Nomisma: mercato immobiliare parmigiano ancora in calo

Nomisma: mercato immobiliare parmigiano ancora in calo

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Il mercato immobiliare parmigiano si presenta in controtendenza rispetto alla leggera ripresa del settore a livello nazionale. Dopo l’aumento tra 2013 e 2014, nel 2015 il volume di scambi nel settore residenziale è diminuito dell’1,2%. Prosegue anche la contrazione delle compravendite non residenziali (-8%), ferme a quota 150. Su base annuale continuano a diminuire prezzi e canoni, ma a tassi inferiori rispetto al passato. Questo quanto emerge dall’analisi del 1° Osservatorio Immobiliare 2016 di Nomisma.

Il mercato residenziale parmense nel 2015 segna una riduzione delle compravendite del -1,2% su base annua (2.026 contratti stipulati). Il calo è da imputare completamente al primo trimestre 2015 (-28,5 annuo), poi recuperato nei successivi. Per le abitazioni usate, dopo la flessione del -2,8% di un anno fa, si conferma una diminuzione dei prezzi, ma decisamente più contenuta (-1%). Un calo più sensibile si registra nelle zone periferiche (-1,6% su base annua), mentre tengono le zone centrali dove i prezzi sono invariati. Seguendo la stessa dinamica dei prezzi, i canoni diminuiscono con minore intensità in centro (-1,7%) rispetto alla periferia (-2,5%). Il rendimento potenziale medio lordo è stabile al 4,9%. I tempi medi di collocamento sul mercato presentano una diminuzione per quanto riguarda la vendita e la locazione di abitazioni usate (rispettivamente 8,5 mesi e 2,5 mesi). Il 54,3% della domanda totale è rivolto all’acquisto, dato che trova conferma nell’allentamento degli standard creditizi degli istituti bancari (76,4% è la percentuale di compravendite di abitazioni finanziate da mutuo).

Il mercato della compravendita dei box o garage è caratterizzato da una stabilità di offerta e domanda. A febbraio 2016 la diminuzione annua dei prezzi è risultata più elevata per la periferia, assestandosi a quota -2,4%, contro il -1,8% del centro. Il pezzo medio di un box/garage varia in un range di 19.000 euro in periferia a circa 47.000 euro in centro. I canoni variano invece da 800-900 euro l’anno in periferia a circa 2.000 euro in centro, quotazioni che garantiscono rendimenti medi lordi rispettivamente pari al 4,6 e 4,2%.

Il comparto direzionale è caratterizzato da una domanda in forte calo per la compravendita e stazionaria per la locazione. Nel 2015 il numero dei contratti è diminuito del 14,5% rispetto al 2014 e del 64,3% rispetto al 2010. Prezzi e canoni segnano variazioni medie del -1,1%, mentre una sostanziale tenuta delle quotazioni si registra nella periferia terziaria (-0,3% i prezzi e -0,2% i canoni). I tempi di vendita si contraggono sensibilmente (12,5 mesi), mentre tornano a crescere leggermente i tempi di locazione (7,5 mesi).

Nel mercato retail prosegue la tendenza del 2015, che ha visto diminuire il numero delle compravendite dell’8,4% rispetto al 2014. Sul fronte dei prezzi si amplia il divario tra centro e periferia, con un calo più forte in centro (-2,2%) rispetto alla periferia (-0,9%). Diminuiscono i tempi di vendita (circa 10 mesi) e lo sconto medio praticato sul prezzo finale resta sostanzialmente stabile (17,5%). Non sono dissimili le dinamiche sul fronte locativo, con calo dei canoni pari a -2,6% in centro e -0,9% in periferia. In lieve calo i tempi di collocamento sul mercato (5,5 mesi).

Il comparto dei capannoni industriali registra per l’inizio del 2016 una diminuzione della domanda e del numero dei contratti stipulati. A fronte di tempi medi di vendita stazionari (14 mesi), diminuiscono i tempi di locazione (10 mesi). Come per gli altri comparti, diminuisce lo sconto medio praticato in sede di negoziazione finale (21,5%). Si registra anche nel 2016 una variazione negativa dei prezzi, sia per gli immobili nuovi (-4%) che per quelli usati (-5,8%).

Le previsioni per il 2016 – secondo il giudizio degli operatori intervistati – differiscono a seconda dei comparti: il mercato residenziale gode delle aspettative più ottimistiche, con attese di lieve flessione dei prezzi e di stabilità dei canoni, ma con aumento dei contratti di compravendita e di locazione; uffici e negozi scontano le previsioni peggiori.

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