Via Garibaldi, spacciano denaro falso in un bar. Ecco come difendersi

Via Garibaldi, spacciano denaro falso in un bar. Ecco come difendersi

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Truffata da due giovani vestiti di nero che hanno scambiato una banconota da 50 euro falsa. E’ accaduto in un bar nei pressi del teatro Regio ad una barista distratta. Per una spesa irrisoria, un paio di caffè, la donna ha distrattamente infilato in cassa la banconota da 50 euro, restituendo la differenza ai due clienti. Soltanto successivamente si è accorta di essere stata raggirata e ha segnalato l’episodio ai carabinieri di Parma.

I Carabinieri esortano la popolazione a stare attenti e sul loro sito nella parte consigli ai cittadini tutela/banconote danno suggerimenti utili per evitare di cadere nella trappola.

Il 19 ottobre 1992, in ottemperanza al D.M. del 22 gennaio 1992 che, nel quadro della ripartizione degli obiettivi tra le varie Forze di Polizia, riconosceva all’Arma dei Carabinieri il consolidato interesse nel settore del falso nummario, veniva costituito il Nucleo Operativo Antifalsificazione Monetaria (posto alle dipendenze del Comando Carabinieri Banca d’Italia).

Controllo di una banconota da 20 euro

Per prevenire e reprimere i reati concernenti la contraffazione e la falsificazione di banconote, monete e qualsiasi altro mezzo di pagamento, nell’Arma dei Carabinieri opera dal 1992, con competenza nazionale, il Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria (CC AFM).

I loro consigli vi saranno utili per individuare agevolmente i principali elementi di sicurezza presenti nelle banconote e monete euro e nelle banconote Dollaro USA.

BANCONOTE EURO

Caratteristiche generali e principali

Le sette banconote in euro sono identiche in tutti i paesi dell’area Euro e hanno corso legale in tutti gli Stati aderenti all’unione monetaria dal 1° gennaio 2002.

Sul fronte (recto) delle banconote sono raffigurate finestre e portali che simboleggiano lo spirito di apertura e cooperazione che anima l’Europa e le 12 stelle dell’Unione Europea che rappresentano il dinamismo e l’armonia dell’Europa contemporanea.

Sul retro (verso) di ciascuna banconota è raffigurato un ponte ispirato allo stile architettonico di un periodo della storia dell’arte europea diversa per ogni singolo biglietto.

Banconota da cento euro.

  1. Il nome della valuta scritto in caratteri latini (EURO) e greci (EYPO);
  2. La firma di Willem F. Duisenberg, Presidente della Banca centrale europea;
  3. Bandiera dell’Unione Europea;
  4. Il simbolo © indicante la tutela del diritto d’autore;
  5. L’acronimo della Banca centrale europea nelle cinque lingue ufficiali della Comunità europea (BCE, ECB, EZB, EKT, EKP).

COME RICONOSCERE LE BANCONOTE AUTENTICHE

Le banconote Euro sono caratterizzate da molteplici elementi di sicurezza. Per riconoscere immediatamente la loro genuinità è consigliabile attenersi a quattro regole base: toccare, guardare, muovere, controllare. E’ importante verificare tutte le caratteristiche di sicurezza confontando, eventualmente, la banconota sospetta con un ‘altra di pari valore e sicuramente genuina.

Toccare la carta

Banconota da venti euro.

La stampa calcografica (particolare tipo di stampa a rilievo) è presente in diverse aree delle banconote genuine (acronimo della Banca centrale europea nelle cinque lingue ufficiali della Comunità Europea, cifre indicanti il valore nominale delle banconote e motivi architettonici delle finestre e dei portali) ed è facilmente percepibile al tatto grazie al suo caratteristico effetto di rilievo.

Inoltre, lungo i bordi delle banconote da 200 € e 500 € sono stati inseriti speciali elementi tattili ideati per i non vedenti.

 

Banconota da duecento euro Banconota da cinquecento euro

Una banconota da venti euro posta controluce.Tenete la banconota controluce

Tenendo la banconota controluce è possibile vedere:

  1. registro recto-verso;
  2. filigrana;
  3. filo di sicurezza microscritto.

