L’amore dietro le sbarre, incontro a Palazzo Giordani

L’amore dietro le sbarre, incontro a Palazzo Giordani

2729
0
CONDIVIDI

25022016-GIAPPONE CARCERE2016 042L’affettività e l’amore sono stati i temi portanti del sesto incontro di “Pianeta Carcere: la promozione della salute fisica psichica e sociale negli istituti penitenziari”, ospitata nella sala Borri di Palazzo Giordani. Affettività recluse e obbligata preclusione alla libera circolazione delle occasioni di contatto tra le persone che si amano, sono da sempre questioni dibattute quando si parla di carcerazione. Perché questa di fatto interrompe, nega e a volte trasforma le relazioni affettive di ogni tipo al punto che spesso cessano contatti che potrebbero avere molto significato nella riabilitazione delle persone detenute. Questo è appunto l’amore disperso.

A trattare l’argomento, Rocco Caccavari, presidente dell’Associazione Marino Savini, Carmen Cimmino, psichiatra dell’Ausl di Parma, Elia De Caro, avvocato e responsabile dell’Associazione “Antigone” per l’Emilia Romagna, e Carla Chiappini, giornalista ed esperta in scrittura autobiografica di Piacenza. Ai lavori ha preso parte anche Emilia Agostini Zaccomer, presidente dell’Associazione “Per Ricominciare” di Parma.

La carcerazione determina l’assenza fisica e la deprivazione dei sentimenti che ogni essere umano, poco o tanto è capace di porgere ad altri esseri umani come mezzo di comunicazione amorosa e di scambio di sentimenti. Lo stato di detenzione  produce quindi anche una grave lesione nell’ambito della struttura sociale, per qualunque tipo di rapporti di affetto e causa squilibri e sofferenze anche alle persone incolpevoli rappresentate dai congiunti coinvolti affettivamente con i detenuti.

Tale condizione può essere causa di dissesti familiari e di ridotta crescita del desiderio di considerare gli affetti come sentimenti capaci anche di migliorare lo stato alterato delle persone separate. Così, per quanto riguarda l’affettività, l’interruzione delle relazioni diventa un trauma dentro e fuori dal carcere.

E necessario prevedere quale possa essere la giusta valutazione in questa sottrazione d’amore, considerando attentamente le ferite prodotte dalla frustrazione sessuale, dall’allontanamento fisico e il distacco sentimentale e trovare correttivi per ottenere che l’amore sia cura per quanti non hanno saputo tenerlo o per quanti ne restano privi, fuori dal carcere.

Nessun commetno

Lascia una risposta: