Così Parma festeggia la Liberazione

Così Parma festeggia la Liberazione

1157
2
CONDIVIDI

26031588223_5ed3c6797d_bLa celebrazione del 71° anniversario della “Liberazione” a Parma ha costituito un momento di riflessione e di festa. Al centro di tutto i valori di coloro che hanno combattuto per la libertà e la democrazia, sacrificando anche la propria vita. La giornata ha preso il via con la celebrazione della Messa nella chiesa di Santa Croce, per proseguire, poi, con il corteo che si è formato a barriera D’Azeglio con la partecipazione del Corpo Bandistico Giuseppe Verdi e gli allievi dell’Istituto comprensivo a indirizzo musicale Sanvitale – Fra Salimbene, con la deposizione delle corone al monumento al Partigiano ed al monumento ai Caduti.

In Piazza hanno portato il loro saluto il sindaco Federico PizzarottiGianpaolo Serpagli consigliere provinciale con delega alla scuola ed alla viabilità in rappresentanza del presidente della Provincia Filippo Fritelli, il presidente della Consulta studentesca Tommaso Moroni. L’orazione ufficiale è stata tenuta dal presidente nazionale dell’Associazione Mazziniana, professor Mario Di Napoli, su proposta delle Associazioni Partigiane che fanno parte del Comitato del 25 aprile, assieme a Comune e Provincia, e alla presenza delle autorità cittadine e dei rappresentanti della Giunta Comunale.

Essere capaci, nella quotidianità, di fare scelte coraggiose, così come i protagonisti della Liberazione fecero 71 anni fa per dare seguito ad una società che sia fondata sui valori della democrazia e della libertà e che che abbia come punto di riferimento l’individuo, la sua umanità, la comunità in cui è inserito e l’apporto che il singolo è in grado di dare, ogni giorno, al suo sviluppo in positivoE’ questo il messaggio trasversale lanciato dai relatori che si sono susseguiti sul palco delle autorità in piazza Garibaldi.

Ha citato la figura della partigiana umbra Walchiria Terradura isindaco Federico Pizzarotti per ricordare l’attualità dei valori della Resistenza e il settantesimo anniversario del voto alle donne. Il suo è stato un “appello alle nuove generazioni per tirare fuori quello che hanno dentro e contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo”. Ed ha ribadito il suo “no” a qualsiasi forma di fascismo e revisionismo ed una politica incentrata sugli interessi personali, e il “si” a un impegno costante e continuo improntato agli ideali di democrazia, rispetto e libertà propri della Resistenza. “Avvertiamo il bisogno – ha concluso il primo cittadino – di vivere una nuova stagione e di riscoprire quegli ideali”.

Il sindaco ha ringraziato il partigiano Annibale con cui ha condiviso il corteo fino a piazza Garibaldi ed ha citato Martin Luther King, Mandela e Aung San Suu Kyi, tutti esempi che danno sostanza e continuità ai principi della Resistenza. Il 25 Aprile, ha rimarcato il sindaco, costituisce un momento per riflettere, per guardare al passato ed al presente contrassegnato da nuovi estremismi, guerre, terrorismo ed anche tanta indifferenza. Per questo “Servono nuove barricate, come quelle del 1922 a Parma, animati dal senso di giustizia, onestà e responsabilità”.

Gianpaolo Serpagli per la Provincia ha rimarcato come “ci sia bisogno, anche oggi, di impegno civile, di fronte alle sfide globali, partendo dagli ideali della Resistenza”. Ha citato Giacomo Ferrari, ed ha fatto un richiamo alla necessità di una politica “seria e coerente”, invitando ad una riscoperta dei legami che uniscono la società contemporanea alla Resistenza, per “impegnarsi ogni giorno per preservare i valori della libertà e della democrazia”.

Tommaso Moroni, presidente della Consulta Studentesca, ha parlato della Resistenza come di un sacrificio di chi “ha dato la propria libertà agli altri” ed ha citato Piero Calamandrei. “Per noi – ha detto – significa non dimenticare e farci interpreti, nel quotidiano, di quegli ideali”.

Il professor Mario Di Napolipresidente nazionale dell’Associazione Mazziniana, ha sottolineato la continuità tra Risorgimeto, Resistenza e Repubblica: “Una linea di sviluppo che si è articolata nel tempo contro l’oscurantismo culturale e l’indifferentismo morale”. Ha citato Giulio Regeni, “moderno partigiano, animato dagli ideali che non conoscono latitudini”. “La Resistenza – ha sottolineato – va vista come una vero e proprio moto nazionale un fenomeno inter generazionale, inter classista e inter regionale”. Ha spaziato, nel suo intervento, citando Bonomi, Ferruccio Parri e gli scrittori Fenoglio, Pavese e Primo Levi. Ha ricordato De Gasperi al tavolo della pace di Parigi, a conclusione della Seconda Guerra Mondiale, e il “sacrificio dei Partigiani” che hanno dato vita ad una società democratica e libera. “C’è bisogno dell’eroismo quotidiano dei cittadini – ha concluso – e c’è bisogno di guardare ai Partigiani, a coloro che hanno speso la loro vita per il bene degli altri”. Ha ricordato l’impegno di Parma, medaglia d’oro per la Resistenza, e della sua provincia nella lotta di liberazione ed ha citato Calamandrei e il partigiano Vito Salmi, il tornitore della Brigata d’Assalto Garibaldi, fucilato nel maggio del 1944.

Alle 12 i rintocchi solenni della campana della torre civica sono risuonati in tutta la città. E’ seguito, sotto i Portici del Grano, il concerto del “Coro Renzo Pezzani” che ha dato voce ai canti della Resistenza e della tradizione a cura della formazione femminile parmigiana, che, per l’occasione è stata diretta dal Maestro Alessandra Marconi, in collaborazione con l’Associazione Cori Parmensi.

