Nomine al Teatro Regio, indagati il sindaco Pizzarotti e l’assessore Ferraris. Il...

Nomine al Teatro Regio, indagati il sindaco Pizzarotti e l’assessore Ferraris. Il sostegno del movimento 5 stelle

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Laura Ferraris - Federico PizzarottiIl sindaco Federico Pizzarotti e l’assessore alla Cultura, Laura Ferraris, sono indagati dalla Procura di Parma per il reato di abuso d’ufficio. Stessa ipotesi di reato per tre consiglieri d’amministrazione del Teatro Regio: Giuseppe Albenzio (l’unico ormai ex, dopo le dimissioni presentate nel febbraio 2015), Silvio Grimaldeschi e Marco Alberto Valenti. L’indagine avviata lo scorso autunno riguarda proprio il Teatro cittadino, o meglio le nomine decise anche dal sindaco Pizzarotti nella sua qualità di presidente.
E le nomine finite sotto i riflettori della Procura sono quelle del gennaio 2015, quando tra le polemiche politiche Anna Maria Meo è stata chiamata a ricoprire l’incarico di direttore generale del Regio e Barbara Minghetti quello di consulente per lo sviluppo e i progetti speciali. Ad iscrivere i nomi del sindaco Pizzarotti, dell’assessore Ferraris e degli altri dirigenti nel registro degli indagati è stato il pm Giuseppe Amara che coordina l’inchiesta e che ha affidato le indagini alla Guardia di finanza.

Sono tranquillo, perché è un atto dovuto a seguito degli esposti del Partito Democratico – sottolinea intanto il sindaco Federico Pizzarotti -. Sarà utile per chiarire la vicenda, con la Procura avremo il consueto atteggiamento collaborativo. Dico sin d’ora che non entrerò nella polemica politica dei botta e risposta, non utile a chiarire ma solo a confondere i cittadini e allontanarli dalla politica. Andiamo avanti, il mio impegno continua senza esitazione”.

Teatro Regio Parma
La Procura ha evidentemente deciso di veder chiaro su quelle nomine che tanto scalpore avevano sollevato sul fronte politico e culturale cittadino. A rivolgersi alla magistratura per segnalare il caso, sarebbe stato il senatore del Pd, Giorgio Pagliari. Dopo le dimissioni, nell’estate 2014, del direttore esecutivo Carlo Fontana e del direttore artistico Paolo Arcà, che hanno comunque portato a termine l’incarico fino al 31 dicembre, l’amministrazione del Regio aprì un bando al quale hanno partecipato in 30.
Giorgio Pagliari
Il senatore Giorgio Pagliari
 Ed è qui si apre il caso. Una commissione altamente qualificata – Cristiano Chiarot, sovrintendente della Fenice di Venezia, Antonello Zangrandi, ordinario di Economia delle aziende pubbliche dell’Università di Parma, e Alberto Nodolini,già direttore artistico della Galassia di Vogue Italia – scelgono sette nominativi da indicare al Consiglio d’amministrazione presieduto da Federico Pizzarotti.

Si tratta di Carmelo Di Gennaro (direttore dell‘Istituto Italiano di Cultura a Madrid), Angela Spocci (Ente lirico di Cagliari), Giuseppe Morassi (regista e già dirigente del La Fenice), Emanuele Masi (oggi direttore artistico del teatro di Bolzano), Marco Tutino (compositore, già direttore artistico del Regio di Torino), Alessandro Borchini (attuale direttore marketing e comunicazione del Piccolo Teatro di Milano) e Angelo Curtolo (oggi direttore del teatro Ristori di Verona). Nomi che al Cda di Pizzarotti evidentemente non vanno bene, tanto che il bando si chiude “senza esito”.

