Condannati “James” e “Jane”, la coppia di finti 007 che nel 2008 avrebbe ridotto in schiavitù una 40enne parmigiana senza lavoro, promettendole una sistemazione. L’uomo, tra l’altro, avrebbe anche abusato sessualmente della donna costretta a vivere nella cantina della casa dei coniugi, tra Firenze e Prato. Assolti in primo grado, i due sono stati condannati ora dalla corte d’assise d’appello di Firenze a 13 anni e 8 mesi il marito, e a 6 anni la moglie. Pene più severe rispetto a quelle chieste dall’accusa per reati che vanno dal sequestro di persona alla violenza sessuale aggravata, oltre a minacce, lesioni, estorsione, fino alla riduzione in schiavitù. Ma dei due, al momento, non c’è traccia. Sarebbero all’estero per lavoro.
I fatti risalgono al 2008, quando la parmigiana, per un intero mese, è stata rinchiusa nella cantina di casa dei due finti 007, dove è stata anche violentata da “James”. Tutto è iniziato a causa della mancanza di un lavoro, quei due “agenti segreti” erano così convincenti quando parlavano di lauti guadagni, di sistemazione, che la 40enne ha ceduto alle lusinghe. Ma in realtà si è ritrovata ad accompagnare la coppia a commettere altre truffe ai danni di altri disoccupati, che venivano incontrati in alberghi di lusso.
Scoperti e denunciati tutti e tre dalle forze dell’ordine, la parmigiana ha trovato il coraggio di raccontare il suo calvario fatto di continue vessazioni fino alla riduzione in schiavitù. Un racconto che ha convinto gli inquirenti, anche se nel processo di primo grado la coppia di falsi 007 è stata assolta. Adesso quella sentenza è stata ribaltata con la pesante condanna inflitta in appello.