per le nomine al Regio) entro le prossime 48 ore e non sembra troppo convinto di riuscire a far cambiare linea ai vertici del Movimento. Dove conta più nemici che altro. Casaleggio Jr in primis.

Ma in politica, per avere seguito e consenso, è meglio passare per vittima. Quindi la risposta allo staff pentastellato ci sarà e… vada come vada. Il sindaco di Parma potrà sempre dire: “Voi mi avete cacciato”.

È a quel punto… liberi tutti. È a quel punto Parma 2017 non sarà più l’appuntamento principale. Le notizie sulla possibilità che proprio da Parma parta un nuovo Movimento ispirato ai principi pentastellati della prima ora è con meccanismi interni più democratici, si inseguono ormai da diverse ore.

Il capogruppo pentastellato in consiglio comunale Marco Bosi – che pare intenzionato a non ricandidarsi al pari del collega di maggioranza e presidente del consiglio comunale, Marco Vagnozzi – sempre via Facebook nega in maniera decisa ipotesi di convention o altre iniziative simili.

“Noi al momento – sottolinea Bosi – stiamo solo pensando a come gestire questi 10 giorni di tempo per rispondere nel merito alle accuse che ci vengono mosse. Siamo nel Movimento 5 Stelle ed è il Movimento che ci interessa”.

Già, “al momento”. Il problema in effetti e il dopo. Quando il direttorio prenderà la palla al balzo per trasformare la sospensione in espulsione, sfruttando l’unica occasione che gli si è presentata per cacciare il “riottoso” Pizzarotti, quello che invece di stare zitto come altri si permette di criticare vertici e decisioni.

E lo stesso Bosi conferma: “Tutto il resto, a cominciare dal futuro, che sia in una direzione o in un’altra, lo discuteremo successivamente”.

Il gruppo di maggioranza, d’altra parte, appare coeso attorno al suo leader. E da quello si riparte.

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