Recto di una banconota da 100 Euro

Muovere la banconota

TAGLI PICCOLI

Recto di banconote di piccolo taglio.

Sul fronte (recto) della banconota è presente una striscia olografica. Muovendo la banconota è possibile osservare alternativamente il simbolo dell’euro (€) in colori brillanti o il valore nominale (5, 10, 20).

 

Recto di banconote di piccolo taglio.

Sul retro (verso) della banconota è presente una striscia iridescente. Muovendo il biglietto, la striscia brilla per effetto della luce.
TAGLI GRANDI

Recto di banconote da cinquanta, cento, duecento e cinquecento euro.

Sul fronte (recto) della banconota è presente una placchetta olografica. Muovendo la banconota è possibile osservare alternativamente le cifre indicanti il valore nominale (50, 100, 200, 500), il motivo architettonico riprodotto sul biglietto o il simbolo dell’euro (€).

Verso di banconote da cinquanta, cento, duecento e cinquecento euro.

Sul retro (verso) della banconota è stato utilizzato un inchiostro otticamente variabile (Optically variable ink). Le cifre indicanti il valore nominale (50-100-200-500).

Microscritture e miniscritture

Banconota da cinquanta euro.

Mediante l’uso di una lente d’ingrandimento o di un lentino contafili è possibile vedere delle sottili iscrizioni (microcaratteri), che devono risultare nitidi e non sfocati. Sono presenti sia sul fronte (recto) che sul retro (verso) delle banconota.

Un carabiniere analizza con la luce ultravioletta una banconota.

Proprietà verificabili alla luce ultravioletta
(lampada di Wood)

Osservando le banconote genuine alla luce ultravioletta (lampada di “Wood”) è possibile verificare le seguenti caratteristiche:

  1. non fluorescenza della carta;
  2. presenza delle fibrille luminescenti (pagliuzze colorate inserite casualmente nell’impasto della carta ed aventi colorazione rossa, blu e verde);
  3. particolari reazioni degli inchiostri (cambiamento di colore) utilizzati per riprodurre determinati elementi grafici delle banconote

Recto di banconota da venti euro analizzata con la luce ultravioletta.Verso di banconota da venti euro analizzata con la luce ultravioletta.

 

 banconote

 

 

Il 15 giugno 1999, il Nucleo veniva elevato a Comando di Corpo, ridenominato “Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria“.

Con l’istituzione di tale comadno si è voluto assicurare una qualificata presenza dell’Arma dei Carabinieri a livello nazionale ed internazionale nel delicato settore della prevenzione e del contrasto al falso nummario.

Il Comando, che si articola su una struttura di comando ed una sezione operativa con competenza nazionale, assolve i seguenti compiti:

  • individuazione dei flussi di falsificazione di interesse della criminalità organizzata;
  • conduzione di attività investigativa d’iniziativa e d’intesa con i reparti dell’Organizzazione Territoriale e Speciale;
  • mantenimento e sviluppo di contatti e scambi informativi con gli omologhi organismi delle forze di polizia estere specializzate nel campo della lotta di contrasto al falso monetario.

Le falsificazioni oggetto di interesse sono quelle relative a: banconote e monete EURO ed estere, titoli di Stato, titoli di credito di varia natura, carte di credito e debito, assegni, valori bollati, carte valori, documenti.

ATTENTI ALL’EURO

Quadruplicata. In Italia nel corso del 2003 la contraffazione di banconote è risultata, rispetto al 2002, addirittura quadruplicata. Ad affermarlo, a metà dello scorso febbraio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze nel suo Rapporto Statistico sulla Falsificazione dell’Euro, con una dichiarazione che ha conquistato subito le prime pagine dei nostri giornali: delle 119.820 banconote verificate dal Centro Analisi Nazionale della Banca d’Italia, ne sono risultate false il 98 per cento, per una cifra corrispondente a 5.840.000 euro. Né le cose sono andate meglio per le monete: su 1.333 prese in consegna dalla Zecca, 753 erano false, di cui 609 da 1 euro.

