Nell’ambito dell’Assemblea Generale dell’ONU, a New York, nei giorni scorsi è stato consegnato e accolto un decalogo che impegna tutti i medici a curare il dolore dei propri pazienti e a farsi carico della sofferenza, fisica e morale, causata dal dolore stesso. È un vero e proprio Impegno quello che il professor Guido Fanelli, ordinario di Anestesia e Rianimazione dell’Università di Parma, e padre della storica Legge 38 del 2010 contro il dolore, ha promosso presso tutti i medici italiani. È stato lo stesso Fanelli a consegnare il 20 aprile “L’Impegno contro il dolore, il manifesto dei medici italiani” all’Assemblea delle Nazioni Unite, convocata in seduta straordinaria per discutere una strategia globale capace di favorire in tutto il mondo l’uguaglianza nell’accesso alla terapia del dolore. Visto l’argomento all’ordine del giorno, l’ONU aveva invitato il professor Fanelli come “expert discussant”, alla luce dei suoi meriti e della sua fama internazionale, per aver promosso in Italia la più avanzata e lungimirante normativa al mondo nel campo delle cure antalgiche. E ancora una volta i medici italiani, guidati dal professor Fanelli, Presidente del Comitato Promotore dell’“Impegno” hanno risposto con un documento lungimirante, con il quale si obbligano tutti, in scienza e coscienza, a prendersi cura concretamente del dolore fisico e morale dei propri pazienti. Un impegno che trascende la dimensione clinica e sanitaria e abbraccia la sfera umanitaria ed etica: non a caso, lo stesso “Impegno dei medici italiani” è stato consegnato da un terapista del dolore delegato dal professor Fanelli anche a Papa Francesco.
“Queste giornate hanno un significato che va oltre il semplice valore simbolico – spiega Guido Fanelli –. Con la consegna del nostro ‘Manifesto’ al Papa e alle Nazioni Unite, abbiamo voluto coinvolgere nella nostra battaglia le più alte cariche a livello mondiale, impegnate su diversi fronti per le cause umanitarie di maggior rilievo e per la salvaguardia dei fondamentali diritti dell’uomo. Il sottinteso è che non soffrire inutilmente fa parte senza dubbio di questo nucleo di diritti basilari e inalienabili. Ma queste hanno anche un altro significato importante: l’invito a intervenire attivamente all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si è riunita in sessione straordinaria per mettere a punto una strategia globale attraverso la quale superare il problema delle disuguaglianze nell’accesso alla terapia del dolore, deve rappresentare un grande motivo di orgoglio per l’Italia. La comunità internazionale tributa così al nostro Paese un riconoscimento senza precedenti verso l’impulso pionieristico con il quale, nel 2010, l’Italia varò la più avanzata normativa al mondo per la lotta al dolore e per la riaffermazione del diritto dei pazienti a non soffrire. Proprio l’ONU, non a caso, già nel 2010 ci riconobbe questo ruolo d’avanguardia, recependo la nostra Legge 38 come modello sul quale costruire un documento di riferimento, applicabile in tutti i Paesi del mondo. “Impegno contro il dolore. Il manifesto dei medici italiani” è una carta, redatta da 44 referenti di altrettanti centri d’eccellenza nella terapia del dolore e controfirmata da 200 tra i più riconosciuti e validi terapisti del dolore italiani, che attraverso un semplice decalogo impegna tutti e ciascuno, come professionisti e come uomini, a curare il dolore e a prendersi cura della sofferenza, non solo fisica, che dal dolore stesso è causata. Rivolgendosi esplicitamente a tutti i professionisti della salute, l’Impegno che abbiamo consegnato al Papa e all’ONU può segnare l’avvio di una seconda e ancor più proficua stagione del lungo cammino applicativo della Legge 38. Ci auguriamo che questo nostro ‘Manifesto’ possa rappresentare un documento universale, recepito e condiviso da tutti i medici del mondo che come noi considerano la cura del dolore un diritto inviolabile”.