Scoperta evasione milionaria per una società edilizia parmense

Scoperta evasione milionaria per una società edilizia parmense

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finanzaLa Guardia di Finanza della tenenza di Fidenza è riuscita a smascherare, dopo una complessa indagine, una società edilizia parmense per un’evasione fiscale milionaria.

I finanzieri, attraverso l’incrocio dei dati forniti da diverse banche dati, sono riusciti a scoprire che la società edilizia aveva omesso la presentazione della dichiarazione dei redditi e non aveva mai versato contributi, inoltre aveva cambiato l’indirizzo di sede in Gran Bretagna e la cosa era risultata subito molto sospetta considerando il tipo di attività che l’azienda svolgeva.

Al nuovo indirizzo dichiarato inoltre è presente un noto locale di ristorazione che nulla aveva a che vedere con l’edilizia. Dagli approfondimenti investigativi quindi è emerso un consistente sistema criminoso. L’amministratore dell’impresa risulta essere un pluripregiudicato di origini campane che, dopo aver affidato l’azienda a un prestanome nullatenente calabrese, aveva creato un grosso giro d’affari senza mai presentare alcuna dichiarazione dei redditi. L’imprenditore era solito anche compensare i contributi previdenziali ed assistenziali per i propri dipendenti con crediti IVA inesistenti. In questo modo è riuscito ad ottenere lavori in vari cantieri a prezzi competitivi, o meglio, sleali.

Per insabbiare il tutto l’azienza si era trasferita a Londra e tutta la documentazione contabile era stata fatta opportunamente sparire.
Le indagini condotte attraverso mirate perquisizioni disposte dalla Procura di Parma e il coinvolgimento di numerosi clienti e i controlli incrociati hanno permesso di ricostruire il giro d’affari su territorio nazionale e non all’estero: circa 5 milioni di euro in soli 2 anni, con un evasasione allo Stato di circa 1 milione di euro.

Gli amministratori della società e i fautori dell’occultamento sono stati denunciati per ipotesi di reato di omessa presentazione delle dichiarazioni annuali, occultamento e/o distruzione delle scritture contabili e l’indebita compensazione di tributi. Reati che possono prevedere pene da diciotto mesi a sei anni di reclusione.

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