Con l’arrivo della nuova moneta, insomma (di cui ricostruiamo le fasi in Tutto cominciò a Maastricht, pag. 28-29), l’industria dei falsari sembrerebbe proprio essere risorta a nuova vita. Ma se l’andamento crescente della loro attività ha colto impreparati i comuni cittadini, che hanno appreso la notizia con comprensibile preoccupazione, ha trovato invece ragionevoli giustificazioni tra gli esperti del settore, per i quali «se nel 2002 si sono avuti incrementi mensili delle segnalazioni sempre maggiori, nel corso del 2003 queste si sono stabilizzate, pur mantenendosi su livelli decisamente più elevati rispetto all’anno precedente».

Soltanto allarmismi, allora? «Il rischio euro, attualmente, non si può considerare superiore a quello precedente delle lire. Diciamo anzi che ci stiamo attestando sugli stessi quantitativi», risponde il colonnello Carlo Mori, Comandante dei Carabinieri Antifalsificazione Monetaria (Ccafm), a cui ci siamo rivolti per fare il punto della situazione. «Anche se è innegabile che nell’ultimo anno ci sia stato un sensibile incremento delle banconote euro false sequestrate. Come c’è stato quello delle monete. Sia per quanto concerne i sequestri effettuati dalle Forze di Polizia, sia per quelli amministrativi, operati cioè, da Poste, istituti di credito, e così via. Ma bisogna anche capire il senso di questo aumento». E allora, con l’aiuto del colonnello Mori, cerchiamo di capire.

Al fenomeno, innanzitutto, «va data una una lettura “diacronica”, cioè attraverso il tempo». In altre parole, è stato il 2003 il primo anno effettivo di vita dell’euro: nel 2002 né la banconota né la moneta erano ancora conosciute, non solo dal pubblico, ma neanche dai falsari. Che perciò hanno dovuto letteralmente studiarle: tanto nella grafica, quanto per capire quali erano i tagli più diffusi, e quindi più facilmente smerciabili. «Le prime euro banconote che abbiamo sequestrato nel 2002 erano abbastanza grossolane rispetto alle attuali, poco più di fotocopie», chiarisce Mori. «C’è voluto del tempo per arrivare a contraffazioni “apprezzabili”. Che oggi invece cominciano a circolare, anche nella logica di una concorrenza tra produttori. Non dimentichiamo che quello dei falsari, per quanto illecito, è un vero e proprio business».

Le più falsificate sono le banconote da 50, e a seguire quelle da 20 euro. Uno degli epicentri produttivi sembra essere la Campania, data la presenza di una criminalità tradizionalmente e storicamente sensibile in tale settore. Vengono stampate sia in offset, dalle grandi organizzazioni, sia, come prima accadeva soprattutto all’estero, digitalmente, e quindi anche in piccoli quantitativi, da parte di «insospettabili neofiti», e poi smerciate in prevalenza nel Centro e nel Nord Italia e nelle città d’arte, dove, rispettivamente per il tessuto commerciale più sviluppato e per il maggiore afflusso turistico, risulta poi più facile distribuirle. Per le monete, invece, la zona maggiormente interessata alla produzione e distribuzione di falsi sembra essere il “triangolo industriale” Milano-Torino-Genova, sia perché lì si trovano l’industria pesante ed il relativo indotto, che facilita la disponibilità dei materiali necessari, sia anche per la vicinanza al crocevia economico europeo.

Ma per quanto i nostri falsari risultino essere tra i più specializzati, non è l’Italia attualmente il Paese più colpito dalle contraffazioni. Del resto, il quadro della falsificazione si sta rapidamente trasformando. «Non solo è destinato ad assumere proporzioni maggiori», dice il Comandante Mori, «ma anche una valenza transnazionale, continentale, mondiale, addirittura. E se contraffazioni di notevole rilevanza si sono già riscontrate nell’Est europeo, il pericolo è che la banconota non venga falsificata solo in Eurolandia, ma, come già avviene per il dollaro, anche in altre parti del mondo. Perché? Intanto, l’euro è oramai diventata la seconda moneta di riferimento dopo il dollaro; e poi le rotte del falso non sono più isolate, ma possono trovare linee di comunicazione con altri traffici illeciti: la prostituzione, l’immigrazione clandestina, le opere d’arte, soprattutto, per le quali siamo in costante rapporto con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Tpc). Con le banconote false, infatti, si può tentare di commettere truffe, anche per l’acquisto di opere d’arte».

