Parmalat, bilancio 2015 positivo e dividendi per 31,5 milioni. Ma è polemica...

Parmalat, bilancio 2015 positivo e dividendi per 31,5 milioni. Ma è polemica nel Cda: si dimettono tre consiglieri

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ParmalatParmalat continua a crescere, ma qualcosa non va e l’intero consiglio d’amministrazione decade per le dimissioni di alcuni membri dal prossimo 29 aprile, quando l’assemblea degli azionisti sarà chiamata a votare il bilancio 2015. A innescare la miccia è stato Antonio Sala, rassegnando le dimissioni, come si legge in una nota dell’azienda, “a fronte del continuo riproporsi di contrapposizioni in seno al consiglio di amministrazione. A suo giudizio, tali contrapposizioni non facilitano l’operare dello stesso sui fronti strategici e gestionali ove il Gruppo è maggiormente impegnato, date le complesse situazioni dei Paesi e dei mercati in cui è presente”. Sala è stato seguito a ruota da Yvon Guérin e Patrice Gassenbach, che hanno così determinato la decadenza del Cda presieduto da Gabriella Chersicla. Che l’assemblea degli azionisti del 29 aprile dovrà rieleggere. Nei giorni scorsi aveva lasciato per “motivi professionali” anche il presidente del collegio dei sindaci, Michele Rutigliano, docente alla Bocconi, sostituito dal commercialista parmigiano Marco Pedretti, che ha così dovuto lasciare “Azione Parmalat”, l’associazione che riunisce gli azionisti di minoranza.

Il Bilancio

L’assemblea degli azionisti Parmalat del prossimo 29 aprile sarà però chiamata a votare un bilancio piuttosto positivo, con una proposta di pagamento di dividendi per 31,5 milioni di euro, pari a 0,017 euro per ognuna delle 1.853.033.242 azioni ordinarie emesse alla data del 31 dicembre 2015. L’importo della cedola sarà messo in pagamento il 25 maggio 2016, con data di “stacco” in Borsa il 23 maggio e record date il 24 maggio.

Il fatturato netto di Parmalat (6.416,1 milioni di euro) risulta in crescita dell’8,8% a perimetro e cambi costanti (+15,7% a perimetro e cambi correnti), con un Margine Operativo Lordo (444,5 milioni) in aumento del 22,1% a perimetro e cambi costanti (+1,1% a perimetro e cambi correnti), esclusa in entrambi i casi l’iperinflazione in Venezuela. L’utile d’esercizio si attesta a 147,6 milioni (+30,9% a perimetro e cambi costanti, -28,1% a perimetro e cambi correnti e iperinflazione). Le disponibilità finanziarie nette sono 301,1 milioni contro i 1.119,1 del 2014.

La Guidance 2016 prevede una crescita del fatturato netto di circa il 5% e del margine operativo lordo di circa il 10%. Ma la crescita vera e propria dovrebbe realizzarsi, secondo le previsioni, soprattutto nel secondo semestre dell’anno, mentre sul primo graverà ancora la difficile congiuntura economica che interessa molti paesi.

In crescita del 7,9%, invece, dell’utile d’esercizio della sola Parmalat Spa di Collecchio, che arriva a 65,3 milioni.

A migliorare la redditività del gruppo anche il calo del prezzo del latte, anche se in alcune realtà questo si è poi tradotto in una correzione al ribasso dei prezzi di vendita.

Nel corso del 2015, inoltre, il Gruppo Parmalat ha acquisito in America Latina del Gruppo Esmeralda (Esmeralda), che opera in Messico, Uruguay e Argentina, e in Brasile di alcuni asset di Lácteos Brasil S.A. – Em Recuperação Judicial (LBR), di Elebat Alimentos S.A. (Elebat) – divisione dairy di BRF S.A. – e di Nutrifont S.A.. In Australia il Gruppo ha finalizzato l’acquisizione della società Longwarry Food Park Pty Ltd (Longwarry) e in Italia del ramo d’azienda e del marchio Latterie Friulane. Nel bilancio, però, non figurano i risultati apportati da queste acquisizioni, così come il dato relativo all’iperinflazione che si registra in Venezuela.

