Si è parlato di diritto allo studio ma anche della riqualificazione dell’ex carcere di San Francesco questo pomeriggio nel Plesso di San Francesco dell’Università di Parma. Protagonista dell’appuntamento l’Assessore regionale al Coordinamento delle Politiche europee allo sviluppo, Scuola, Formazione professionale, Università, Ricerca e Lavoro Patrizio Bianchi, che ha incontrato personale accademico, autorità e studenti. Accanto a lui, a fare gli onori di casa, il rettore Loris Borghi.
“Il diritto allo studio è per noi fondamentale, anche perché la nuova governance di questo Ateneo ha messo al centro lo studente. Prima viene lo studente, poi tutto il resto. E in fondo alla struttura c’è il Rettore, che tutti i giorni controlla che al centro di tutte le attività ci sia lo studente“, ha detto in apertura il Rettore Loris Borghi, che nei confronti dell’Assessore Bianchi ha espresso “un ringraziamento molto sincero per tutto quello che sta facendo nel suo ruolo”.
Da parte dell’Assessore Patrizio Bianchi “stima e amicizia per il Rettore Borghi, per l’Università e per tutta Parma, perché quello che si sta facendo a Parma è tangibile e si vede. Non si tratta solo di restauri, ma di quello che c’è dentro: di riempire le strutture di sostanza. E qui la sostanza c’è e si vede“. “Il primo punto del diritto allo studio è avere una buona università“, ha spiegato Bianchi, che ha ribadito l’impegno della Regione gettando uno sguardo al futuro e sottolineando l’importanza di avere “non città con l’università ma città universitarie. Credo che tutto questo discorso del diritto allo studio non sia una cosa data: è materia di riflessione, deve essere migliorata. Noi ad esempio stiamo facendo una grande battaglia a livello nazionale perché aumentino le risorse per il diritto allo studio, con un forte legame con la qualità”.
Nel corso dell’appuntamento, a cui hanno partecipato tra gli altri il Sindaco Federico Pizzarotti, il Vice sindaco Nicoletta Paci, il Direttore dell’Unione Parmense degli Industriali Cesare Azzali e il Direttore di Imem-CNR Salvatore Iannotta, sono intervenuti anche Patrizia Mondin, Direttrice di Er.Go – Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, Carlo Quintelli, Pro Rettore all’Edilizia, Infrastrutture e Insediamento Urbano dell’Università di Parma, Alberto Spagnolli, Responsabile del Dipartimento Comunicazione di EFSA (European Food Safety Authority).
Hanno preso la parola anche diversi studenti rappresentanti di associazioni e organismi studenteschi dell’Ateneo.
Prima dell’incontro l’Assessore Bianchi è stato accompagnato a visitare la struttura dell’ex carcere di San Francesco, al centro di un importante progetto di riqualificazione da parte dell’Ateneo: è stato il Pro Rettore Carlo Quintelli a illustrarlo. L’obiettivo, con il recupero dell’ex carcere che andrà ad aggiungersi ai numerosi interventi già realizzati nel plesso, è quello di dotare la città di un significativo nuovo polo universitario in centro storico: un nuovo campus in centro città, all’interno della Mastercampus Strategy.
Il piano di recupero del carcere adiacente al convento di San Francesco, progettato da Nicola Bettoli nell’ambito delle grandi strutture urbane volute da Maria Luigia all’inizio dell’Ottocento, costituisce un obiettivo di rilievo nella strategia di sviluppo Mastercampus voluta dall’Ateneo. Per molteplici ragioni. Innanzitutto riguardo all’intenzione dicreare nel complesso di San Francesco un vero e proprio centro di residenza per studenti, ricercatori, docenti in particolare di provenienza internazionale, così completando la dotazione della Erasmus Home inaugurata nel 2014. Ma in generale il rafforzamento dei servizi di ospitalità si accompagnerebbe alle attività già presenti di servizio amministrativo e logistico, di attività didattica per Giurisprudenza, di relazione con il plesso di borgo Carissimi e di complementarità con la Casa della Musica. In poche parole, come si diceva, un vero e proprio grande polo della presenza universitaria nel centro storico, fortemente integrato con la vita della città.
L’intervento sull’ex carcere prevede il recupero di oltre 6.000 mq con la possibilità di realizzo nelle celle di 87 camere e due alloggi, oltre a spazi di servizio interni ed esterni a verde ad uso collettivo. Una distribuzione di spazi particolarmente idonea al recupero residenziale. Il progetto si avvale inoltre della consistenza anche materiale dell’edificio, realizzato attraverso strutture murarie di straordinaria qualità costruttiva.
Il progetto di recupero acquisisce inoltre il valore aggiunto del recupero alla pubblica fruizione di un bene storico monumentale tra i meglio conservati in Italia, testimonianza di una tipologia architettonica innovativa, allora d’avanguardia, di evoluzione degli standard della condizione detentiva.
Con il recupero dell’ex carcere e di altre parti del complesso in programmazione, l’intero plesso di San Francesco potrebbe essere riconsegnato all’uso pubblico nell’arco di alcuni anni.