Colombia, Nepal, Russia, Etiopia, i bambini che trovano una famiglia in Italia grazie al processo di adozione internazionale provengono dai Paesi più svariati. Negli ultimi anni, però, questa realtà ha subito un vertiginoso calo, portando ben 27 enti autorizzati e 33 associazioni familiari, che nel nostro Paese danno voce a circa 60mila famiglie, a richiedere un faccia a faccia col Governo Renzi, al fine di poter ridare slancio alle adozioni e salvare il cosiddetto “Sistema-Italia”.
Come su tutto il territorio nazionale, anche a Parma gli ultimi anni hanno visto una diminuzione delle adozioni. “I costi sono una delle ragioni di questo calo – spiega Walter Curati (nella foto), direttore generale del Centro Adozioni “La Maloca”, con sede a Parma – le coppie si trovano infatti dinanzi a procedure legali piuttosto costose, per non parlare dei viaggi che si devono affrontare prima di poter portare a casa il proprio bambino”. Causa di tale indebolimento sono però anche le difficili condizioni dei Paesi esteri, come il Congo, che di conseguenza privilegiano le adozioni di tipo nazionale; il prender piede della fecondazione assistita; come anche il lavoro non ottimale svolto ultimamente dalla Commissione per le Adozioni Internazionali. “I contatti da parte della Commissione con i Paesi esteri ed anche con gli enti autorizzati sono una minoranza rispetto al passato, e questo influisce senz’altro ad incrementare il problema” – continua Walter Curati.
“La Maloca” è uno dei 27 enti autorizzati a cui le famiglie si rivolgono nel momento in cui la loro richiesta viene accettata presso il Paese estero e posta in attesa. Fondata nel 1994 da alcune coppie che concludono le proprie adozioni in Colombia e vogliono mettere a disposizione di altre famiglie la loro esperienza, si propone di far incontrare bambini in stato di abbandono con coppie pronte ad accoglierli.
“Il nostro compito è quello di formare le coppie, accompagnarle e sostenerle prima, durante e dopo l’adozione – spiega Walter Curati. Mettere le famiglie dinanzi alle condizioni in cui si trovano i bambini, far conoscere loro la storia che i piccoli hanno alle spalle, prepararli sociologicamente e psicologicamente e sostenerli anche nella fase post adozione”. Quando la coppia si ritrova a dover far fronte ad una burocrazia istituzionale piuttosto complessa, che in Paesi come la Russia implica l’invio di relazioni periodiche al Paese d’origine del bambino, fino al raggiungimento della maggiore età.
Attualmente, “La Maloca” sta seguendo 60 coppie, di cui circa 10 a Parma e le altre nelle sedi di Sabbioneta, Livorno e Avellino. I bambini che sono arrivati in Italia tramite questa associazione sono stati quindici nel 2013, ventidue nel 2014 e diciotto nel 2015. Seppur tra la fine dello scorso anno e l’inizio dell’attuale sembra essere stato riscontrato un lieve aumento delle richieste.
Bambini dalle età più svariate, dai 3 ai 10 anni, mentre pochissimi sono i neonati. Circa 700 i minori provenienti solo dalla Russia (dati 2012/2013), adottati per lo più da famiglie, parmigiane e non, che conducono uno stile di vita medio. Coppie che non hanno figli, solitamente, o che hanno già adottato; mentre negli scorsi anni molto più elevato era il numero delle famiglie che pur avendo dei figli biologici richiedeva un’adozione.
Ma chi sono i bambini che grazie a “La Maloca”, trovano una casa in Italia? “Si tratta di minori tolti alle loro famiglie – spiega ancora Walter Curati – e che hanno comunque subito una negligenza, per lo più in America Latina e nell’Europa dell’Est. Mentre in Asia e in Africa è molto più diffusa la cultura dell’abbandono”. Nei Paesi asiatici i piccoli vengono abbandonati più a causa dell’eccessiva povertà, che non pone le famiglie nelle condizioni di crescere i propri figli. In Africa, invece, l’abbandono è conseguenza alla superstizione. Bimbi albini, malformati o nati fuori dal matrimonio vengono considerati un “male” e quindi abbandonati.
“Negli ultimi anni è mancata una politica dell’adozione di tipo sociale e finanziario. – conclude il direttore Walter Curati – Occorre ripristinare il dialogo con gli Stati esteri, probabilmente affidando le adozioni non solo al Ministero degli Interni, come funziona attualmente, ma anche al Ministero degli Esteri. Ma soprattutto bisogna ridurre i tempi previsti dalla pratica d’adozione internazionale, troppo lunghi per poter essere serenamente sostenuti dalle coppie. E’ necessario lavorare per aiutare le famiglie e soprattutto i bambini a vivere un domani migliore”.
Il Centro Adozioni La Maloca organizza periodicamente incontri informativi gratuiti per le coppie interessate all’adozione internazionale. Il prossimo è già in agenda per il 16 aprile, nella sede dell’associazione, in via Borsari 23, a Parma. Alle coppie sarà illustrato il percorso che viene sviluppato in Italia e all’estero nei vari Paesi con i quali La Maloca collabora. L’incontro è aperto e gratuito, per chiunque sia interessato all’argomento, ma è necessario prenotare la partecipazione alla mail [email protected] o al numero telefonico 0521 944855.
Giovanna Triolo