Ma quali sono i risultati del Gruppo presente ormai in tutti e cinque i continenti?

L’area Europa include le aziende operanti in Italia, Russia, Portogallo e Romania. Il fatturato netto si attesta a 1.093,5 milioni di euro e il margine operativo lordo è pari a 111,2 milioni di euro nel 2015. La significativa svalutazione del rublo nei confronti dell’euro, iniziata in particolare nell’ultima parte dell’anno precedente, ha comportato un impatto negativo sul fatturato e sul margine operativo lordo dell’area, rispettivamente pari a circa 29 milioni di euro e 1,5 milioni di euro. A cambi e perimetro omogenei, i risultati mostrano un fatturato in calo del 2,5% e un margine operativo lordo in aumento del 2,7% rispetto all’anno precedente.

In Italia il mercato dairy ha fatto registrare una lieve contrazione dei consumi, soprattutto nel segmento latte. Nonostante ciò la consociata rafforza la propria leadership sia nel latte UHT che nel latte pastorizzato (considerando tutti i canali di vendita) anche grazie all’ottima performance del marchio Zymil, che ha guadagnato quote di mercato sia a volume che a valore. Nel segmento della panna UHT Parmalat conferma la prima posizione competitiva, aumentando la propria quota di mercato, soprattutto grazie al marchio Chef e al lancio della gamma di prodotti monodose Chef Les Voilà.

L’area Nord America include le consociate che operano in Canada e negli Stati Uniti d’America. Nel 2015 il fatturato netto ammonta a 2.448,5 milioni di euro e il margine operativo lordo è pari a 217,8 milioni di euro. Le significative rivalutazioni del dollaro americano e del dollaro canadese, nei confronti dell’euro, hanno comportato un impatto positivo sul fatturato e sul margine operativo lordo, rispettivamente pari a circa 202 milioni di euro e 19,6 milioni di euro. A cambi costanti, il fatturato netto dell’area risulta in calo del 4,7%, mentre il margine operativo lordo è in crescita del 4,8% rispetto all’anno precedente principalmente grazie al buon andamento della consociata americana.

Negli Stati Uniti d’America Parmalat ha conseguito ottimi risultati attraverso una significativa crescita dei volumi con un aumento del margine operativo lordo di circa il 30% rispetto all’anno precedente. Il comparto formaggi ha registrato un incremento dei consumi e in tale contesto la consociata conferma la leadership nei segmenti mozzarella da cucina, formaggi a crosta bianca e ricotta e mantiene inalterate le proprie posizioni competitive negli altri segmenti in cui è presente (mozzarella fresca, feta, formaggi snack e cheddar d’alta gamma). Negli spalmabili di alta gamma, Parmalat si assesta come seconda forza del mercato. I buoni risultati della consociata sono anche il frutto della strategia di marketing posta in essere negli ultimi anni.

In Canada Parmalat registra maggiori difficoltà in quanto opera in mercati caratterizzati da una forte pressione competitiva, ma conferma comunque la seconda posizione nel mercato dei formaggi mantenendo una forte leadership nel segmento snack, grazie al marchio Cheestrings. Inoltre, la consociata mantiene inalterate le proprie posizioni competitive nel comparto del latte, incrementando la propria quota di mercato, e dello yogurt, anche grazie ai buoni risultati del lancio di Astro Athentikos.

L’area America Latina include le aziende operanti in Brasile, Messico, Venezuela, Colombia, Ecuador, Paraguay e altre minori. Il Gruppo ha rafforzato la propria presenza in Brasile – attraverso l’acquisizione di LBR (gennaio 2015) e di Elebat (luglio 2015) – ed in Messico, Uruguay ed Argentina con l’acquisizione del Gruppo Esmeralda nel corso del secondo trimestre dell’anno. Nel 2015, escludendo l’effetto dell’aggiustamento per iperinflazione, il fatturato netto dell’area è pari a 1.338,4 milioni di euro e il margine operativo lordo si attesta a 85,5 milioni di euro. A cambi costanti e perimetro omogeneo (escludendo LBR, Elebat ed Esmeralda) e senza gli effetti dell’iperinflazione, i risultati mostrano un fatturato e un margine operativo lordo in crescita rispettivamente del 98,4% e del 104,4%. L’effetto cambio negativo, determinato principalmente dal deprezzamento del bolivar venezuelano nei confronti dell’euro, risulta pari a circa 530 milioni di euro sul fatturato e 77 milioni di euro sul margine operativo lordo.

