L’Europa di Erdogan

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Egregio Direttore,

sembra che Ankara detti i tempi del suo ingresso in Europa, per diventare l’avamposto di sud-est della nuova frontiera esterna dell’Unione europea, che per la prima volta estenderà i suoi confini a un Paese musulmano. E pazienza se il problema della deriva liberticida e del mancato rispetto dei diritti umani nasce con la virata islamista di Erdogan. A questa Europa, va bene pure così. Tutto, pur di liberarsi del fardello di migliaia di disperati. La Turchia è un Paese chiave  per la sua posizione geografica e la sua importanza geopolitica.

L’Europa è impotente e divisa e ora sta diventando un giocattolino alla mercé del regime autocratico turco. Come può un’Europa così divisa dettare ancora la sua linea? E come può l’Italia, comunque da sempre grande sostenitrice di Ankara nel cammino d’integrazione  gestire un’accelerazione del processo di adesione? L’autocrate turco ha chiesto più soldi (6 miliardi, dunque, e non più 3 “concertato in solitario con chi”?) Per guadagnarsi un posto nell’Ue senza necessariamente passare per “l’impiccio” dei diritti umani. L’accordo tra i 28 paesi UE ed Ankara prevede che a partire dal 04 aprile 2016 tutti i migranti arrivati illegalmente in Grecia saranno rinviati nel Paese della Mezzaluna.

Ma ci sono molte preoccupazioni legate ai rimpatri, che nel documento si affrontano specificando che i rinvii saranno compiuti in linea con le leggi UE, e che non ci saranno espulsioni collettive? Lo speriamo vivamente. In questo modo L’Unione Europea  risponde erigendo nuove barriere e trasformando il problema dei profughi che fuggono da situazioni di guerra e di miseria, in una materia di scambio politico ed economico con il Governo della Turchia, uno scambio che si configura come un possibile grave respingimento delle vittime di guerra. In poche parole, se la Turchia fermerà il flusso di immigrati, la Germania non soltanto alleggerirà l’emergenza profughi in Turchia accogliendo tutti quelli già registrati nei campi di Ankara, ma garantirà alla Turchia il sostegno per l’ingresso in Europa. Il rischio, ovvero la quasi certezza, che i flussi migratori proseguano su altre traiettorie, riguarda anche l’Italia. E’ probabile che in Puglia, attraverso l’Albania o a Lampedusa, ci sia un grande arrivo di migranti questa estate. Se così fosse avrebbero vinto i forti sui più deboli, Germania e Turchia, ancora una volta contro di noi.

Rino Basili
Parma

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