La pittura di Luigi Colombi “Conte“ è una delle chiare dimostrazioni della forza dell’impeto informale. La forza delle pennellate istintive e potenti del pittore emiliano, sorrette da storie di vita e di emozioni in continua evoluzione è ormai realtà da anni.
A Palazzo T, palazzo Dallarosa Prati, in strada al Duomo, le opere del “Conte” si potranno ammirare dal 1 al 14 aprile – apertura quotidiana dalle 8 alle 20 – con vernissage alle 18 di venerdì con degustazione “Oro d’Oliva”. “Contaminazioni in…Oro” il titolo dell’esposizione curata da Giorgio Barassi.
Dagli esperimenti astrattisti degli anni Settanta alla scelta informale definitiva ed in fermento inarrestabile, le sue tele raccontano una storia emotiva e passionale a cui sembra, ed è, impossibile porre un freno. Nessuna architettura cromatica o di traccia preparata, nessuna forma di vincolo o condizione possono interrompere un viaggio di colore e gesto senza meta, senza avventure preordinate, come è giusto che sia per Conte, che vive l’operazione artistica come un omaggio alla vita veloce che vive.
Curiosità, plurimi interessi, fatti e vicende dell’ anima, accadimenti importanti e semplici momenti di personalissima gioia portano Conte ad una strutturazione dei lavori che prescinde da qualunque forma di condizionamento. Una grande libertà espressa meglio nelle grandi misure ma visibilissima anche nei lavori più piccoli.
La giovane ed accorta azienda produttrice dell’ ottimo Olio extravergine “Oro d’oliva” di Torremaggiore, Puglia, ha promosso la mostra di Conte in un luogo di alta sacralità del concetto di Arte Italiana, a un soffio dal capolavoro di Benedetto Antelami, quel battistero che chiude un angolo della piazza del Duomo di Parma, un concentrato di perfezione che sembra in diretto contrasto con le tempestose tele di Conte e vicino alla pazienza e la sapienza necessarie a produrre un olio di qualità superiore.
E la contaminazione sta proprio lì: nel mettere in parallelo il discorso pittorico di un informale per vocazione e la regolarità di una produzione (arte anche essa, a ben vedere) che deve rendere a quelli che chiamiamo “fruitori” il massimo risultato emozionale. Accade che due forze contrastanti in apparenza diventano unisone e collimanti, producono una serie di sollecitazioni sensoriali a cui è difficile sottrarsi. Se ne accorgerà chi sarà presente, in particolare, al vernissage a Palazzo T , edificio dalle forme rigorose e possenti, altro esempio di opera a “regola d’ arte” ed eccellenza, dove saranno esposte le tele di Conte e svelati gli umori e i sapori di un elemento vitale come Oro d’Oliva. Una contaminazione sana, finalmente. Di quelle che riconciliano con un termine che spesso mette ansia e stavolta invita alla gioia di apprezzare un’ arte senza recinti, senza ingabbiamenti inutili.
Una forma di pittura che invade e conquista, quella di Conte. Dalle tele imbastite con pennellate dorate come un omaggio a ciò che di inviolabile produce tutta l’ arte, ai colori decisi, incorruttibili ed assoluti come il pensiero di un artista ed uomo libero, dalla creazione continua e in continua, costante progressione.