Che fare allora per fronteggiare questa crescente minaccia? C’è da dire che si stanno prendendo le più opportune misure a livello internazionale. «Tutti i Paesi membri dell’Unione europea si vanno organizzando: Europol, l’Agenzia Europea di Polizia, ha costituito gruppi di analisi per raccogliere ed agevolare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri nel settore del falso monetario», spiega il colonnello Mori. «In più, per quanto concerne lo studio e l’addestramento, anche la Commissione europea opera con l’Olaf (Ufficio centrale lotta antifrode, a Bruxelles), ed è stato rafforzato il coordinamento tra l’Europol, a L’Aja, ed il Segretariato Interpol di Lione, dove si trova l’Ufficio Mondiale Antifalsificazione Monetaria. In tutte queste sedi sono presenti ufficiali del nostro Comando». Le istituzioni europee che sono preposte alla salvaguardia della moneta unica dovranno compiere però anche un ulteriore sforzo per armonizzare l’attuale legislazione sotto molti aspetti ancora diversa da Paese a Paese.

Ma non è solo un discorso di repressione. Anche la prevenzione ha la sua importanza. E se si pensa che all’estero è stato possibile mettere in circolazione tagli da 300 euro, si capisce che in realtà da questo punto di vista c’è ancora parecchio da fare. «In effetti le persone sono poco attente, non osservano come dovuto le nuove banconote e le nuove monete», precisa il Comandante Mori. E aggiunge: «Tutti ci chiedono come imparare a riconoscere gli euro falsi. In realtà il problema è imparare a riconoscere quelli autentici. Se io conosco il vero, allora evito il falso».

Eh già. Perché controllare il denaro è un dovere civico. Bisognerebbe insegnare nelle scuole ad “attenzionarsi”, come si dice in gergo, sulle nostre banconote e le nostre monete. Imparando a verificarne sia il recto che il verso, a riconoscerle al tatto, a confrontarle con altre di uguale valore, a fare attenzione al bordo delle monete, a leggere in controluce le banconote ed esaminarne lo stripe, la lamina metallica posta su quelle dai 5 ai 20 euro, ed il patch, l’ologramma “cuore” di quelle da 50 a 500. Ricordando che il falsario ha interesse ad ingannare la prima persona che viene a contatto con il “suo” denaro, dunque il comune cittadino, non certo il più esperto operatore bancario, e gioca quindi proprio sulla distrazione. Una distrazione che del resto appare molto diffusa: tra i soggetti con reddito elevato, e che quindi dovrebbero risultare avvantaggiati, perché più abituati a maneggiare denaro, così come tra quelli con meno possibilità economiche, o magari di età più avanzata.

Stando così le cose, è indispensabile che tutti i cittadini, per evitare costosi raggiri, familiarizzino sempre più con l’euro. Perché esso – che pure, con i suoi elementi di sicurezza che assemblano il know how delle banche centrali dei Dodici, è quanto di più ipertecnologico oggi esista – è destinato inevitabilmente ad essere oggetto di contraffazione. «È l’eterna lotta tra la corazza e il cannone», commenta il colonnello Mori. «Cambiano i materiali, cambiano gli elementi da riproporre, cambiano le tecnologie, ma l’impegno dei falsari rimane sempre lo stesso: riuscire ad effettuare una buona riproduzione. Una cosa però possiamo dirla: se loro, per continuare a produrre illegalmente, dovranno “studiare”, informarsi, aggiornarsi, altrettanto faremo noi, impegnati come siamo, giorno dopo giorno, a contrastarli».

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