Pistoia è la Capitale italiana della Cultura 2017. Parma, per la seconda volta, non ce l’ha fatta. Così come le altre finaliste Aquileia, Como, Ercolano, Pisa, Spoleto, Taranto e Terni. L’annuncio è arrivato dal presidente della giuria ministeriale, Marco Cammelli, al ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini
I criteri sui quali si è basata la commissione nel giudicare le diverse città, la qualità della presentazione, i contenuti e la sostenibilità del progetto.
Non è bastato, dunque, l’ampio dossier preparato dall’amministrazione del sindaco Federico Pizzarotti a conquistare l’ambito titolo, sfumato già lo scorso anno a favore di Mantova. Ma come hanno rassicurato i vertici della giunta comunale nel corso della presentazione del dossier, i progetti – dal Ponte Romano alla riqualificazione dell’Ospedale vecchio, fino alle diverse iniziative culturali in programma – andranno avanti comunque.
Questo il commento del sindaco Federico Pizzarotti affidato alla sua pagina Facebook:
“Siamo arrivati in finale, ma questa volta non è bastato. #Parma non è la Capitale italiana della Cultura 2017. Anzitutto i complimenti e le congratulazioni alla città vincitrice, Pistoia. In meno di un anno abbiamo comunque ottenuto due importanti riconoscimenti internazionali e nazionali: Patrimonio Unesco della Gastronomia e il complesso della Pilotta come polo museale autonomo di rilevanza nazionale. Come Capitale della Cultura ci siamo invece fermati a un passo dal successo, tra le città finaliste.
Ringrazio l’assessore Laura Ferraris per l’impegno nella presentazione del dossier, realizzato con le competenze del settore per cui ringrazio anche tutte le persone che hanno collaborato.
Ringrazio tutte le istituzioni cittadine che hanno contribuito al dossier, e che ora si impegneranno, alcune hanno già iniziato a realizzare, i progetti inseriti nella presentazione.
In particolare, abbiamo realizzato un progetto di rilancio e di rivoluzione culturale con passione e impegno, assieme a chi crede che Parma abbia tutte le carte per tornare a essere protagonista in Italia. La città è arrivata in finale, a dimostrazione della credibilità e serietà del lavoro fatto. Da qui, nonostante il risultato non ci premi sino in fondo, inizia un cammino culturale che ci impegnerà per i prossimi anni.
Possiamo infatti contare su un progetto che la Commissione ha definito credibile e di valore, su cui edificheremo una nuova idea di città. Per noi nel 2016 la cultura rappresenterà un investimento e non un costo. È un concetto che legherà lo sviluppo della città in tutti i campi della vita: l’istruzione, la valorizzazione degli edifici storici e pubblici, il rilancio del piccolo commercio come espressione del tessuto sociale.
Il 2017 con le celebrazioni per i 2200 anni della città sarà comunque un momento importante , e coinvolgerà istituzioni e cittadini insieme in una riflessione rispetto ad una città in continua trasformazione.
Solo chi osa può pensare di andare avanti, solo chi prova può dire di non restare immobile. Parma ci ha provato ed è arrivata a un passo dall’essere Capitale italiana della Cultura. Ora si lavorerà per mettere a frutto un grande progetto di rilancio e di risveglio culturale“.
Dall’Olio: “Dispiace, ora lavorare per la Pilotta”
Dispiace che la candidatura di Parma non sia andata a buon fine riguardo alla sua candidatura per diventare capitale della Cultura nel 2017. Non entriamo nel merito della qualità e completezza della proposta presentata. Era oggettivamente difficile, anche per mere ragioni di collocazione geografica, che dopo Mantova potesse essere nominata Parma. Contiamo che la proposta possa essere ri-presentata e rafforzata con un maggiore coinvolgimento anche delle altre forze politiche presenti in consiglio comunale.
Va comunque rimarcato che Parma ha, di recente, ottenuto un risultato rilevante, forse ancora più importante e strutturale della nomina a capitale culturale, di cui non ci pare sia stata colta appieno la portata: il riconoscimento da parte del Ministero della Cultura del complesso monumentale della Pilotta con la Palatina e i suoi musei quale polo autonomo di rilevanza nazionale (il secondo in regione, uno dei trenta presenti in Italia)
Significa che la gestione del complesso della Pilotta non dipenderà più da Bologna, ma avrà un proprio direttore e bilancio autonomo e potrà sviluppare proprie strategie e progettualità con il concorso delle istituzioni locali, in primis il Comune, e in collaborazione con altri poli culturali nazionali ed europei.
