Da quando i City Angels hanno stipulato un intesa con il comune e con la Polizia municipale, la sicurezza delle strade di Parma ha maggiore efficienza.
I City Angels fanno sorveglianza, ma in caso di violenze o di altre situazioni di pericolo intervengono con le parole, non essendo armati, per sedare la situazione e chiamano poi le forze dell’ordine. “Non è compito nostro arrestare” spiega Giancarlo Ruberti, cordinatore di Parma e vicepresidente nazionale.
Da qualche mese è in vigore la legge che prevede, in flagranza di reato, che un cittadino possa intervenire. Si è facilitato così anche l’operato degli angeli che hanno stipulato un protocollo di intesa con il comune, grazie all’assessore Casa, e con la polizia municipale. Questo accordo ha permesso di organizzare il lavoro degli angeli con quello delle forze dell’ordine. Girando, si, per la città ma in modo organizzato, soprattutto per i quartieri più “caldi” come il San Leonardo, ormai noto per la costante presenza di spacciatori ai lati della strada. “Noi operiamo, cioè giriamo, dalle 21 sino a mezzanotte e quando ci siamo noi la polizia si organizza per pattugliare altre zone. Visto anche i limiti numerici delle volanti, il nostro è un aiuto che può essere importante“. Si tratta quindi di una cordinazione tra i giri degli angeli e quelli delle pattuglie della polizia, in modo da allargare le zone sorvegliate.
Un esempio del loro lavoro. La settimana scorsa una ragazza ha ringraziato pubblicamente l’associazione sulla loro pagina social per averla aiutata a tornare a casa. La ragazza non si sentiva sicura ad attraversare via San Leonardo e due angeli l’hanno quindi accompagnata. “Questo è anche il lavoro che facciamo. La ragazza si è avvicinata, timidamente, e ci ha chiesto aiuto perché doveva passare attraverso un gruppo di persone poco rassicuranti. Noi cerchiamo di far sentire al sicuro le persone che devono passare a piedi alla sera in zone difficili della città. Uno dei problemi più gravi però sono gli ubriachi che possono diventare anche violenti. Capitano anche casi di violenza, per esempio ci è capitato un uomo che stava picchiando una donna con una cinghia. Ma difficile è anche la situazione nei parchi. Ne abbiamo viste di tutti i colori, prostituzione ad esempio, anche minorile”.
Un contributo, o meglio un dono, arriverà poi all’associazione da parte del comune. Da settembre infatti l’amministrazione cittadina donerà le tipiche divise rosse con cappello blu come quelli dell’Onu, costose ma necessarie. Il prezioso lavoro di questi volontari è stato così maggiormente riconosciuto anche dall’amministrazione di Parma. La questione delle divise infatti resta un po’ un problema “Ho notato – racconta Ruberti – che molti ragazzi non tornano più quando scoprono che la divisa costa più di 100 euro. Il costo è alto perché, oltre a giacca e cappello, ci vogliono le scarpe rinforzate, visto che andiamo in zone dove possono esserci siringhe“. L’aiuto del comune può essere allora benefico, permettendo anche a tutti quei ragazzi che non possono permetterselo di arruolarsi. “Abbiamo le divise perché andiamo in posti anche poco sicuri, dove a volte neanche la polizia va abitualmente. Dobbiamo essere riconoscibili sia per quelli che hanno bisogno che per le persone definibili ‘poco raccomandabili’, che sanno che non siamo armati ma a cui comunque, con la nostra presenza, potremmo dare fastidio. È il caso degli spacciatori, facciamo da deterrente per i clienti. Noi non mandiamo via direttamente i pusher“.
In fase di dialogo c’è anche un’altra opportunità per i City Angels. Lo spazio ex Temporary Station, oggi di proprietà di Infomobility Spa, potrebbe diventare il luogo di un’altra postazione dell’associazione. L’area infatti è in attesa di lavori e di migliorie per riqualificare la zona della stazione. Uno di questi locali, che torneranno ad essere attivi, verrà probabilmente ceduto all’associazione che potrà così essere, in modo fisso, più vicina a una zona che dopo la chiusura del servizio ferroviario diventa fuori controllo.
