La firma della proposta di legge dei Radicali sulla liberalizzazione della cannabis, da parte del sindaco Federico Pizzarotti (leggi), il primo sindaco in Italia, ha suscitato un vespaio di polemiche nella comunità scientifica, ma anche sul fronte politico. Dove non mancano commenti durissimi contro il primo cittadino e la sua iniziativa, sostenuta anche dal capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, Marco Bosi.
Da Roberto Ghiretti (Parma Unita) a Giuseppe Pellacini (Udc), fino a Giampaolo Lavagetto (Prima Parma), è un coro unanime di condanna.
“Il tema della liberalizzazione delle droghe leggere meriterebbe ben altro palcoscenico e capacità di approfondimento che non un quello offerto da un sindaco in cerca affannosa di visibilità che decide di aderire a un’iniziativa sostenuta a livello locale da chi ha un’attività di commercializzazione di derivati della canapa – tuona da parte sua Roberto Ghiretti -. Al di là delle sue convinzioni personali, convinzioni che ovviamente divergono sensibilmente dalle mie, è indubbio che essere “il primo sindaco italiano” a firmare un simile appello rappresenta un segnale che va letto politicamente. Pizzarotti dimentica troppo spesso e troppo facilmente di essere la prima autorità sanitaria cittadina e di essere, almeno in teoria, impegnato a garantire la sicurezza cittadina. È questa la ricetta per risolvere il problema degli spacciatori che assediano i nostri quartieri? È questo il messaggio che si vuole mandare ai consumatori di stupefacenti, soprattutto i più giovani? E poi mi chiedo, quale messaggio vogliamo dare a chi lotta con altre terribili dipendenze come alcool o gioco d’azzardo? Per quanto mi riguarda lavoro da una vita nella convinzione che lo sport possa fornire alternative valide a quella socialità dello “sballo” che tanta presa ha tra i giovani e non solo. Barattare le risposte a queste questioni fondamentali per qualche migliaio di “like” su Facebook – conclude Ghiretti – è qualcosa che spiega a chiare lettere la pochezza dell’uomo prima ancora che la debolezza della sua visione politica e istituzionale”.
Di metodo diseducativo parla invece l’ex assessore ai Servizi educativi Giampaolo Lavagetto. “Se come medico lo invito ad avere più cautela prima di fare dichiarazioni per favorire la libera commercializzazione di sostante il cui abuso può avere effetti devastanti – sottolinea Lavagetto – come ex assessore ai servizi educativi del Comune di Parma non posso che biasimarne il modo con cui ha voluto esprimere il suo punto di vista. Questo modo così superficiale e mediaticamente ambiguo può solo avere effetti certamente nefasti sull’educazione dei giovanissimi della città. Il tema, in realtà avrebbe meritato tutt’altro approccio educativo. La sua, infatti, non è la posizione di un consigliere comunale o regionale ne di un parlamentare, ma quelli di Primo cittadino di una comunità che si aspetta che il proprio Sindaco affronti le questioni con serietà, competenza e soprattutto senza lanciare messaggi ambigui e potenzialmente devastanti per le giovani generazioni. Pizzarotti sul tema della cannabis – conclude Lavagetto – avrà certamente un primato, quello di essere stato il Sindaco ad averlo affrontato nel peggiore dei modi”.
“Pizzarotti firma in spregio a quella collettività che sicuramente non condivide il suo pensiero personale, in aperta violazione alla legge nazionale – continua Pellacini –. Produrre e vendere stupefacenti è reato. Lo fa in modo totalmente diseducativo per i giovani, facendo vedere che chi firma per la droga, chi ne produce e ne fa uso è un “figo”. Complimenti signor sindaco, immagino che al fondo non ci sia mai fine. Mi lascia un senso di tristezza profondo, se suo figlio tornasse a casa con uno spinello in bocca certamente non sarebbe contento. Ma lui di figli non ne ha. Ho già segnalato il sostegno al partito radicale con il patrocinio del Comune e il sostegno economico a Pannella, dopo che il regolamento scritto da Pizzarotti vieta assolutamente il finanziamento a iniziative di partito. Questo nuovo atto altro non è che una conferma e un chiaro segnale politico di una campagna elettorale già avviata da almeno un paio d’anni”.
“Qualche mese fa ho segnalato al Consiglio comunale i cartelloni pubblicitari che invitavano a commettere un reato, invitavano infatti a piantare marijuana e a coltivarla – continua come un fiume in piena l’esponente dell’Udc –. Attività pesantemente sanzionata dal codice penale. Pizzarotti anziché andare a firmare per la legge, ben illuminato dai riflettori, farebbe bene a occuparsi dei problemi di questa città, ripristinare il quoziente famigliare o quoziente Parma, a ripristinare la legalità (vedasi occupazioni abusive) e la sicurezza senza nascondersi dietro a un numero di vigili esiguo, si utilizzino meglio e con maggior efficacia le forze che abbiamo e tornino gli Auser davanti alle scuole. Si libererebbero almeno venti o trenta agenti che possono essere impiegati per altre attività, magari in borghese altrimenti non vi è la possibilità di contrastare la microcriminalità. Si preoccupi della eccessiva pressione fiscale che opprime i cittadini onesti anziché favorire l’uso di droghe e creare un nuovo mondo di tossicodipendenti e fuorilegge. Pizzarotti scrive norme anti-degrado, anti-graffiti e anti-alcol e poi avvalla il consumo di droghe che portano ancora più problemi in una città allo sbando già da qualche anno – conclude Giuseppe Pellacini –. Resta solo da pregare che gli ultimi undici mesi di mandato corrano velocemente e che i cittadini si ricordino bene di cosa ha fatto e cosa sta facendo questo sindaco”.