I consiglieri del gruppo Lega Nord hanno presentato una risoluzione all’Assemblea legislativa, primo firmatario Fabio Rainieri, per chiedere nuovi strumenti di contrasto alle violenze nelle case di riposo. Si chiede anche di “installare telecamere a circuito chiuso in tutte le strutture di assistenza a soggetti deboli”.
“I molteplici recenti casi di violenze fisiche e psichiche verso anziani in strutture dedicate alla loro assistenza oggetto di indagini e di provvedimenti cautelari da parte dell’autorità giudiziaria, ultimo dei quali quello di Villa Matilde a Bazzano (Pr) e la frequenza con cui negli ultimi tempi sono disvelati questi maltrattamenti, specie nel territorio di Parma – scrivono i consiglieri regionali della Lega Nord – fa legittimamente sospettare che vi siano carenze all’interno dell’organizzazione dei servizi sociali, sia nei controlli su queste strutture e sul personale che vi opera, sia nel più ampio sistema di garanzia del benessere e della sicurezza per soggetti deboli quali appunto gli anziani più o meno non autosufficienti”.
I leghisti chiedono alla Giunta di “attivarsi con urgenza per aggiornare la normativa che disciplina l’organizzazione, l’autorizzazione e il funzionamento per le strutture dedicate all’assistenza dei soggetti più deboli”. Nel documento si chiede inoltre di provvedere a dare piena attuazione alla Legge regionale 2/2014 “dando particolare sostegno, anche economico, all’indirizzo per il mantenimento degli assistiti nel proprio domicilio di cui all’articolo 3 comma 5 della stessa legge” e di “promuovere un’iniziativa a livello nazionale che consenta di installare in breve tempo telecamere a circuito chiuso in tutte le strutture di assistenza a soggetti più deboli”.
Il documento, oltre a Rainieri, è stato sottoscritto dai consiglieri Alan Fabbri, Stefano Bargi, Gabriele Delmonte, Andrea Liverani, Daniele Marchetti, Marco Pettazzoni, Massimo Pompignoli e Matteo Rancan.
Già nei giorni scorsi, rispondendo a una interrogazione del consigliere Tommaso Foti del gruppo FdI-An, l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, era intervenuto in aula per sottolineare che “in seguito ai gravi fatti accaduti nella struttura di Villa Matilde, a Bazzano, in provincia di Parma, l’Ausl ha sospeso in via cautelativa la convenzione e sta organizzando il trasferimento in tempi rapidi delle persone in sedi idonee ad accoglierle, previo accordo con familiari, tutori e amministratori di sostegno”. Inoltre, “l’Ausl si riserva di agire nelle sedi opportune per tutelare i propri assistiti e la propria funzione istituzionale. I fatti emersi a Villa Matilde sono di una gravità estrema e intollerabili in seno alla comunità regionale. Sono stati perpetrati atti e violenze nei confronti di persone estremamente fragili, deboli, incapaci di denunciare la situazione”.
Foti aveva citato i casi di Villa Matilde e di Villa Alba: “Il reiterarsi di dette situazioni in istituti ubicati in Emilia-Romagna che si occupano ora di minori, ora di anziani, in tutti i casi di persone indifese e che necessitano di aiuto e non meritano certo violenze di alcun tipo, non può essere archiviato come l’ennesimo incidente di percorso, ma rappresenta un ulteriore campanello d’allarme per un sistema assistenziale che, con evidenza, non assolve le funzioni che gli sono proprie”. “Risulta – ha rimarcato – che l’Ausl abbia in più occasioni compiuto le verifiche a essa affidate (in media due al mese) senza rilevare anomalia alcuna, la qual cosa suggerisce di dovere implementare senza dubbio l’attività di controllo, valutando anche l’opportunità di ricorrere all’installazione di telecamere”. L’assessore ha assicurato l’impegno della Regione su “incremento dei controlli, selezione del personale, formazione continua e garanzie per i famigliari e i volontari di partecipare alla vita della struttura”.