Il commissario europeo alla Migrazione, affari interni e cittadinanza Dimitris Avramopoulos da oggi è anche professore onorario del Collegio Europeo di Parma. Il titolo gli è stato conferito dal presidente Cesare Azzali al Teatro Regio, dove l’esponente della Commissione europea ha tenuto la Lectio inauguralis per l’apertura dell’anno accademico 2015/2016 del diploma e Master universitario in Alti studi europei (Dase) della Fondazione collegio europeo di Parma.
Un incontro avvenuto in un Regio blindato dalle forze dell’ordine, nel corso del quale sono stati consegnati i diplomi ai giovani che hanno concluso il loro percorso di studi, ma soprattutto è stata firmata la lettera d’intenti per il completamento della Scuola per l’Europa, in cantiere ormai da troppo tempo.
Temi portanti della giornata, ovviamente, la questione immigrazioni con le ultime notizie di cronaca, il futuro politico ed economico dell’Unione. Dimitris Avramopoulos, un passato da diplomatico e poi una lunga esperienza di ministro in Grecia, il suo paese, non ha nascosto le difficoltà che ci sono a livello europeo sull’accoglienza, sul controllo delle frontiere e non solo. Ma ha assicurato che su questa strada “l’Italia non è sola”.
Avramopoulos, nel corso del suo intervento, risalendo alle origini della nostra civiltà – “In Europa siamo tutti discendenti di Pericle” – ha ricordato ai giovani che “il futuro dell’Europa è nelle vostre mani”. Difficile pensare a un’organizzazione diversa da quella dell’Ue, nonostante i problemi e le difficoltà.
Prima dell’intervento del commissario Avramopoulos, il sindaco Federico Pizzarotti ha indicato come unica soluzione per l’Europa quella di “restare uniti”, ma anche la necessità di una “Europa politica” e non più dei burocrati e dei trattati. Filippo Fritelli, presidente della Provincia, ha sottolineato come le vere divisioni in Europa siano determinate oggi dallo squilibrio economico e da una migrazione di proporzioni bibliche, auspicando il ritorno a una guida unitaria del continente. L’assessore regionale Simona Caselli ha ricordato il suo trascorso dietro la cattedra del Collegio Europeo, dove si impara soprattutto a lavorare in un’ottica europea.
Il direttore scientifico del Collegio Europeo di Parma, Alfonso Mattera, ha illustrato la situazione politica dell’Europa, partendo dalla complessa situazione economica della Grecia che ha tenuto il continente con il fiato sospeso, ricordando però a tutti che “l’Europa siamo noi, non è una entità tirannica”. Proprio in Grecia, ha detto tra l’altro Mattera, è nata quella democrazia che è oggi “il grande valore dell’Europa”.
Il presidente Cesare Azzali, oltre a chiedere un’Europa più forte e capace nel dare risposte concrete ai suoi cittadini, ha criticato la posizione dell’Inghilterra che si sente sempre più fuori dall’Unione. Azzali ha anche messo in guardia da pericolose retromarce rispetto a quanto seminato dai padri fondatori, citando ad esempio, tra i rischi sempre possibili, quanto sta accadendo in altri paesi a noi vicini, come Siria e Ucraina.
Nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico sono stati consegnati i diplomi a Docle Bleron, Bela Ornela, Valentina Calligaris, Giulia Cozzolino, Chiara Gandini, Valentina Malvermi, Marica Pascarella e Laura Varisco. Applausi per loro ma anche per il soprano Elisa Luzi che ha offerto un intermezzo musicale al pubblico del Regio.
IL CANTIERE DELLA SCUOLA PER L’EUROPA
A margine dell’inaugurazione dell’anno accademico, le istituzioni cittadine hanno voluto impegnarsi pubblicamente con una lettera di intenti che mira al completamento dei lavori per la costruzione della nuova Scuola per l’Europa di Parma.
“La sottoscrizione di una lettera di intenti da parte delle Istituzioni del territorio nasce dalla volontà unanime di concludere in tempi rapidi i lavori del cantiere della Scuola per l’Europa”, ha esordito il sindaco Federico Pizzarotti.
La lettera è stata sottoscritta oltre che da Pizzarotti, anche dal prefetto Giuseppe Forlani, dal presidente della Provincia Filippo Fritelli, dal direttore esecutivo di Efsa Bernhard Url e dal dirigente della Scuola per l’Europa Carlo Cipollone.
“Colgo l’occasione per ringraziare i parlamentari di Parma – ha continuato Federico Pizzarotti – per aver inserito nella legge di stabilità l’autorizzazione ad ultimare l’opera utilizzando i fondi di riserva in dotazione alla Scuola stessa”. Sui tempi il sindaco non si è sbilanciato: bisogna prima attendere che vengano ultimate le perizie sullo stato di attuazione del cantiere, poi appaltare i lavori e quindi portarli a termine e provvedere ad arredi e traslochi.
La “Legge di stabilità 2016” autorizza la messa in disponibilità delle risorse finanziarie, attualmente nel bilancio della Scuola per un importo di 3, 9 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno ancora 1,1 milionida parte del Comune, per arrivare ai 5 milioni di euro necessari per il completamento del nuovo edificio,già costruito per l’87% dell’impegno complessivo. I tempi, dunque non sono ancora misurabili, ma ora si configura la concreta possibilità di mettere fine al lungo periodo di sospensione dei lavori.
Questo consentirebbe la definitiva messa in opera degli accordi tra Stato, Comune, Provincia e Autorità Europea per la sicurezza alimentare che prevedono l’impegno a realizzare un’adeguata istituzione scolastica associata al Sistema delle Scuole Europee. La Scuola per L’Europa di Parma, riconosciuta quale scuola accreditata al Sistema delle Scuole Europee di Tipo 2 (grazie all’offerta di un programma educativo d’avanguardia e multilingue) con la possibilità di accogliere i figli dei funzionari delle istituzioni europee, ma anche alunni di famiglie locali, costituisce un indubbio valore aggiunto per il territorio, grazie alla possibilità di aprire la scuola stessa alla cittadinanza.
La scuola risulta, ad oggi, ospitata in locali provvisori in via Saffi, messi a disposizione dal Comune: questa condizione, per la tipologia dell’edificio, non permette di raggiungere gli standard ottimali nella fornitura dei servizi educativi agli alunni. Il completamento del nuovo plesso permetterebbe quindi una migliore organizzazione degli spazi educativi ed un potenziamento dell’offerta formativa; consentirebbe, inoltre, la liberazione, non solo dei locali di via Saffi, ma anche di altri plessi scolastici (Bertolucci e Ipsia) dove, oggi, sono ospitate alcune sezioni della Scuola per l’Europa.
Le Istituzioni interessate esprimono pertanto, tramite la sottoscrizione di una lettera di intenti, la volontà di mettere in atto tutte le azioni possibili per giungere in tempi rapidi al completamento del plesso scolastico.