Il denominatore comune che si sente ripetere come un mantra dagli studenti delle scuole superiori e che diventa anche il loro obiettivo è imparare le lingue, prima di tutte l’inglese.
Abbiamo girato per la città per sentire i sogni degli adolescenti che presto saranno uomini e donne per capire se hanno idee chiare sul dopo scuola, sul lavoro da svolgere, oppure brancolano ancora nel buio. “Sono preoccupata” esordisce Camilla al terzo anno del liceo classico. Quando ho iniziato la mia scuola davo per scontato di fare l’università, magari lettere o legge, ma ora vedo che conseguire una laurea non da automaticamente accesso ad un lavoro. Anzi conosco una persona che di lauree ne ha due e fa il bidello. A questo punto credo che alla fine della scuola farò un viaggio-lavoro per andare sul campo ad imparare l’inglese che è sempre molto richiesto negli annunci di lavoro”. “Io prosegue Gabriele sto valutando delle scuole speciastiche di nuova generazione come quella per diventare un disegnatore di fumetti o imparare l’arte del trucco nel cinema, il make up. Sono lavori diversi che dovrebbero aprire strade un pò meno intasate, con meno concorrenza.”
Matteo invece ha le idee molto chiare:”appena conseguita la maturità uno stage all’estero, magari in America o in Inghilterra, poi mi iscrivo a legge e vado a fare praticantato nell’ufficio di famiglia in attesa di dare l’esame da avvocato“. Sono tanti quelli che vogliono seguire le impronte paterne, chi vuole fare il commercialista, chi l’avvocato ma anche c’è chi sogna di diventare giudice o lavorare nell’impresa commerciale di famiglia. Passioni che si trasmettono da generazioni come quelle della terra. abbiamo incontrato una classe di agraria del Bocchialini che si stava recando al cinema e parlando con due o tre di loro ci ha colpito l’amore per l’agricoltura.
“Sono certo-dice Davide- che stiamo tornando verso un economia agricola dove specializzarsi nei nuovi metodi di cultura diventa un’arma vincente.Non a caso lo slogan dell’ultima edizione dell’Expo organizzata a Milano era incentrata sul motto Feed the Planet, nutrire il pianeta. Mi ha colpito molto il discorso di Joris Lohman, rappresentante della rete che riunisce i giovani soci Slow Food dal Brasile al Giappone, dagli Stati Uniti alla Francia e in molti altri Paesi.
Nelle sue parole c’è molto più di un sogno. C’è un progetto per restituire a contadini, artigiani del cibo, pescatori, e indigeni under 40, visibilità rispetto alla filiera del cibo. Sono infatti soprattutto loro, i giovani che lavorano la terra, a sfamare il Pianeta (l’agricoltura familiare, produce l’80% degli alimenti che consumiamo), e l’iniziativa, avviata in collaborazione con la rete mondiale Terra Madre, è stata quindi battezzata “We feed the planet”. E se non ci pensiamo noi, che siamo la speranza del futuro chi lo può fare?
A questo proposito capita a fagiolo il comunicato di Coldiretti Enilia Romagna che pubblichiamo:
LAVORO: EMILIA ROMAGNA, GIOVANI PUNTANO SU AGROALIMENTARE
Per il 2016 in Emilia Romagna hanno presentato domanda di primo insediamento alla guida di una azienda agricola più di 400 giovani. Il dato è di Coldiretti regionale, che rileva come l’interesse dei giovani conferma che l’agricoltura e l’agroalimentare vengono visti come settori con prospettive di occupazione, con un lavoro in cui esprimere creatività e capacità imprenditoriale.
Proprio per premiare le idee innovative, l’attività di ricerca e diversificazione, la capacità di sfidare la globalizzazione, Coldiretti Giovani Impresa ha aperto dal 29 gennaio le iscrizioni all’edizione 2016 di Oscar Green, il concorso con l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica riservato agli imprenditori agricoli e agroalimentari under 40 che abbiano realizzato un modello d’impresa originale e innovativo. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 marzo e possono essere fatte online sul sito web www.oscargreen.it, dove è possibile trovare anche il regolamento, oppure rivolgendosi alle sedi provinciali di Coldiretti.
“La crescita di opportunità lavorative nell’agricoltura – ha detto la delegata di Coldiretti Giovani impresa dell’Emilia Romagna, Valentina Bosco – è dovuta al fatto che negli ultimi anni si sono sviluppati all’interno del settore nuovi mestieri con circa il 70 per cento delle imprese giovani che opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio e yogurt, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, e addirittura agricosmetici”.
In Emilia Romagna i giovani under 40 occupati nelle 70 mila aziende agricole regionali sono 17.901, il 31% dei quali (5.800) sono titolari delle proprie imprese.