L’imprenditore parmigiano Paolo Signifredi, 52 anni, in carcere nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Mantovano e nel Cremonese, starebbe per diventare “collaboratore di giustizia”. Lo rivela la Gazzetta di Mantova, secondo la quale il 4 maggio sarà presa la decisione definitiva, alla scadenza del primo programma di protezione concesso in seguito al “pentimento” e che lo vede attualmente detenuto in un carcere segreto.
Signifredi dallo scorso mese di agosto starebbe aiutando gli inquirenti della Procura di Brescia a ricostruire gli interessi di Nicolino Grande Aracri, ritenuto il boss dell’omonima ‘ndrina della mafia calabrese infiltrata tra l’Emilia e la Lombardia, e se le sue rivelazioni troveranno conferma, per lui scatterà lo status di “collaboratore di giustizia”, quindi potrà uscire dal carcere con una nuova identità e resterà a vita sotto protezione.