Cibus 2016 apre i battenti e conferma tutto il suo appeal sui visitatori con lunghe code di auto che si sono formate attorno al quartiere fieristico già dal primo mattino. Ma il taglio del nastro ufficiale è arrivato alle 12. Le forbici sono state consegnate al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, arrivata a Parma con il figlio piccolo, che ha aperto ufficialmente Cibus accanto al collega delle Politiche agricole Maurizio Martina. Un battesimo importante per il salone internazionale dell’alimentare che quest’anno su 130mila metri quadrati di superficie espositiva accoglie ben 3.000 espositori e propone quasi 1.000 nuovi prodotti che saranno in vendita soltanto dall’inizio del 2017. Accanto ai ministri e al sottosegretario all’Economia, Ivan Scalfarotto, il padrone di casa, Gian Domenico Auricchio, presidente di Fiere di Parma, e il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Poco dietro il prefetto di Parma, Giuseppe Fogliani, e rappresentanti delle istituzioni cittadine. Presente anche il vescovo Enrico Solmi.
Per l’ennesima volta, all’inaugurazione di Cibus, il tema ricorrente è la lotta al falso made in Italy. Il ministro Martina, seguito poi da altri rappresentanti istituzionali, lancia l’appello all’unità in difesa delle produzioni nazionali. Lo scontro fra i vari settori produttivi non giova a nessuno, secondo il ministro delle Politiche agricole, per il quale “una certa diffusa idea antindustriale non fa bene nemmeno agli altri settori”. Martina salva anche i distretti e annuncia la necessità di arrivare a un accordo possibile anche sui trattati Ttip. Anche se, ha detto il responsabile delle Politiche agricole, la sicurezza alimentare non è in discussione. Tema questo caro anche al ministro della Salute Beatrice Lorenzin che al tema della sicurezza alimentare ha aggiunto anche quello dell’alimentazione sana come prima prevenzione delle malattie. A cominciare dalla scuole. Il ministro ha annunciato di aver inviato i carabinieri del Nas ad effettuare verifiche proprio nei plessi scolastici per analizzare la qualità del cibo offerto ai bambini nelle mense.
Grandi novità, invece, per quanto riguarda il salone, il cui ingresso, ad esempio, è stato realizzato con il padiglione di Expo 2015, smontato a Rho e rimontato alle Fiere di Parma. Dove è stato anche allestito un nuovo ampio parcheggio attrezzato dove prima c’era soltanto terra battuta. Non solo, i 70mila visitatori attesi da oggi al 12 maggio si troveranno di fronte un ingresso modello aeroporto per i controlli di sicurezza rafforzati quest’anno anche con l’impiego di squadre antiterrorismo.
Anche il presidente della Regione Bonaccini, sottolineando i numeri importanti e la qualità della Food Valley, ha chiesto “una lotta dura alla contraffazione”. Ma la buona notizia oggi è un’altra e la annuncia lo stesso Bonaccini, raccogliendo subito il plauso della Coldiretti: l’Unione europea ha prolungato fino a dicembre 2018 gli aiuti per gli agricoltori colpiti dal terremoto del 2012 che ha devastato in particolare la provincia di Modena. E sul futuro di Cibus, Bonaccini che sta lavorando a un polo fieristico regionale, è stato chiarissimo: “Rimane a Parma”.
Martina e Lorenzin, dopo la visita all’ampio salone internazionale dell’alimentare, hanno poi preso parte all’assemblea di Federalimentare, anche questa incentrata sul futuro del made in Italy. Altro importante momento di confronto, iniziato stamani a Parma, è il World food research and innovation forum che si concluderà domani. Si discute su tutto, a partire dall’accesso al cibo sicuro e in quantità sufficiente per tutti, con numerosi esperti internazionali del settore. Il forum internazionale sulla ricerca, la sostenibilità e la sicurezza nel settore agroalimentare promosso dalla Regione con il contributo di Aster, mira a favorire la condivisione di ricerche, esperienze e saperi. La sfida è ripensare l’organizzazione della produzione agricola puntando su innovazione e tecnologia, settori in cui l’Emilia-Romagna è chiamata a giocare un ruolo di primo piano. All’inaugurazione dei lavori oltre al presidente Bonaccini, anche il ministro Martina e il sindaco Federico Pizzarotti.
LE ESPORTAZIONI DELL’EMILIA ROMAGNA
Volano le esportazioni di prodotti agroalimentari dell’Emilia Romagna che nel 2015 ha raggiunto la cifra record di 5,8 miliardi di euro, con un aumento del 7,4% rispetto al 2014. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Emilia Romagna in occasione della diciottesima edizione di Cibus, sulla base degli andamenti rilevati dall’Istat sul commercio estero.
