Il prossimo 24 maggio i lavoratori del Pubblico Impiego, della Sanità Privata e del Terzo Settore dell’Emilia Romagna incroceranno le braccia per chiedere il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro. La Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil ha infatti proclamato lo sciopero nell’ambito di una serie di scioperi regionali che stanno interessando il Paese in queste settimane.
In Camera del Lavoro, a Parma, i sindacati territoriali hanno illustrato le iniziative in programma nel Parmense in vista dello sciopero regionale del 24 maggio. I contratti pubblici, infatti, sono bloccati dal 2010 e, nonostante una sentenza della Corte Costituzionale che ne dichiara illegittimo il blocco, “il Governo – dimostrandosi pessimo datore di lavoro – continua a non ritenere il Contratto una delle priorità della sua attività, manifestando un irresponsabile ed arrogante disinteresse per le condizioni dei lavoratori, per le loro retribuzioni e per i diritti sanciti dalla Costituzione e, continuando a perseguire la volontà politica di fare cassa sulla pelle dei lavoratori pubblici, non stanzia le risorse nel Documento di Programmazione finanziaria del 2016, mentre dichiara che in questi anni si sono ottenuti risparmi”.
Risparmi che, secondo i sindacati, sono “arrivati a forza di tagli, blocco del turn over, sequestro delle risorse destinate ai fondi del salario accessorio, mancato rinnovo dei contratti”. Secondo le sigle di categoria del pubblico impiego, “7 anni di blocco contrattuale, unitamente ai vincoli sulle assunzioni, hanno prodotto un danno economico per ogni lavoratore di diverse migliaia di euro, che si protrarrà per il resto della vita lavorativa, e una riduzione degli addetti di 220mila unità. L’Italia tra l’altro risulta l’unico paese in cui, negli ultimi dieci anni il numero dei dipendenti pubblici si è ridotto: meno 4,7%. Nel resto d’Europa, gli addetti nel pubblico impiego sono cresciuti, soprattutto in Irlanda e in Spagna dove si è registrato un aumento rispettivamente del 36,1% e del 29,6%. Altri paesi mostrano incrementi vicini al 10% (Regno Unito 9,5% e Belgio 12,8%). Infine, un altro gruppo di paesi mostra un trend crescente ma contenuto (in Francia del 5,1%, in Germania del 2,5%, nei Paesi Bassi del 3,1%) (fonte Eurispes)”.
Dal sindacato arriva una sorta di chiamata alle armi anche degli amministratori locali e in particolare di quelli dell’Emilia Romagna che “non possono più tacere, fingendo di essere spettatori di quanto sta accadendo, persistendo nel gioco di spostare le responsabilità della loro capacità limitata di azione verso altri. È arrivato il momento che loro stessi si pronuncino a difesa dei diritti dei propri lavoratori e a tutela dei servizi per i cittadini”.
Predisposta anche una “cartolina” con la quale “si chiede ad amministratori locali, direttori e dirigenti dei vari Enti di esprimersi sul diritto dei propri lavoratori ad avere il Contratto Nazionale, risorse per una contrattazione decentrata e per relazioni sindacali adeguate, lo sblocco delle assunzioni, risorse per la formazione, riconoscimento dei lavori usuranti come ad esempio quelli del personale addetto all’assistenza sanitaria, al lavoro di cura e alla polizia locale”.
Intanto, in vista dello sciopero del 24 maggio, sono state previste una serie di assemblee che si aggiungono a quelle programmate nelle singole istituzioni ed enti. Questo il calendario degli appuntamenti:
3 maggio: assemblea in Camera di Commercio, dalle 9 alle 12;
5 maggio: assemblea presso Teatro Magnani di Fidenza, dalle 9 alle 12 con eventuale delegazione presso il Comune di Fidenza per incontrare il sindaco Andrea Massari;
9 maggio: assemblea presso la Sala Civica del Comune di Felino, dalle 9.30 alle 12;
10 maggio: assemblea presso la sede dell’unione Sud Est dalle 9.30 alle 12;
12 maggio: assemblea davanti all’ingresso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria, dalle 9 alle 12;
13 maggio: assemblea presso la Sala Civica del Comune di Sorbolo, dalle 10 alle 12;
16 maggio: assemblea presso l’AUSL in strada del Quartiere, dalle 9 alle 12.
Al termine delle diverse assemblee saranno individuate le delegazioni con cui recarsi dai sindaci e direttori dei singoli enti per consegnare le “cartoline” destinate al Presidente del Consiglio e al Ministero della Pubblica amministrazione.