Tre giorni fa, l’Europa intera si è ricordata, come ogni anno, della follia bellica e della conseguente morte di uno spropositato numero di persone “diverse”, secondo i malati canoni nazisti.
Oggi vogliamo riportare all’attenzione di tutti i cittadini una guerra, molto meno conosciuta ed “importante”, agli occhi dell’Europa stessa. Una guerra combattuta contro i “diversi”, contro una collettività che non voleva accettare la supremazia imposta. Una guerra che non possiamo e non vogliamo dimenticare, una continua battaglia per i diritti di una popolazione, della sua magnifica terra e della sua immensa cultura. Oggi ricordiamo il quarantaquattresimo anniversario della carneficina nord-irlandese, ad opera dell’esercito britannico.
Il 30 gennaio 1972 a Derry, la seconda città più grande dell’Irlanda del Nord, si compiva un massacro. Quattordici innocenti disarmati, di cui sei minorenni, vennero barbaramente uccisi dai parà dell’esercito britannico durante una manifestazione pacifica, che aveva l’unico scopo di richiedere diritti civili di cui la popolazione Irlandese in Ulster non godeva. L’episodio è passato alla storia come “Bloody Sunday”, il secondo dopo quello di Dublino del 1920, ed è stato oggetto di numerosi insabbiamenti da parte del governo Thatcher. Il fatto fu talmente vergognoso che la popolazione Irlandese iniziò ad unirsi in massa alle brigate guerrigliere di IRA (Irish Republican Army) e INLA (Irish National Liberation Army), vedendo ormai nella resistenza armata l’unica via per difendersi dai soprusi di un governo, che incarcerava persone senza processo o accuse formali, e delle bande armate lealiste protestanti. Fu quindi l’inizio vero e proprio della resistenza irlandese, in cui noi vediamo un parallelismo con la nostra Resistenza antifascista. Loro hanno avuto IRA e INLA , noi avevamo le Brigate Garibaldi e Matteotti; loro hanno avuto Bobby Sands, noi avevamo Antonio Gramsci; loro erano oppressi da RUC, UVF e UDA, noi da Repubblichini, SS e X-MAS. Nel segno della comune lotta antifascista ed antimperialista, noi onoriamo i caduti di Derry come fossero nostri compagni.
Circa due mesi fa, un’incredibile notizia: dopo ben quarantatrè anni è stato arrestato un ex-militare sessantaseienne, accusato di aver trucidato senza nessuna pietà tre ragazzi. Nemmeno il tempo di far passare quarantotto ore, ed il servo della Corona inglese si trovava già fuori su cauzione. L’ennesima prova che nel nostro mondo uber-capitalista, il Dio Denaro può cambiare le sorti della giustizia.
Ma noi non dimentichiamo, portiamo avanti la memoria di quei quattordici civili irlandesi (e di tantissimi altri, caduti per liberare il loro Paese), compagni nelle lotte, per un mondo più giusto e socialista.
Federazione Giovanile Comunista d’Italia – Sezione di Parma