Ma già a fine gennaio 2015, appena qualche giorno dopo, dal cilindro salta fuori la nomina di Anna Maria Meo, già direttrice organizzativa e amministrativa del Teatro Del Carretto di Lucca, oltre che della consulente Minghetti, in arrivo dal Teatro Sociale di Como. Perché queste scelte? Non è mai stato sufficientemente chiarito e la magistratura ha ora aperto un fascicolo d’indagine ipotizzando il reato di abuso d’ufficio. Ed è probabile che a breve possano esserci degli interrogatori.

7 COMMENTI

  1. Puntuale arriva il comunicato dei 5 stelle che ribadisce la sua fiducia al sindaco.
    Il Movimento 5 Stelle di Parma è con il sindaco Pizzarotti, che in questi anni ha sempre dimostrato di essere un’istituzione corretta e responsabile, al servizio della città e dei cittadini. Confidiamo totalmente nel lavoro della magistratura, chiamata a chiarire la vicenda nel più breve tempo possibile. Indagine nata – è bene ricordarlo – dopo gli esposti del Partito Democratico. Attorno alle nomine del Teatro Regio c’è chi ha pensato al bene del Teatro, che oggi ha risanato i suoi debiti e sta iniziando una stagione di rilancio, e chi, purtroppo, ha pensato invece alla caciara politica. Prendiamo atto anche di questo.


    ———
    MoVimento 5 Stelle
    Gruppo Consiliare di Parma
    email: [email protected]

    http://www.parma5stelle.it
    http://www.meetup.com/beppegrillo-69

  2. La Lega scrive il suo pensiero sulla vicenda.
    PIZZAROTTI E LA FERRARIS INDAGATI
    Come Lega Nord Parma non vogliamo entrare nel merito dei fatti, ci penserà la Procura che, a quanto pare, lo sta reputando opportuno.

    Non riteniamo sia nemmeno il caso di essere colpevolisti a prescindere, non ci interessa esserlo e non sarebbe giusto.

    Crediamo però fermamente al detto “Chi di spada ferisce, di spada perisce” e questi moderni Robespierre a 5 stelle dovrebbero imparare a smetterla di auto-referenziarsi come soli paladini del bene, unici personaggi immuni da ogni macchia e qualunque colpa.

    Questo vale sempre.

    Anche quando si tratta di macchinazioni o montature, perché se lo sono per loro lo possono essere anche per gli altri.

    Ed anche quando si tratta di colpe reali, perché se una persona sbaglia lo fa come singolo, non come idea (ammesso che ne esista una nel caso specifico in esame).

    Crediamo infine che quest’indagine possa essere per Pizzarotti una valida scusante per potersi dimettere, adottando una “strategia di uscita” che si basi sulla coerenza dei propri ideali e non sull’incompetenza ampiamente dimostrata in questi anni.

