L’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna suonerà insieme agli studenti del Conservatorio Arrigo Boito di Parma all’Auditorium Paganini. A dirigere l’orchestra nel concerto di sabato 30 gennaio, con inizio alle 20.30, sarà Antonio De Lorenzi, che potrà contare sul violino di Emma Parmigiani e sulle voci del soprano Yakomae Nao, del mezzosoprano Li Siqi e del baritono Lee Hasuk.
Non capita molto spesso, ma per questa serata l’ingresso al Paganini sarà gratuito. E il programma si presenta piuttosto interessante: di Gaetano Donizetti, dal Don Pasquale, “Quel guardo il cavaliere… So anch’io la virtù magica”; di Pietro Mascagni, da Cavalleria rusticana, “Voi lo sapete, o mamma”; di Giuseppe Verdi, da Un ballo in maschera, “Alzati… Eri tu…”; di Johannes Brahms, il Concerto per violino, op. 77, in Re Maggiore.
Un’avvolgente atmosfera romantica domina il concerto nel quale si offre un assaggio delle eccellenze musicali di due paesi: l’Italia e la Germania. Il melodramma per il primo, con tre arie che rappresentano un condensato di altrettanti passaggi significativi della sua avvincente storia, e il genere sinfonico per il secondo, attraverso uno dei capolavori brahmsiani.
Rappresenta la tradizione belcantistica il Don Pasquale di Donizetti dal quale sono tratte le pagine, impeccabili per leggerezza, dell’aria di Norina “Quel guardo il cavaliere” e dell’energetica cavatina di Norina “So anch’io la virtù magica”.
Quindi, le novità apportate dal teatro verdiano che -come si nota dall’aria “Eri tu che macchiavi” da Un ballo in maschera- trova ormai superate le ‘convenienze’ che non siano mirate a costruire un dramma scenico-musicale basato sulle sottolineature espressive della musica e della parola cantata. L’aria affianca ai drammatici squilli del recitativo, le mezze-voci e i gruppetti acuti del canto, intessuti a nostalgici abbandoni. Renato che la canta, è il baritono verdiano doc che richiede elevazioni liriche a registri quasi tenorili.
Infine il declamato melodico, caratteristico del racconto di “Santuzza Voi lo sapete o mamma” in Cavalleria Rusticana: non solo raccoglie la lezione dell’ ultimo Verdi, ma la esaspera secondo una concezione che rende duttile e dinamica anche la struttura.
Paradossalmente canta anche Brahms nel Concerto per violino op.77 composto nel 1878 per il solista Joseph Joachim e dove gli eroici furori dell’inizio, si stemperano in un’atmosfera di purissimo lirismo, culminante nell’ispirato Adagio centrale. Il risultato è una pagina straordinaria: per la bellezza melodica (stupendo il II tema dell’Allegro ma non troppo), per il fascino timbrico (mirabile il trattamento dei legni) e infine per il virtuosismo che percorre l’Allegro giocoso conclusivo, animato da un coinvolgente sound di sapore ungherese.