Questo apre grandi prospettive con la possibilità di promuovere e valorizzare in sinergia il patrimonio unico delle collezioni e di aprire ancora di più alla città spazi di grande rilevanza storico e monumentale, come il teatro Farnese o il cortile e i voltoni del Guazzatoio, attualmente sotto-utilizzati
Si potrebbe ad esempio realizzare quanto da noi più volte proposto di rendere la Pilotta e piazza della Pace la porta e il biglietto da visita della città con tutti i servizi per i turisti e visitatori, a cominciare da un nuovo e più attrezzato ufficio turistico, da un book shop su Parma, da sale espositive e servizi di bar ristorazione.
In attesa che la decisione venga formalizzata e sia individuato il nuovo direttore si tratta ora di lavorare, con idee, progetti, percorsi, interventi mirati di riqualificazione su quello che potrà diventare il principale attrattore culturale della città.
Nicola Dall’Olio
Capogruppo consiglio comunale Pd
Biblioteche 2017
Partiamo dal lavoro: assunzioni, formazione, motivazione
Il titolo di Capitale Italiana della cultura 2017 avrebbe comportato per Parma l’arrivo di un inaspettato milione di euro, e soprattutto la possibilità di sbloccare finanziamenti dai vincoli del patto di stabilità.
Ricordiamo che i criteri determinanti per proclamare la vincitrice Pistoia sono stati: chiarezza del dossier, sostenibilità dei progetti, contenuti, capacità di fare sistema.
A nostro avviso, senza nulla togliere ai soggetti che hanno collaborato alla stesura del dossier, la cittadinanza di Parma non è stata minimamente coinvolta, quando ben altro livello di partecipazione e di condivisione ci si sarebbe aspettati.
Ricordiamo che la giuria ha posto l’accento sull’importanza data, all’interno del dossier prescelto, al sistema bibliotecario.
Per quanto riguarda quello della nostra città, al netto dei tanti annunci, i ben pochi passi positivi faticano a bilanciare i grossolani errori e le scelte affrettate: la programmata chiusura del Centro Cinema “Lino Ventura” di via D’Azeglio; i danni al patrimonio culturale dovuti alle enormi operazioni di scarto nelle Biblioteche e nell’Emeroteca; la mancata manutenzione per 4 anni nella Biblioteca Civica, la soppressione di intere biblioteche – Balestrazzi, Bizzozero; il permanere per ormai 5 anni della Biblioteca di Alice nella insalubre serra del Giardino Ducale, etc.
In prossimità della conclusione di questa esperienza amministrativa ci rivolgiamo ai nostri concittadini e all’assessore Ferraris, nella speranza che l’ultima fase del suo mandato sia caratterizzata da una profonda inversione di tendenza.
Il dossier inviato al Ministero (su cui nutrivamo seri dubbi circa contenuto e forma), sfumato il contributo economico, è destinato, infatti, a rimanere in gran parte lettera morta: occorre ridisegnare una gerarchia di priorità sulla base di quanto oggettivamente realizzabile ed urgentemente necessario per la cittadinanza, che andrebbe finalmente coinvolta in fase progettuale.
Ci permettiamo di indicare, come utenti che vivono le biblioteche di Parma e la loro sventurata situazione, ciò che, a nostro avviso, occorrerebbe alla città prima di qualsiasi evento patinato, passerella mediatica, inaugurazione di contenitori privi di contenuto.
Ci stiamo riferendo alle donne e agli uomini che lavorano (come dipendenti comunali o come precari delle cooperative) nelle nostre biblioteche e nei luoghi della cultura a Parma.
Nella convinzione che l’aspetto umano e professionale venga prima delle infrastrutture, pur fondamentali (dopo anni di inerzia finalmente inizieranno lavori di messa in sicurezza nella biblioteca Civica, mentre è irrazionale il tentativo di trasformarla in una biblioteca di paese stile mediastore), chiediamo che al più presto si torni ad investire sul personale delle biblioteche.
– Innanzitutto attraverso nuove assunzioni, che non sono impossibili, visto che in altri settori queste hanno sempre avuto luogo, portando ad esempio il personale della Polizia Municipale oltre le 200 unità: un numero molto elevato per una città di medie dimensioni come Parma, quando – secondo le nostre informazioni – almeno da 10 anni il turn over nelle biblioteche è praticamente bloccato.