    Se così non fosse, presto decideranno comunque i parmigiani…

    Maurizio Campari, Segretario Lega Nord Parma

  3. Il Consigliere di Parma Unita Roberto Ghiretti esprime il suo pensiero sull’indagine:
    Ho una storia politica, lavorativa e culturale legate a principi di grande libertà e di garantismo vero ma le indagini avviate dalla Procura sulle nomine al Teatro Regio, tralasciando per un momento la loro stretta valenza giudiziaria, raccontano prima di tutto di un modo di amministrare la città che il sindaco Pizzarotti ha messo in atto fin dal primo giorno del suo mandato.
    Una modalità che ha fatto della prepotenza, dell’arroganza e della spregiudicatezza i suoi cavalli di battaglia. Dal rispetto del programma elettorale alle promesse sull’inceneritore, dalla gestione delle partecipate alle varie nomine effettuate in questi anni sempre il Sindaco si è distinto per un approccio dirigistico che non ho mancato mai di contestare dentro e fuori dal Consiglio comunale.
    Sulla gestione del Teatro Regio poi da tempo lamento quella mancanza di trasparenza che mi pare il vero segno politico di queste indagini.
    Verranno poi i giudizi nel merito e la formalizzazione di eventuali accuse ma un dato non può essere a questo punto sottaciuto: dopo quattro anni la città si trova ancora esposta ad indagini, inchieste e contestazioni che non fanno certo il bene di questa comunità. Dalle dimissioni del precedente comandante della Polizia Municipale Patrizia Verrusio, all’inchiesta su Parma Gestione Entrate per arrivare a quest’ultima gravissima ipotesi di reato che, pur augurandomi che possa trovare chiare ed esaustive spiegazioni, rimane un fatto grave che mina la credibilità dell’intera maggioranza.
    In questo senso il fallimento di questa amministrazione è evidente e sotto gli occhi di tutti.
    Fossi io al posto di Federico Pizzarotti, con la sua storia, i suoi continui ditini puntati, il suo amore per le patenti di onestà, non aspetterei un attimo a trarre le conclusioni di tutto ciò, e dico ciò forte del fatto che il sottoscritto nel 2011 si è dimesso, con altri colleghi, senza che vi fossero indagini della magistratura a proprio carico. Ma conoscendo l’attaccamento del sindaco alla propria poltrona, sono certo che vorrà andare avanti e, se possibile, non ammettere alcun errore o passo falso. In questo avremo la prova provata di una voglia di protagonismo che non guarda in faccia a nessuno: dalle regole democratiche all’interesse di una città che quattro anni fa espresse un voto quasi plebiscitario nella speranza di un cambiamento promesso e mai nei fatti messo in atto.
    Se vuole rimanere al suo posto faccia pure, vorrà dire che ci vedremo nel 2017 e sarà un piacere mandarlo a casa senza scorciatoie, rimettendo al giudizio della città tutti i suoi errori e le sue incoerenze quotidiane.

    Roberto Ghiretti
    Parma Unita

  4. Forza Italia: aspettiamo il giudizio della magistratura

    Il sindaco di Parma ed il suo assessore alla Cultura Ferraris sono indagati per abuso d’ufficio in merito alla nomina dei vertici del Teatro Regio di Parma, vicenda sulla quale avevamo espresso pubblicamente le nostre perplessità. Ora la vicenda esce dall’ambito politico per cadere in quello giudiziario e noi, che siamo garantisti da sempre, non esprimiamo giudizi che non ci competono ma, secondo la migliore tradizione, aspettiamo che la magistratura faccia chiarezza. Ci viene però innanzitutto da rilevare una differenza rispetto al PD : garantista verso gli esponenti del suo partito e giustizialista verso gli altri. E siccome ora la ruota sta girando verso il mondo grillino, per coerenza con quanto sbandierato ai quattro venti vorremmo vedere gli esponenti del Movimento 5 stelle davanti al Comune
    gridare: “onestà, onestà” ma riscontriamo, con una lieve punta di soddisfazione, che nessuno dei grillini coinvolti in indagini lungo la penisola abbia lasciato la propria poltrona, con buona pace del comico genovese che d’ora in poi dovrà smettere di sventolare una superiorità morale che non esiste. Pizzarotti & co provano sulla loro pelle quanto amaro sia il calice dell’amministrare e, forse, un impeto di resipiscenza li farà abbandonare l’ormai stantio atteggiamento di essere sempre dalla parte del giusto e del bene!

    Paolo Buzzi, Forza Italia Parma
    Francesca Gambarini, Forza Italia Fidenza

  5. Maestri e Romanini: se il sindaco era del Pd, il M5S avrebbe chiesto dimissioni

    Se ad essere indagato fosse un sindaco del Pd i Cinque stelle avrebbero già scatenato polemiche e chiesto dimissioni, ma noi sappiamo cosa vuol dire governare una città e siamo garantisti veramente, quindi siamo convinti che i magistrati facciano bene ad indagare ed accertare la correttezza delle procedure e poi daremo il nostro giudizio politico al termine del loro lavoro. Il giustizialismo non è nel nostro Dna e teniamo lo stesso stile anche se si tratta di avversari politici. E’ sacrosanto che la procura faccia il proprio dovere e trarremo le necessarie conseguenze solo nel caso in cui vengano accertate effettive responsabilità del Sindaco, dell’assessore Ferraris e del Cda del Teatro.

