Il giorno dopo lo tsunami che ha turbato la quiete di Parma e inguaiato notevolmente il sindaco Federico Pizzarotti, tra la gente di Parma serpeggia delusione.
Incontriamo Nicola Dall’Olio, capogruppo Pd in consiglio comunale: “Noi non chiediamo le dimissioni di Pizzarotti perchè per noi un avviso di garanzia non significa essere automaticamente colpevoli, come invece la pensavano i grillini. Però facciamo un ragionamento politico chiedendoci se esiste ancora una maggioranza in questa città e sotto quale vessillo si trova visto che Grillo ha tolto a Pizzarotti l’uso del simbolo dei 5 stelle. Vogliamo fare urgentemente un consiglio comunale per confrontarci su questi temi”.
Per gli altri cittadini è un continuo ribadire. “L’avevo detto che questo sindaco ed in particolare questa giunta è un bluff – commenta Corrado imprenditore di macchine per l’industria -. Del resto basta guardare la manutenzione delle strade, il casino che hanno combinato con i varchi, la poca sensibilità dimostrata per i ragazzi disabili, per capire che Pizzarotti ha cambiato sì Parma, ma in peggio”.
Per quanto concerne le nomine del teatro Regio è, tranne poche eccezioni, una pioggia di dissensi. “All’epoca dei fatti – spiega la giovane Clara, studentessa universitaria – non capivo come fosse possibile indire una gara e non portarla a termine. Poi tutto quel tempo passato senza che il nostro teatro avesse una guida stabile. Insomma ero amareggiata e sorpresa che nessuno intervenisse. Mai come in questo caso posso dire che la giustizia seppur lentamente alla fine fa il suo corso e sono contenta che questa situazione sia venuta a galla. Io sono una di quelle che ha votato Pizzarotti (al secondo turno) ma si è comportato male prima, durante e dopo. Infatti doveva avvisare sia il Movimento 5 stelle che il popolo di Parma dell’avviso di garanzia”.
“Ma dov’è finita la trasparenza grillina” tuona Alberto, commerciante. Per mesi e mesi ci hanno fatto credere di essere quello che non sono. Tre di loro sono andati a piangere dal Questore per una multa, facendo una figura barbina, poi il loro capo ha da mesi un avviso di garanzia e non avverte nessuno. L’unica cosa che posso dire è che per fortuna fra un pò ci saranno le elezioni e sono certo che Parma darà la giusta risposta”.
Se fossi in Pizzarotti, mi dimetterei – dicono altri -. E’ sfiduciato dal partito o movimento che dir si voglia e Parma non lo ama, anzi non l’ha mai amato, lo ha votato solo perchè era l’alternativa al vecchio regime comunista.