Minacciata di morte e perseguitata dalle telefonate anonime. Da venerdì, quando a Villa Matilde di Neviano degli Arduini i carabinieri hanno fatto scattare gli arresti dell’operazione Cerbero, la tirocinante che con la sua coraggiosa denuncia ha fatto esplodere il caso vive nel terrore.
Lo dichiara lei stessa in una intervista pubblicata oggi da Gazzetta di Parma. La donna riferisce di frasi del tipo: “Ti uccido”, “Hai finito di vivere”… Voci di uomini e di donne che continuano ad arrivare attraverso telefonate a tutte le ore del giorno e della notte. Non è escluso che le utenze siano già sottoposte a controllo da parte degli inquirenti, che potrebbero quindi agevolmente risalire agli autori dei messaggi intimidatori.
Nell’intervista a Gazzetta di Parma, l’operatrice sociosanitaria tirocinante a Neviano racconta anche che il direttore della struttura – oggi indagato per omessa denuncia – le avrebbe firmato anche il mese di tirocinio in anticipo per mandarla via.
La ragazza che al suo primo giorno al secondo piano della struttura – dove sono ospitati i malati di Alzheimer e di altre patologie degenerative – ha subito dovuto assistere, non vista dall’operatrice, all’episodio in cui un anziano picchiato e dileggiato, è stato preso per il collo e spinto con il muso a terra per mangiare la pasta che gli era caduta sul pavimento. Un episodio che alla tirocinante ha fatto perdere il sonno e, nonostante le minacce ricevute già sul momento, dopo non essere stata ascoltata da nessuno a Villa Matilde, ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri.
Non ha saputo più nulla della sua denuncia di ottobre, sembrava fosse finito tutto nel dimenticatoio. Fino a venerdì, quando dai mezzi d’informazione ha saputo la notizia e visto i video girati dalle telecamere nascoste dei carabinieri.
Si è appreso intanto che anche altre due tirocinanti, in seguito alla denuncia, avrebbero testimoniato su fatti agghiaccianti. Vincende delle quali oggi i sette operatori finiti agli arresti domiciliari dovranno rispondere al gip Paola Artusi che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare su richiesta del pm Lucia Russo. Nel pomeriggio sfileranno in tribunale con i loro legali: Hafida El Fathaoui, 36 anni, marocchina residente a Neviano; Silvia Guazzetti, 46, di Ramiseto; Annamaria Selva, 48, campana residente a Canossa; Angelo Lamacchia, 28, siciliano residente a Quattro Castella; Agnese Palladini, 33, residente a Lesignano; Malika El Wahab, 57, marocchina residente a Traversetolo; Pietro Di Nuzzo di 30 anni, origini campane ma residente a Canossa.
Oltre a loro, ci sono anche cinque indagati a piede libero per altri episodi di maltrattamenti agli anziani e, il direttore della struttura, solo per l’omessa denuncia.