  6. Pellacini (Udc): E’ l’ennesimo caso di buona fede

    Pizzarotti aveva assicurato pubblicità e visibilità per Parma, ci è riuscito con le ultime notizie. La “buona fede” giustifica i mezzi, a sentire Pizzarotti. Così la guardia di finanza indaga per abuso d’ufficio sulla vicenda del Teatro Regio che ha portato alla nomina del direttore generale. Parole, quelle sulla buona fede, che in questi giorni ricorrono come un mantra, sulle multe cancellate agli amministratori 5 Stelle, sul Regio e chissà in quale altro ambito le si riuscirà a infilare. Forse anche nel caso Ex Stimmatini, sono in attesa che la Procura mi chiami per chiarire come potessero esserci due documenti diversi con la stessa data e stesso numero di protocollo. Oppure di “buona fede” si può parlare anche per le occupazioni abusive, forse anche su Mater, su Tep e chissà quante ancora.

    Sul caso del Teatro Regio sono già intervenuto a gennaio 2015, al momento dell’assegnazione del posto. Cancellare il bando emesso dal commissario Ciclosi per aprirne uno successivo che va a finire in un cassetto per poi ricorrere a una telefonata è proprio l’idea contro cui il Movimento 5 Stelle e Pizzarotti dicevano di volersi schierare. Eccolo lì il sindaco delle giravolte: “Sono per la trasparenza” e appena c’è da essere trasparenti si gira, nascondendosi, e fa una telefonata tutta pissi-pissi bao-bao.
    Ci spieghi allora quale sarebbe la “buona fede” in questo caso: spendere meno? Ottenere risultati migliori per il teatro? Accontentare i parmigiani?
    Ricordo che al Regio sono arrivate le proposte dei più importanti Sovrintendenti d’Italia, persone capaci con esperienza pronte a mettersi al servizio. Il curriculum approvato non sembrava così importante nel campo del teatro d’opera.

    Tanto per cambiare, la chiamata diretta è stata fatta senza i necessari parametri, senza un contraddittorio e senza un minimo spiraglio di democrazia come da tradizione 5 Stelle. Che dire poi delle pesanti voci di interferenze al momento della scelta? Solo la magistratura potrà dare una risposta.

    Il Sindaco disse che la scelta del direttore generale sarebbe stata fatta in base al progetto culturale, una volta nominato il direttore generale ci si accorse che di progetto non c’era la benché minima idea, di cosa fare per il teatro e nemmeno per la città.
    Proprio questo è il punto, il tempo ha svelato che questa Amministrazione non ha nessuna idea e nessuna capacità da mettere in campo per una città come Parma.

    Giuseppe Pellacini
    Capogruppo Consiglio Comunale
    Unione di Centro (UDC)

  7. Alfonso (Italia Unica): manifesta incapacità a gestire la cosa pubblica

    Il fatto che Federico Pizzarotti sia indagato per abuso d’ufficio è grave. Sarà la magistratura a chiarire le responsabilità, si spera in tempi rapidi. Ma più grave ancora è la evidente incapacità degli amministratori grillini di gestire la cosa pubblica, al netto di slogan, promesse e forum su internet. Parma è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo del dilettantismo a cinque stelle. La città non merita di essere amministrata in modo tanto modesto, senza un reale progetto, perdendo occasioni di vero rilancio solo in nome di una presunta trasparenza che oggi appare in tutta la sua opacità.
    Pizzarotti faccia un primo e profondo esame di coscienza. Al quale aggiungere quello che lo coinvolge sul piano giudiziario per una vicenda emblematica, quella del teatro Regio. Dove in scena non vanno le opere, ma i drammi.

    Lelio Alfonso
    Coordinatore nazionale
    Italia Unica

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