Pensavano di diventare ricchi con i vecchi libretti di risparmio scovati nei cassetti dei vecchi mobili di casa, i cosiddetti titoli di risparmio dormienti, ma in realtà hanno continuato a tirare fuori denari senza vedere un centesimo. Sono i 5 parmigiani che si erano affidati all’avvocato Giacinto Canzona per la famosa class action contro Ministero dell’Economia, Poste italiane e Banca d’Italia. Un’azione legale avviata con una richiesta di soli 100 euro nel 2011 e con l’impegno a versare ai legali il 10% delle somme riconosciute. Un affare.
Ma i 5 parmigiani adesso – come rivela Gazzetta di Parma – si sono rivolti alla Procura della Repubblicadi Parma, presentando un esposto in cui ricostruiscono l’intera vicenda che li vede ancora, loro malgrado, protagonisti. Già, perché non hanno visto un centesimo, ma di richieste di pagamenti tante. Non ultima quella di Equitalia Giustizia, che nell’ottobre 2014 ha chiesto il versamento con tanto di sanzioni e more dei contributi unificati. Fino a 1.400 euro a testa.
Nel frattempo, però, l’avvocato Canzona – quello della donna che aveva abortito in seguito al naufragio della Costa Concordia, per la quale chiedeva risarcimenti milionari. e della suora a cui avevano ritirato la patente dopo aver mangiato un babà – finiva in tv anche per una serie di bufale messe in piedi.
Persa la prima causa, i clienti si sono poi visti recapitare parcelle da 3.000 euro, poi via via scontate fino a 150 euro di rimborso spese. Molti hanno revocato il mandato all’avvocato Canzona, ma con loro sorpresa hanno scoperto che per quella causa persa è stato proposto appello – udienza a ottobre 2018 – in cui ci sono tutti. Anche quelli, tanti, che avevano revocato il mandato, rinunciando alla causa.
Tanti aspetti sui quali adesso è stata chiamata in causa anche la Procura di Parma. I cinque risparmiatori parmigiani, infatti, si sentono vittime di una truffa e chiedono agli inquirenti di tirarli fuori da questa storia in cui ci hanno solo rimesso soldi.