Signor Direttore,
cerchiamo di seguire il Pizzarotti-pensiero in merito alla sua decisione di firmare la proposta antiproibizionista radicale sull’uso della cannabis. L’assunto è molto semplice: “la cannabis fa male e quindi per evitare ciò la liberalizziamo”. Una volta si sarebbe detto “è proibito proibire”. Sarebbe come dire, se applicassimo la logica antiproibizionista tanto cara al nostro sindaco, che per far rispettare le regole comunali il Comune di Parma rinunciasse definitivamente alla logica sanzionatoria.
Si tolgano pure le multe per eccesso di velocità nei centri abitati o per non aver messo le cinture di sicurezza poiché appena verranno tolte le multe la mortalità finalmente sarà dimezzata! I dati invece dicono costantemente il contrario. Saremmo tutti ben felici se il rispetto delle regole avvenisse solo su una base anarchico-spontaneista, eviteremo tutti, e ne saremo ben lieti, di spendere tempo e denaro nel mettere cancelli, lucchetti e sistemi di allarmi. Il tema della sicurezza e della salute dei cittadini è materia fin troppo delicata per essere affidata a un dilettantismo amministrativo di cui la nostra città non sente assolutamente il bisogno.
Il nostro sindaco perció più che abitare in una città come Parma mi pare che abbondantemente abbia posto sua “residenza” nel paese di Alice e delle sue molteplici nonché utopiche meraviglie. Dimentica che la legge ha un ruolo educativo e le sanzioni, quando ben applicate e ben spiegate, fanno drasticamente diminuire la mortalità ad esempio stradale, ma non solo. Se la cannabis fa male al cervello di chi la fuma, e lo dicono fior fiori di studi scientifici, la colpa non è delle sanzioni ma della rinuncia, sia da parte degli enti pubblici che privati, ad una concezione di educazione fatta non solo di “sì” ma anche necessariamente di “no”.
Se l’autista di un pullman che sfreccia a oltre i cento chilometri orari si fuma una sigaretta o uno spinello alla cannabis la differenza che ciò implica per l’incolumità dei passeggeri non ha bisogno di molte spiegazioni. Nell’antiproibizionismo inoltre si allarga progressivamente la forcella fra moralità e legalità e quello che più sorprende è che ciò avvenga proprio ad opera di chi ha fatto della onestà la sua bandiera politica.
Glauco Santi
Parma