Ha il vizietto di masturbarsi davanti alle studentesse sui treni regionali della tratta Parma-Brescia, ma era già stato espulso dall’Italia nel 2014 con un foglio di via per dieci anni disposto dal giudice di Reggio Emilia sempre per quella irrefrenabile tentazione. Un impulso che all’uomo – un 39enne albanese – adesso è costato piuttosto caro. Fermato alla stazione di Parma dagli uomini della Polfer, su indicazione di un capotreno allertato da alcune studentesse disgustate dall’osceno spettacolo, il 39enne senza fissa dimora in Italia ha prima fatto finta di seguire tranquillamente gli agenti, poi ha sferrato un calcio a uno dei poliziotti e si è allontanato in tutta fretta verso viale Europa, da dove ha attraversato la Parma verso Moletolo.
Così che quello che a prima vista doveva essere un normale controllo negli uffici della Polfer, si è trasformato in una caccia all’uomo nella zona della stazione. Caccia conclusasi nei pressi del poligono di via Reggio, dove l’uomo è stato bloccato e arrestato. E i motivi della fuga, la Polfer li ha subito capiti dai primi controlli: sulla testa dell’uomo c’era la condanna a un anno di reclusione emessa dal tribunale di Reggio Emilia, barattata nell’ottobre 2014 con l’immediato rimpatrio in Albania. All’uomo, quindi, oltre al reato di reingresso illegale nel territorio nazionale, è stato contestato anche quello di lesioni a pubblico ufficiale, poiché l’agente colpito dal calcio ha avuto una prognosi di 3 giorni dal Pronto soccorso di Parma. Reati per i quali l’uomo – dopo aver trascorso una notte nella camera di sicurezza dei carabinieri, in strada delle Fonderie – è stato condannato per direttissima a 2 anni di reclusione questa volta da scontare in via Burla e subito dopo all’espulsione immediata dall’Italia. Ma ancora s’indaga sugli atti osceni davanti alle studentesse che viaggiano sui treni tra Parma e Brescia.
Episodi, questi, che secondo le segnalazioni giunte alla Polfer, si sarebbero ripetute costantemente dal settembre 2015. A mettere gli agenti sulle tracce del presunto maniaco, nei giorni scorsi, due giovanissime studentesse residenti nella provincia bresciana e che abitualmente raggiungono Parma in treno. La più giovane delle viaggiatrici, ancora minorenne, ha poi aggiunto di non aver segnalato già da subito le oscenità soltanto per vergogna anche a parlarne con i propri amici. Ma la decisione di chiedere aiuto alla Polfer è poi maturata dalla scoperta di non essere lei la sola vittima.
Le ragazze hanno anche fornito una descrizione dettagliata dell’uomo che si masturbava in loro presenza, quindi la Polfer ha disposto una serie di servizi mirati e la trappola è scattata nel momento in cui è arrivata la telefonata di un capotreno in servizio a bordo di un treno regionale diretto a Brescia, che segnalava altre due giovanissime vittime dell’esibizionista. Uno spettacolo osceno che ha scosso non poco le due studentesse. Ma l’uomo, visto l’intervento del capotreno, ha tentato di far perdere le proprie tracce.
La caccia è scattata lungo i binari e sugli altri convogli in sosta, con l’aiuto di altri agenti arrivati a dare manforte attraverso il monitoraggio del sistema di videosorveglianza della stazione. Il sospettato è stato poi trovato su un convoglio che sarebbe partito circa venti minuti dopo in direzione Bologna. Invitato dagli agenti a seguirli in ufficio, lo straniero dapprima acconsentiva dimostrando un’insolita calma ma una volta raggiunta la scaletta di discesa dal convoglio colpiva violentemente con un calcio un agente e fuggiva utilizzando il sottopassaggio dell’ex temporary station. Una volta raggiunto il piazzale delle fermate degli autobus extraurbani, raggiungeva viale Europa da dove, dopo essersi arrampicato sull’argine del torrente Parma, lo attraversava fuggendo sull’argine opposto in direzione Moletolo.
Ne nasceva un lungo e movimentato inseguimento operato sia dagli agenti intervenuti che da altri colleghi a bordo di auto di servizio, che portava all’individuazione del fuggitivo in via Reggio, all’interno del cortile del poligono di tiro, dove è stato bloccato. I poliziotti hanno quindi accertato l’identità dell’uomo, sul quale pendevano già varie denunce di polizia per reati specifici. Ma soprattutto – ed è questo chiaramente il motivo della fuga – risultava rientrato clandestinamente in Italia dopo che nell’ottobre del 2014 era stato rimpatriato in Albania in esecuzione della sentenza del Tribunale di Reggio Emilia. Quindi l’arresto che ha portato al patteggiamento di 2 anni di reclusione. Questa volta da scontare dietro le sbarre, prima dell’espulsione.
Intanto, però, la polizia ferroviaria continua le indagini per accertare se la persona arrestata sia davvero il responsabile degli episodi osceni denunciati dalle studentesse in viaggio sui treni per Brescia. Ma gli accertamenti potrebbero anche essere allargati a territori limitrofi.