Per il terzo anno consecutivo nel mese di febbraio inaugura la mostra Acquarelli presso la Galleria Sant’Andrea di via Cavestro a Parma. Ideata dall’associazione Ucai, la mostra è diventata ormai un’occasione di confronto tra sei pittori parmensi, ogni anno diversi, che mostrano al pubblico una parte della propria produzione legata ad una tecnica complessa, sofisticata e di grande effetto. Artemisia Bolsi, Claudio Cesari, Francesca Ferrari, Giuseppe Passera, MariaTeresa Saccani, Giuseppina Vecchi sono i sei acquarellisti che esibiranno opere dal classico allo sperimentale, dal figurativo all’espressionismo, in un gioco di colori intensi vividi e anche romantici all’interno dello spazio espositivo della ex chiesa tardomedievale.
L’inaugurazione si terrà sabato 20 febbraio alle 17 e la mostra potrà essere visitata fino al 3 marzo a ingresso gratuito. L’esposizione resterà aperta al pubblico da martedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, mentre domenica potrà essere visitata solo al pomeriggio, dalle 16 alle 19. Lunedì è invece giornata di chiusura.
Le qualità pittoriche di Artemisia Bolsi che emergono caratterizzano il suo operare per vibrazioni tonali, per appena percettibili cariche d’ombre che attraverso un passaggio graduale e armonioso di toni e mezzetinte (sua è la gamma chiarista dei rosa, dei malva dei verdi, dei bianchi e delle terre, le cui sfumature si compongono in una struttura singolare ed emozionante) e producono una sorta di suggestione di movimento e di volume là dove il pennello riposa con più forza e più intensità.
Di Claudio Cesari, Tiziano Marcheselli scriveva: “…quasi una sola lettera d’amore per il torrente tanto frequentato. Una storia lunga un giorno o una vita. Una storia di differenze impercettibili (si sa che l’acquerello richiede una tecnica sofisticatissima), attraverso le cadenze delle ore e delle stagioni, con una striscia rossa che può diventare verde o grigia in pochi minuti, con dei bruni su cui incombono i cieli dei temporali, con delle discese liquide di azzurri e delle vegetazioni che annunciano l’ autunno. L’acquerello vive di acqua come il torrente ma la mescola con le terre e con i pigmenti, con l’aria, il sole e la nebbia. Questi sono acquerelli di circa vent’anni, ma dal primo all’ultimo passa un batter d’ali di un gabbiano di un fiume. Il resto è solo poesia”.
Francesca Ferrari gioca con la goccia d’acqua che scivola sul foglio. “La vesto con blu oltremare e carminio e, guardandola trasformarsi in viola intenso – dice l’artista – cerco di condurla con un gesto entro i limiti dell’immaginazione. Per un attimo c’è la sensazione di dominarla, ma è sempre lei a decidere come e quanto invadere il bianco della carta. Alla fine la osservo evaporare lentamente, nella gioiosa attesa che mi rinnovi la sorpresa sempre nuova del suo arcobaleno di colori”.
Secondo Annalisa Mobelli, gli acquarelli di Giuseppe Passera “spiccano per il tratto sicuro e deciso senza barocchismi, istintivo, immediato dai colori vivi e brillanti. I soggetti floreali, anche se giocati in monocromie di sfumature di blu oltremare o rossi magenta, mantengono sempre tridimensionalità e sembrano fuochi d’artificio nelle esplosioni di colore… I paesaggi hanno profondità e respiro anche dove riproduce un particolare angolo di un borgo come per un canaletto di Venezia, giocando con intense sfumature dai toni caldi…”.
Dopo alcuni anni di approfondimento della tecnica della pittura ad acquerello, Maria Teresa Saccani esprime emozioni e sogni, bellezza e gioia della natura, cercando di entrare nel mistero di quanto cresce e vive attorno a noi e ci coinvolge.
Infine Giuseppina Vecchi che, spaziando tra vari soggetti, da paesaggi a figure, da interni urbani a scorci di vie antiche, da nature morte a vividi fiori, lei ama sperimentare con i colori ad acqua su varie tipologie di carta ottenendo risultati anche molto differenti tra loro. Ciò che colpisce e che rimane tratto distintivo è l’intensità dei colori: vividi e saturi, dalle luci definite che stagliano i contorni di oggetti e figure la cui nitidezza abbaglia e cattura lo sguardo.