Tante le iniziative per questo 25 Aprile a Parma che si chiuderà con il concerto di Carmen Consoli in piazza Garibaldi.

Alle 14.30 ritrovo e partenza in piazza Garibaldi “Resistere, pedalare, resistere”, iniziativa a cura dell’Associazione Bicinsieme Parma – Fiab, in collaborazione con Isrec Parma, percorso storico in bici di circa 20 chilometri sui luoghi della ritirata tedesca e le stragi dell’ultimo giorno: Parma, Casaltone, Ravadese e Pizzolese.

Alle 15.30, in piazza della Steccata, “La fonte portentosa”, spettacolo dei burattini dei Ferrari, evento realizzato in collaborazione con il Castello dei Burattini – Museo Giordano Ferrari.

Alle 16.30, in piazza Duomo, concerto del Corpo Bandistico Giuseppe Verdidiretto dal Maestro Alberto Orlandi.

Alle 18, Lenz Teatro, in via Paubio 3/e, “Kinder (bambini), Resistenza < Shoah”, drammaturgia contemporanea sulla tragedia dei bambini ebrei di Parma; 71° Resistenza _25 Aprile. Incontro sul tema: deportazione dei bambini nei campi di concentramento del III Reich. Conversazione sulla complessità della documentazione storica nella memoria contemporanea. Intervengono: Bruno Maida – Università di Torino, Patrizia Bertolani – Liceo Marconi e Marco Minardi – Isrec Parma.

Alle 18, Sala Multimediale del Casello Pratogrande a Vigatto, strada Martinella 273, “Omaggio ai Partigiani di Vigatto”, proiezione fotografica a cura di Angelo Guidozzi, a cura di Villa Meli Lupi e ALPI di Parma.

A partire dalle 21.30, in piazza Garibaldi, concerto di Carmen Consoli, “L’abitudine di tornare Tour”.

2 COMMENTI

  1. Il senso del 25 Aprile

    A 71 anni dalla fine della guerra è ancora forte il bisogno di ricordare e commemorare la Resistenza al nazifascismo e la Liberazione del nostro Paese dalla guerra e dalla dittatura. Il XXV Aprile è un tassello fondamentale della nostra storia democratica e della storia del nostro popolo, nel ricordo di quelle donne e di quegli uomini che hanno combattuto per difendere e liberare le proprie famiglie, le fabbriche, le infrastrutture, le comunità di cui facevano parte. Le proprie radici e il proprio futuro; e per consegnarci un Paese più civile, più democratico, più libero.

    E’ un’esigenza civile ricordare, quest’anno in particolare, la grande partecipazione alla Resistenza delle donne che con il loro coraggio e il loro sacrificio hanno costruito le condizioni per un’emancipazione politica fino ad allora negata. Nell’anniversario per i 70 anni dal primo voto alle donne voglio ricordare con sincera gratitudine coloro che, tante nel nostro territorio, hanno poi scelto di impegnarsi direttamente con coraggio, passione e dedizione nell’amministrazione pubblica, nella politica, nel sindacato, nel sociale. Lo stato di salute della Repubblica e della democrazia dipende dall’impegno politico, civile e sociale di ogni cittadino, ma soprattutto dei giovani. Il XXV Aprile è soprattutto una festa per loro. E’ infatti nelle nuove generazioni che devono rimanere vivi i valori della Resistenza, contro ogni rigurgito fascista, xenofobo, razzista, liberticida.

    Patrizia Maestri
    Deputata Partito Democratico

  2. Il 25 Aprile visto dall’altro fronte

    25 aprile 1945. Una data che, anche a distanza di anni, suscita ancora forti emozioni. Per alcuni, che la celebrano come una festa, positive. Per altri, che invece la considerano il simbolo di una sconfitta e di fiumi di sangue italiano sparso, ovviamente negative.
    Due modi diversi di porsi di fronte ad una pagina che, nel bene e nel male, fa comunque parte della storia del nostro Paese.
    Una pagina in cui molte delle vicende di coloro che scelsero di schierarsi dalla “parte sbagliata” assumono ancora oggi, se raccontate con onestà e spirito di verità, il valore di esempi di fierezza ed eroismo da cui trarre spunto e stimolo per la strada da percorrere ogni giorno.
    Una pagina in cui, di contro, i cosiddetti vincitori – cosiddetti perché una guerra la si vince combattendo e non imbracciando le armi quando ormai è tutto finito – sempre se a scriverne è qualcuno che privilegia l’onestà intellettuale rispetto all’ideologia, mantengono la purezza che pure qualcuno, tra i loro ranghi, ha avuto.
    Di certo tutt’altro che puri sono stati i responsabili di stragi e omicidi commessi dopo quel fatidico 25 aprile. Assassinii che, dettati dall’odio, hanno legato per sempre la lotta partigiana più alla vendetta che alla giustizia.
    Oggi, che da quel 25 aprile 1945 sono passati più di settant’anni, il solco tra gli eredi di chi celebra una “Liberazione” rivelatasi tutt’altro che tale e chi invece commemora coloro che hanno pagato con la vita il loro credere nella Patria e nell’Onore, è ancora molto profondo.
    I primi infatti nel migliore dei casi organizzano “pastasciuttate antifasciste”. I secondi invece ricordano i loro morti. In silenzio. Nel rispetto di un sacrificio che, anche se negato dai più, resta comunque un bene prezioso per tutti.
    Mario Bertoli
    La Destra Parma

Lascia una risposta: