Medici obiettori di coscienza, a Parma sono il 75%. Maestri (PD): “E’...

Medici obiettori di coscienza, a Parma sono il 75%. Maestri (PD): “E’ un problema su cui si deve intervenire”

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obiezione-medicoIl 22 aprile è la giornata mondiale per la salute della donna, un giorno importante che si scontra con la dura realtà che le donne italiane vivono in questi anni in tanti settori a partire da quello più delicato: la gestione del loro corpo.

Il Consiglio d’Europa ha accolto il ricorso della Cgil sostenendo che le donne in Italia continuano a incontrare “notevoli difficoltà” nell’accesso ai servizi d’interruzione di gravidanza, nonostante quanto previsto dalla legge 194. Inoltre, sempre il Consiglio d’Europa ha affermato che i medici non obiettori sono discriminati e vittime di “diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti”. E’ una sentenza importante perché dà finalmente l’occasione al nostro Paese di prendere definitivamente coscienza dei problemi di applicazione della disciplina sull’aborto, e porvi al più presto rimedio per dare piena tutela ai diritti della donna e della professione medica, entrambi riconosciuti dalla legge.

Nei giorni scorsi, insieme a numerose colleghe, Patrizia Maestri, deputata del PD ha presentato al governo un’interrogazione con la quale ha chiesto che venga data piena applicazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, specificamente con riguardo alla presenza adeguata di personale non obiettore nelle strutture sanitarie pubbliche. Oltre a questo è stato chiesto al Governo e in specifico al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, impegni precisi e chiari nel contrasto agli aborti clandestini, per la reale accessibilità alla metodica farmacologica, per il rafforzamento delle politiche di educazione alla sessualità e alla contraccezione, per l’ampliamento ed il miglioramento dell’efficacia della rete dei consultori sul territorio nazionale.

In alcune regioni le percentuali di obiezione sono superiori all’80 per cento: in Molise (93,3 per cento), in Basilicata (90,2 per cento), in Sicilia (87,6 per cento), in Puglia (86,1 per cento), in Campania (81,8 per cento), nel Lazio e in Abruzzo (80,7 per cento). Quattro ospedali pubblici su dieci, di fatto, non applicano la legge 194 e continuano ad aumentare gli aborti clandestini. I dati sull’obiezione da parte di ginecologi devono far riflettere.

Anche a Parma la percentuale dei medici obiettori è alta, circa il 75%. Ciò determina un aggravio notevole del carico di lavoro per i medici non obiettori e naturalmente difficoltà per le donne che scelgono volontariamente di interrompere la gravidanza.

“E’ del tutto evidente come in Italia si stia violando il diritto alla salute delle donne e quanto sia urgente garantire il servizio di interruzione volontaria di gravidanza in ogni struttura e su tutto il territorio nazionale nella piena applicazione della legge 194 del 1978. Chiediamo al governo e alle regioni di agire subito assumendo le misure opportune e necessarie per assicurare i diritti delle donne e dei medici” conclude Patrizia Maestri.

 

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