Un parmigiano di 52 anni, ieri sera (martedì 26 aprile, poco dopo le 20.30), è stato insultato e aggredito in via Imbriani da 4 spacciatori di colore per aver rifiutato la droga che gli avevano proposto, ricoverato in ortopedia a Parma, ora dovrà subire sicuramente un’operazione chirurgica.
La denuncia è arrivata da CasaPound, ma ai carabinieri, che hanno subito avviato le indagini, i conti non tornano. I militari di via delle Fonderie hanno vagliato con attenzione le immagini della videosorveglianza della zona di via Imbriani, dalle quali sembra evidente tutta un’altra storia.
Il 52enne – a destra con il cappellino mentre parla con un gruppo di giovani – appare assolutamente tranquillo. Una chiacchierata come tante altre. Ma all’improvviso i toni cambiano e ne scaturisce la colluttazione. Ma, stando alle immagini all’esame dei carabinieri, non sarebbero stati i ragazzi a cominciare.
I carabinieri, tuttavia, intendono andare a fondo sulla vicenda e lanciano un appello agli eventuali testimoni che possono in qualche modo aiutare gli investigatori a fare chiarezza su quanto accaduto in via Imbriani. Un vero e proprio giallo.
“Quello che è successo è assurdo – aveva affermato Luca Furlotti, responsabile locale di CasaPound – il ragazzo dopo aver rifiutato la droga è stato apostrofato con frasi del tenore di ‘Italiano di merda’ e ‘Italia fa schifo’ e poi aggredito con calci e pugni fino a farlo stramazzare al suolo con la tibia rotta e forse i legamenti del ginocchio”.
“Non più tardi di qualche settimana fa – continua Furlotti – Il nostro coordinatore Pier Paolo Mora aveva denunciato che ci era stato impedito di fare una manifestazione proprio in quella via e proprio contro lo spaccio, e questi sono i risultati”.
“Adesso che è finita l’ebrezza del 25 aprile – conclude Furlotti – il sindaco scenda sulla terra e inizi a pensare ai problemi di Parma e dei suoi cittadini, abbiamo mezza città in mano alla criminalità organizzata e CasaPound è l’ unica che è scesa in strada per contrastarla”.
Intanto, però, i carabinieri indagano.