In Brasile, i risultati delle attività già in essere e delle acquisizioni realizzate nella prima parte dell’anno (LBR) hanno risentito dell’andamento economico sfavorevole del Paese, oltre che delle difficoltà nel riavviare le produzioni parzialmente sospese durante la procedura concorsuale. L’acquisizione di Elebat, entrata nel Gruppo nella seconda parte dell’anno, ha dato un contributo positivo. La consociata è leader di categoria nel mercato del latte UHT e si conferma secondo player nel comparto formaggi.

In Messico, il Gruppo ha conseguito risultati industriali positivi nel corso dell’esercizio rafforzando la propria presenza nel Paese grazie all’acquisizione di Esmeralda, operante nel mercato dei formaggi che nel 2015 si è distinto per essere uno dei mercati fra i più dinamici dell’intero comparto dairy. In Venezuela la consociata registra una crescita soprattutto a seguito dell’adeguamento dei listini all’elevato livello di inflazione del Paese.

Nell’area Africa – che comprende le consociate che operano in Sud Africa, Zambia, Botswana, Swaziland e Mozambico – il fatturato netto si attesta a 418,2 milioni di euro e il margine operativo lordo ammonta a 35,4 milioni di euro nel 2015.   L’effetto cambio non è stato particolarmente significativo; a cambi costanti, i risultati dell’area mostrano un aumento del fatturato e del margine operativo lordo pari rispettivamente al 6,4% e al 3,2%. Il buon andamento dell’area, rispetto all’anno precedente, è determinato da un incremento dei volumi di vendita favorito anche da maggiori disponibilità di materia prima latte. In Sud Africa Parmalat conferma l’indiscussa leadership nel mercato del latte aromatizzato con il 52% di quota e nel mercato dei formaggi, registrando una performance positiva del marchio Parmalat nei segmenti hard cheese e processed slices. Nel latte UHT e nello yogurt conferma la seconda posizione del ranking.

In Oceania il fatturato netto ha raggiunto il miliardo di euro e il margine operativo lordo si attesta a 64,7 milioni di euro nel 2015.   Il dollaro australiano, mediamente stabile rispetto all’anno precedente, non ha comportato un effetto cambio particolarmente significativo sui risultati. A cambi e perimetro omogenei, escludendo le nuove attività Harvey Fresh e Longwarry, si registra un fatturato netto sostanzialmente in linea rispetto all’anno precedente, mentre i volumi crescono del 3,8% in particolare a seguito del buon andamento della categoria latte aromatizzato e alla crescita delle vendite di latte UHT nel canale export. Il margine operativo lordo, a cambi e perimetro omogenei, risulta in aumento dell’11,4%, grazie alle iniziative volte alla riduzione dei costi di distribuzione, al contenimento dei costi di struttura e al miglioramento del mix di vendita focalizzato sulle categorie a più alto valore aggiunto. 5 Parmalat si conferma leader di categoria nel latte pastorizzato e mantiene stabile le proprie posizioni di mercato nel latte UHT e nel latte aromatizzato, grazie alle buone performance dei marchi Oak e Rush. Nel comparto yogurt, in cui l’azienda ha lanciato Pauls Athentikos nel segmento greek, la consociata conserva la propria posizione di mercato, mentre nei dessert si rafforza come primo player. Nel corso del primo trimestre 2015, il Gruppo ha acquisito la società Longwarry, operante principalmente nel business degli ingredienti, che consente anche di ottenere dei benefici nell’approvvigionamento delle materie prime latte per l’intera area australiana.

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