Se l’azionariato pubblico del Gruppo Iren scenderà sotto il 50%, dando di fatto vita alla privatizzazione della multiutility, la colpa non è del Comune di Parma. Lo sostiene in un dettagliato documento il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, guidato dal capogruppo Marco Bosi, secondo il quale, con la sola cessione delle azioni Iren in mano alla partecipata Stt Holding, gli enti pubblici avrebbero mantenuto il 56%.
Secondo i pentastellati, l’operazione che ha portato oltre 28 milioni di euro nelle casse di Stt, in sostanza, si è resa necessaria per le esigenze della stessa partecipata. E negano di aver avuto l’intenzione di procedere ad ulteriori vendite.
Partendo dal dato al 30 settembre scorso, il gruppo consiliare che sostiene il sindaco Federico Pizzarotti, ricostruisce l’azionariato di Iren: la Finanziaria Sviluppo Utilities Srl (FSU), società controllata al 50% dal Comune di Genova e al 50% da Finanziaria Città di Torino Holding Srl, detiene e gestisce una partecipazione in Iren Spa pari al 33,30%; la Finanziaria Città di Torino Holding Srl, al 100% di proprietà del Comune di Torino, detiene un altro 7,4%; il Comune di Reggio Emilia ha il 7,77%, il Comune di Parma ha il 6,11%; il Comune di Piacenza il 3,2%; altri Comuni emiliani detengono il 7,52%. Il totale fa dunque 62,1% in mano pubblica.
Il Comune di Parma una partecipazione diretta in Iren dello 0,474% (5.599.863 azioni), mentre Stt Holding (controllata al 100% dal Comune) ha il 4,417% (52.200.000 azioni) e Parma Infrastrutture Spa (controllata al 99,27% dal Comune) ha l’1,711% (20.217.703 azioni)
“Fino al 30 giugno 2015 dei 20,2 milioni di azioni detenute da Parma Infrastrutture – spiega il gruppo consiliare dei 5 Stelle – 6,2 erano in piena proprietà della Società e quindi vendibili perché al di fuori del Patto, mentre 14 milioni erano detenute in nuda proprietà e quindi vincolate. Se avessimo voluto vendere quelle azioni lo avremmo potuto fare tranquillamente dal 2012. Le azioni in Stt Holding erano state messe in garanzia nel 2011 dalla precedente amministrazione per i prestiti elargiti. Per aderire al piano concordatario le banche hanno preteso di potersi rivalere in ultima istanza su tali azioni. Per chiarire a tutti il quadro ribadiamo, anche se detto più volte, che Stt Holding non ha entrate proprie se non quelle che trasferisce il Comune di Parma per la realizzazione delle opere oppure tramite la vendita dei numerosi immobili (per lo più terreni edificabili). Per far fronte alle esigenze della Società – continua il gruppo consiliare di maggioranza – si è deciso di sbloccare tali azioni e quindi di rescindere dal Patto di Sindacato che obbligava i Comuni a non venderle. Ovviamente questo ha aperto il campo a tutti quei piccoli Comuni che si ritrovano in crisi per via dei tagli subiti dai Governi che si sono via via succeduti”.
E sarebbe quindi per questo motivo che l’azionariato pubblico di Iren scende sotto il 50%, lasciando così campo ai privati. Ma nel mirino dei pentastellati cìè sempre il Partito democratico, che proprio sulla questione Iren ha criticato la giunta Pizzarotti (leggi).
“Ricordo poi a tutti che il Consiglio comunale (a maggioranza Pd) di Torino nel 2013 aveva approvato una mozione che chiedeva di vendere alcune quote societarie di Iren (link) – sottolinea infatti il M5S di Parma -. Non è assolutamente vero quindi, che è colpa del Comune di Parma e della nostra amministrazione se la quota pubblica di Iren scenderà sotto il 50% di maggioranza pubblica. Infatti il totale delle azioni a maggioranza pubblica dal 62,1% sarebbe potuto passare al 56% come massimo se fosse stato solo il Comune di Parma a vendere le sue azioni. Precisando però che mai abbiamo deciso di vendere tutte le nostre azioni. Purtroppo il Pd cerca sempre di fare i suoi giochini e poi scaricare le colpe sul Movimento 5 Stelle, ma anche questa volta gli è andata male”.
“Per quello che riguarda il nuovo Patto di Sindacato, è ovvio e sacrosanto che noi cerchiamo e cercheremo sempre di tutelare il nostro territorio sulle scelte fatte da Iren, e non si capisce perché se Piacenza è dentro con appena il 3% Parma non lo debba essere con più del 5% – continua il gruppo di maggioranza -. Vogliamo tutelare i 750 dipendenti che lavorano sul nostro territorio e che erogano servizi a contatto diretto con la nostra comunità. Iren non è solo l’Inceneritore, sul quale abbiamo e avremo ancora una visione contrastante, ma anche acqua, elettricità e gas. Per quanto potremo faremo di tutto per non lasciare Iren completamente asservita a Torino e Reggio Emilia”.