Il Comune di Fidenza dichiara guerra ai “furbetti” delle case popolari. Cioè a quelli che non pagano il canone o che le occupano in maniera irregolare. Tredici le famiglie finite nel mirino dall’amministrazione del sindaco Andrea Massari e per alcune di queste è già pronto lo sfratto.
“Il lavoro assiduo del Comune contro i furbetti delle case popolari si sta dimostrando particolarmente efficace – spiega Alessia Frangipane, assessore al Welfare del Comune di Fidenza –. Un lavoro necessario per imporre una vera cultura della legalità e del rispetto per risorse preziosissime come gli alloggi pubblici e gli assegni famigliari, che servono per sostenere chi davvero ha bisogno”.
L’Ufficio Casa del Comune di Fidenza, solo in quest’ultimo periodo, ha messo sotto la lente d’ingrandimento 13 storie molto particolari alle quali adesso l’amministrazione sta cercando di trovare una soluzione.
“Abbiamo in corso una procedura di sfratto per sette appartamenti occupati da utenti plurimorosi senza motivo e giustificazioni addotte con il pagamento dell’affitto – aggiunge Frangipane – ottenendo il risultato che ora tutti gli interessati hanno aperto una procedura di rientro con l’ufficio crediti di Acer, l’Azienda Casa dell’Emilia-Romagna. Altri due appartamenti sono stati liberati e rimessi a disposizione di nuovi nuclei, dopo l’individuazione di altrettanti inquilini morosi per 21.000 euro. Una cifra elevatissima, che denota meglio di mille parole la palese intenzione di sfruttare al massimo l’aiuto pubblico, senza dare nulla alla comunità”.
Il sindaco Andrea Massari, che ha pienamente condiviso l’azione intrapresa dai suoi uffici, ricorda che Fidenza ha “un patrimonio incredibile di 695 alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp), che stiamo usando al meglio e senza sprechi. Le vergogne di Milano, Napoli, Roma qua non esistono. A maggior ragione abbiamo il dovere di continuare a garantire che queste case siano appannaggio di chi rispetta la legge o di chi vive a Fidenza per contribuire alla crescita del territorio. Ecco perché abbiamo stretto le maglie del regolamento, assegnando più punti a chi risiede a Fidenza da oltre 25 anni”.
“Una rete così diffusa di alloggi pubblici e l’elevato numero di domande che attira, ha bisogno che lo strumento del controllo delle residenze funzioni bene. E’ essenziale l’azione rapida della Polizia municipale – spiega l’assessore alla Sicurezza, Davide Malvisi – in pieno raccordo con i servizi anagrafici e sociali. Un impegno niente affatto di routine e che vede al lavoro molti agenti della nostra Pm, ma da lì passa la scoperta di situazioni di irregolarità o non conformità, il che permette di destinare l’alloggio a chi ne ha davvero necessità e rispetta i requisiti”.
Tra le diverse storie finite nel mirino del Comune, quella di un cittadino che, per scalare la graduatoria e ottenere l’appartamento desiderato con tre camere da letto, ha presentato recentemente una domanda che il prossimo giugno, alla riunione della Commissione, il Comune di Fidenza proporrà di bocciare. Perché? Perché l’autore della domanda ha inserito nel nucleo familiare un congiunto che da tre anni risulta trasferito all’estero con tutta la famiglia, peraltro avendo lasciato un debito d’affitto di diverse migliaia di euro. Proprio per questo Acer sta utilizzando tutte le vie legali possibili per congelare la prescrizione il credito. Lo stesso soggetto, pur risultando all’estero, aveva chiesto di accedere agli assegni destinati ai nuclei numerosi. Istanza che il Comune ha negato.
Un altro cittadino, invece, si è rifatto vivo recentemente con la domanda per avere un alloggio pubblico, dopo avere goduto della rete di assistenza per 5 anni, dal 2007 al 2012. “Il signore in questione se ne andò letteralmente dalla sera alla mattina – racconta la Frangipane – svuotando l’appartamento, diretto nel nordovest dell’Europa, lasciando da pagare affitti arretrati per 900 euro circa. Rientrato in Italia, in un alloggio sul mercato privato, ha deciso poco tempo fa di far rientrare tutto il nucleo dall’estero per contrastare la procedura di sfratto nel mentre avanzatagli. Al contempo, però, ha formalizzato la richiesta di un nuovo alloggio pubblico. Il nucleo è seguito dalla rete degli assistenti sociali di Asp con una professionalità e una attenzione scrupolose, ma fino a quando il debito con Acer non sarà saldato per questa persona non sarà possibile ottenere una nuova struttura”.
“Il quarto caso ha del clamoroso – commenta Frangipane –. Parliamo di un cittadino che risiede da tantissimo tempo in un appartamento pubblico e già una volta il Comune constatò che questo spazio pareva non essere abitato. La legge regionale è chiara: chi non utilizza per più di 3 mesi l’abitazione concessa, viene fatto decadere per abbandono della risorsa. Ed effettivamente il Comune riscontrò l’inattività dei contatori dell’acqua e del gas. Il signore riuscì con un legale ad evitare lo sfratto, ma da allora, allo scadere dei tre mesi si manifesta vistosamente negli uffici del servizio casa, col fine di dimostrare la sua presenza a Fidenza. In una delle ultime apparizioni, le chiamo così, ha evidenziato al funzionario comunale che letteralmente non riusciamo più a beccarlo, perché quando si assenta lascia sempre aperto, al minimo, il rubinetto dell’acqua e accesa una lampadina. Bene, questo signore verrà segnalato agli organi tributari e verificheremo la sua posizione anche rispetto al comportamento tenuto di fronte ad un pubblico ufficiale”.