Dopo il fattaccio dell’accoltellamento dei tre extracomunitari avvenuto in via Zarotto, siamo andati “sul campo” per cercare di capire come si vive in quella zona, se si tratta di un episodio isolato oppure se la gente ha paura ed anche lì è iniziato inesorabilmente il degrado che ha colpito varie zone della città.
karim il titolare della pizza d’asporto è deciso nel difendere la sua zona. “Qui è tutto tranquillo” dichiara non succede mai nulla e credo che l’accoltellamento sia un caso che rimarrà isolato”. Fermiamo la gente e in tanti sembrano cadere dal pero dicendo di non sapere nemmeno dell’accoltellamento. E c’è chi addirittura tira dritto e non risponde alle domande.
Ci rechiamo nella vicina farmacia e parliamo con Fabrizio che ci confida che “in 6 anni non è mai successo niente al nostro esercizio. Il problema è caso mai in via Mascagni, (una laterale di via Zarotto ndr) dove ci sono tantissimi extracomunitari. Via Zarotto è tranquilla ma basta andare al parco Ferrari e trovi un centro di spaccio molto fornito. Con i bambini sono posti ormai infrequentabili”.
Entriamo in un negozio che ripara bici ed il titolare inveisce sui ladri di biciclette. “E’ incredibile il numero di bici che vengono rubate in questa zona”
Entriamo in un bar di via Mascagni e la titolare simpaticamente commenta: “Io vivo in via Trento e lì si che il degrado è massimo. Qui sembra un’oasi di pace. Qui spacciano nei parchi là sotto casa della gente.
Angelo il verduraio della zona racconta che in via Mascagni gli extracomunitari si prendono a botte cinghiate all’interno del palazzo e dopo essere stati portati all’Ospedale, ricominciano. Paolo invece da “la colpa alla malapolitica e dice che Parma rispetto a qualche anno fa è diventata irriconoscibile”.Quei bravi ragazzi che dovevano gestire la città hanno toppato molte scelte ed ora noi ne paghiamo le conseguenze.
L’assessore Casa ha promesso di mettere qui delle telecamere ed invece le hanno messe nei varchi dei bus. A noi parmigiani è stata rovinata la città, non ci riconosciamo più nel presente, è come se ci avessero strappato l’anima