A Parma l’associazione conta attualmente 30 volontari, ma operativi a pieno sono 17/18, che girano 4 volte a settimana nei quartieri, soprattutto quelli ritenuti più difficili come Oltretorrente, zona stazione, San Leonardo. Ogni volontario si impegna ad uscire almeno una volta a settimana in gruppi di 3-5 persone. Le zone però sono tante e “Abbiamo bisogno che anche le persone ci aiutino, che ogni tanto scendano in strada con noi“. “Noi non siamo una ronda – ci tiene a precisare Ruberti – perché non siamo armati di manganello. È vero però che abbiamo un regolamento paramilitare, anche se non mi piace definirlo così. Insegniamo un modo preciso di camminare e posizionarci in caso di intervento. Ma questo perché non vogliamo sembrare l’armata Brancaleone!“.
Quando iniziarono a Parma, nel 2011 con 20 volontari, c’era un po’ di confusione “La gente parlava di ronde ma noi non siamo ronde, giriamo solo con un sorriso e un pezzo di pane in mano“. L’associazione infatti non svolge solo azioni di sicurezza ma fa soprattutto opere di solidarietà aiutando, prima di tutti, i senzatetto ma anche le famiglie che si trovano in difficoltà donando pacchi alimentari: scatolette, panini, frutta. Servono infatti generi alimentari che siano subito usufruibili per strada. “Abbiamo fatto un censimento e abbiamo contato circa 350 persone che dormono fuori – spiega il cordinatore di Parma – ma grazie agli accordi con la Caritas e tante altre associazioni permettiamo a queste persone un pasto e, in caso di donne o uomini con problemi di salute, ci impegniamo ad accompagnarli presso i dormitori della Caritas. Soprattutto le donne, non permettiamo mai che dormano fuori”. Sebbene il 30-35% del bilancio comunale venga dato a favore delle famiglie bisognose, circa 1500, ancora molte, quasi 1000, sono in attesa di aiuti e qui cercano di intervenire questi volontari con la distribuzione dei pacchi. “Molti però si vergognano a venire da noi. Ho conosciuto un ragazzo per esempio che era disoccupato, e anche sua moglie lo era. L’ho dovuto quasi costringere ad accettare il nostro aiuto”
Un po’ di storia:
City Angels nasce nel 1994 a Milano grazie al suo fondatore Mario Furlan. I primi angeli erano 5 ma ben presto l’associazione si espande in diverse città ed oggi è presente in tutta Italia. Nel ’94 i City Angels si definiscono una associazione che svolge sia attività di solidarietà che di sicurezza. Una delle prime, in questo senso, a unire queste due parole e questi due concetti in un unico lavoro: “Per noi solidarietà e sicurezza significano una cosa sola: aiutare il più debole. Per noi la sicurezza passa attraverso la solidarietà – racconta Ruberti – siamo un’associazione apartitica e da noi la parola razzismo non esiste, aiutiamo tutti quelli che vediamo in difficoltà” a prescindere dal colore e dalla razza. Anche gli animali infatti rientrano tra i più deboli da aiutare e l’associazione fa parte della Federazione nazionale animali e ambiente. Per ogni sezione o città viene nominato un cordinatore, un responsabile operativo, dei capisquadra e vicecapisquadra che coordinano gli angeli semplici. Essendo una onlus, il tutto è reso possibile grazie al prezioso lavoro dei volontari. Non chiedono ovviamente compensi per il loro lavoro e i soldi che riescono a raccogliere provengono da donazioni o dal loro lavoro di sicurezza, detti servizi di cortesia, che operano in occasione di eventi cittadini come gare podistiche e ciclistiche.
Entrare a far parte dei City Angels è facile, basta armarsi di buona volontà, un sorriso e la voglia di aiutare la comunità a riappropriarsi della propria città. Dopo un corso di formazione intensa di 2/3 giorni, i nuovi angeli (che vengono chiamati ausiliari) imparano direttamente su strada come operare. Ma l’associazione ha anche bisogno di donazioni, da vestiti a generi alimentari, che vengono poi distribuiti tra i bisognosi. A Parma la sede della Onlus è in Borgo San Giuseppe n. 32.
Arianna Belloli