Il valore assoluto delle esportazioni non è il solo record dell’agroalimentare emiliano romagnolo – rileva Coldiretti Emilia Romagna – in quanto la nostra regione ha fatto anche registrare il più alto tasso di crescita dell’export tra il 2007 e il 2015, passando dai 3,7 miliardi del 2007 ai 5,8 dell’anno scorso con una crescita percentuale del 56,7, decisamente superiore anche alla crescita delle esportazioni totali che nello stesso periodo è stata del 19,4 per cento. Si tratta di un risultato che tra il 2007 e il 2015 ha consentito di incrementare la quota dell’export agroalimentare sul totale delle esportazioni dal 7,9 per cento al 10,4 per cento.
“Le performance positive registrate sui mercati internazionali dal settore più rappresentativo dell’economia reale – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, che è intervenuto a Parma con la giunta direttiva dell’organizzazione – dimostra che la nostra regione, come il resto d’Italia, può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono il territorio, l’identità e la cultura, come hanno dimostrato i risultati di Expo 2015 dove l’agroalimentare ha costituito una leva competitiva senza pari per trainare il made in Italy nel mondo”.
Secondo Coldiretti Emilia Romagna, l’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che nulla hanno a che fare con la realtà nazionale. Proprio l’Emilia Romagna è in testa per numero di prodotti imitati, che nel mondo hanno raggiunto il valore di 8 miliardi di euro, 4 miliardi dei quali riguardano il Parmigiano Reggiano che il prodotto italiano più taroccato al mondo, con i vari Parmesan diffusi in tutti i continenti, dagli Stati Uniti all’Australia, dal Canada al Giappone, passando per il Parmesao e il Regianito del Sud America.
PARMIGIANO REGGIANO ALL’ASTA PER BENEFICENZA
Il Parmigiano Reggiano extravecchio (3, 5, 15 anni) è stato messo oggi all’asta a Cibus per raccogliere fondi a favore delle imprese agricole familiari dei Paesi poveri. L’iniziativa si è svolta allo stand di Coldiretti subito dopo l’apertura di una forma del Re dei Formaggi.
Nella prima asta sono stati raccolti già 500 euro per i primi tagli di Parmigiano Reggiano extravecchio. Messo a disposizione dall’azienda agricola Bonat di Basilicanova il Parmigiano Extravecchio sarà messo all’asta tutti i giorni presso lo stand 63 del padiglione 7 e il ricavato verrà destinato in beneficenza per la quattordicesima Campagna nazionale “Abbiamo RISO per una cosa seria” della Focsiv la Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, a favore dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo.
La campagna è promossa insieme con Coldiretti e Fondazione Campagna Amica e con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole e forestali.
Si tratta di un grande progetto che sostiene in Italia il villaggio solidale, realizzato insieme con Coldiretti in Puglia, per dare ospitalità agli immigrati sottraendoli allo sfruttamento del caporalato tramite regolare contratto per la raccolta del pomodoro in imprese agricole Coldiretti, e 38 interventi nelle aree più povere del mondo a favore di 114.248 famiglie contadine.
La raccolta di fondi con Parmigiano Extravecchio potrà essere seguita su facebook all’indirizzo https://www.facebook.com/coldirERcibus.
GLI ITALIANI PREFERISCONO FARLA DA CASA
Altro dato curioso emerso da Cibus è che ogni giorno ci sono almeno 500 italiani che fanno la spesa attraverso personal shopper.Supermercato24, unico portale italiano della consegna della spesa a casa in un’ora. Nonostante la penetrazione online del settore Food&Grocery in Italia nel 2015 si attesti al 0,25%, rispetto al 4% in Francia e l’8% in Gran Bretagna, il trend positivo dell’ecommerce B2C in Italia ha segnato +16% nell’ultimo anno.
“L’idea è partita da una mia esigenza personale – spiega Enrico Pandian, 35 anni, veronese, fondatore del portale –. Era il 9 agosto del 2014 e, immerso com’ero negli impegni di lavoro, non avevo assolutamente tempo per fare la spesa. Avrei dovuto, per l’ennesima volta, uscire a mangiare. Ho desiderato tanto ci fosse qualcuno che potesse farla al mio posto. E così il 15 settembre il sito è online e personalmente ho effettuato le prime consegne. Il primo ordine mi ha particolarmente incuriosito: la lista era composta solo da una bottiglia di Campari e una confezione di cracker, a richiederle un signore sulla settantina con problemi di mobilità. Quindi non esattamente il tipo di persona che in genere ci s’immagina attaccata al computer. L’episodio mi ha convinto ancor di più che il progetto aveva tutte le carte in regola per crescere”.
Supermercato24 ad oggi è presente in 16 province e oltre 300 comuni, con 250mila utenti registrati. Il servizio mette a disposizione dei consumatori una piattaforma online dove ordinare velocemente la spesa, che viene effettuata direttamente da un personal shopper nel proprio negozio di fiducia e consegnata dove e quando si preferisce, anche in un’ora. Dal sondaggio di Supermercato24 per Cibus 2016 condotto su 2900 utenti della piattaforma, è emerso che il 49% sceglie di farsi fare la spesa per mancanza di tempo.