Minaccia di farsi esplodere, tunisino in carcere. I dettagli dalla Questura

Minaccia di farsi esplodere, tunisino in carcere. I dettagli dalla Questura

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DSC_0043.000Attimi di paura nel pomeriggio di mercoledì in una palazzina Acer di Baganzola, dove un tunisino 32enne in preda a un raptus ha minacciato di dar fuoco alla casa e di far esplodere la bombola del gas.
Oggi la Polizia ha rilasciato i dettagli della vicenda. L’uomo nella giornata di ieri, intorno alle 16, aveva chiamato la Questura per lamentarsi del fatto che non riusciva ad avere contatti con il suo legale e chiedeva quindi agli agenti di metterlo in contatto con il suo avvocato. L’uomo infatti era stato precedentemente arrestato e stava scontando gli arresti domiciliari. Poco dopo la prima chiamata alla Questura ne arriva un’altra. L’uomo a quanto pare non era riuscito a contattare il legale e con toni rabbiosi ha minacciato di far esplodere l’abitazione con una bombola del gas. Il tunisino con la moglie e due figli vivono in una palazzina del Comune in via Baganzola. Le volanti si sono subito precipitate sul posto. Al loro arrivo l’uomo si è avvicinato alla finestra e ha mostrato agli agenti la bombola che teneva in mano e ha aperto la valvola. Poco prima aveva anche dato fuco a un pezzo di carta ma questo era stato poi subito spento dall’uomo col piede. A raccontarlo la moglie, successivamente, alle forze dell’ordine. Si è provveduto subito a far evacuare il condominio e mettere al sicuro gli altri condomini.
Rinchiusa in casa, nel bagno, c’era anche la moglie. Per fortuna i due figli della coppia in quel momento non c’erano. Con prontezza gli agenti hanno subito cercato un contatto con l’uomo e sono riusciti a tranquillizzarlo e farsi aprire una finestra per evitare che l’abitacolo si saturasse di gas. Sono subito stati chiamati anche i vigili del fuoco e l’assistenza sanitaria. Nei primi momenti sembrava che la moglie fosse in casa volontariamente ma dopo l’arresto del marito ha dichiarato di essere stata costretta a rimanere nel bagno e dichiarare agli agenti la sua volontarietà a rimanere in casa. La donna ha poi riferito le minacce che invece il marito le avrebbe fatto, minacce di morte una volta uscito dal carcere. Davanti alla porta infatti erano stati sistemati materassi e reti per impedire la fuga.
Dopo un ora e mezza l’uomo ha ceduto e si è consegnato agli agenti. E’ stato subito portato all’ospedale e sedato poi trasferito in carcere sempre seguito dagli agenti per impedirgli di compiere gesti insani.
Insieme al magistrato, la dottoressa Nunno, si è stabilito di aggravare la pena all’uomo e costringerlo alla detenzione in carcere. Sequestro di persona e procurato allarme si vanno aggiungere alla già lunga fedina penale del tunisino precedentemente condannato per spaccio, danneggiamenti, oltraggi a pubblico ufficiale.

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