– Attraverso la formazione del personale bibliotecario, con adeguati corsi di aggiornamento, visite in strutture all’avanguardia, e con un coordinamento vero tra le singole biblioteche, nel rispetto ovviamente delle caratteristiche di ognuna.
– Attraverso l’internalizzazione di personale precario che ha dimostrato, in questi anni di lavoro incerto e spesso mal retribuito, di saper fornire con competenza un servizio importante ai cittadini.
– Attraverso la motivazione di tutto il personale, col riconoscimento della professionalità del bibliotecario e infine con una maggiore tutela della libertà di espressione, ponendo fine all’attuale interpretazione – molto rigida – del regolamento interno, che proibisce – e punisce – critiche e osservazioni.
Il clima nelle biblioteche sarebbe più sereno e costruttivo, con notevoli ricadute sulla qualità del lavoro e sul servizio.
Comitato utenti Biblioteche “Leggere tra le ruspe”
Pellacini (Udc): Mancano i progetti sulla cultura e non solo
Spiace non arrivare sul podio per la Città della Cultura 2017. Una candidatura che partiva zoppa, senza progetti a medio o lungo termine. Dall’insediamento dell’Amministrazione Pizzarotti questa città è rimasta orfana in diversi settori, fra questi la Cultura. Mentre l’Italia festeggia, e festeggiava, Verdi, Parma Tace.
Non si è pensato a mantenere i livelli a cui questa città era abituata. Si fa ripartire la Cultura dicendo che la ristrutturazione dei motori del palco del Regio è la chiave di volta, peraltro un problema nato all’epoca del commissario Ciclosi.
Ricordo le affermazioni dell’Assessore Ferraris quando si decise di abbandonare Mediaset come partner: “Non siamo noi ad aver bisogno di Mediaset ma il network ad avere bisogno di noi”. Da quel giorno hanno iniziato ad arrivare fatture per gli spazi pubblicitari, prima di quel momento venivano garantiti spot per diversi milioni di euro a costo zero.
Non si può nemmeno dimenticare il Bicentenario Verdiano, quando il senatore Pagliari andò a bussare alla porta dei colleghi a 5 Stelle per far arrivare finanziamenti a Parma e nessuno rispose. Il risultato fu che Parma, come città verdiana, non fece nulla di importante, non fu all’altezza del momento.
Ora che il massimo compositore italiano riceve gli onori dell’Edizione nazionale, da Parma non si leva nemmeno una voce. Si dice che si farà qualcosa ma a quattro anni dalle elezioni sono rimaste solo le promesse e di fatti non se ne vedono.
Le vicende del Theatro del Vicolo, chiuso per riassegnarlo ma ancora chiuso, del Centro Cinema Lino Ventura, chiuso per spostamento e ancora chiuso, infine delle riviste della biblioteca che sono state buttate (pur essendo segnalate come preziose dal ministero) fanno capire molto di come viene trattato il settore Cultura. E non solo.
Non c’era una minima idea di cosa fare prima delle elezioni ma nemmeno dopo. Ora che la prossima campagna elettorale è avviata si attaccherà la minoranza, anziché guardarsi attorno e capire i reali problemi di questa città.
Giuseppe Pellacini
Capogruppo Consiglio Comunale di Parma Unione di Centro (UDC)
Lega Nord: Parma ancora a secco
Capitale italiana della cultura 2017. Complimenti a Pistoia. Purtroppo Parma non ce l’ha fatta. Per la seconda volta. Ma la Ferraris ha già detto che vuole ritentare per il 2018. A qualcuno verrebbe da dire che perseverare è diabolico, ma siamo fiduciosi per il bene di Parma.
Forse la bocciatura può essere attribuibile alla sfortuna, alla vicinanza con la vincitrice dell’anno passato (Mantova) o alla mancata comprensione della qualità dei progetti presentati dalla Giunta Pizzarotti, però è una bocciatura che fa male.
Allo stesso modo può essere stato uno sfortunato caso lo strafalcione della Ferraris che, da Assessore alla cultura, durante la presentazione per la candidatura, ha detto davanti alle telecamere che Parma è “la più migliore”. Una battuta incompresa? Un lapsus?
Sarà un caso che fino ad alcuni anni fa, per abbonarsi alle prime rappresentazioni del Teatro Regio, si vedevano file di appassionati che, da notte fonda, agguerriti aspettavano l’apertura dello sportello mentre oggi si telefona a casa per piazzare l’invenduto.
Sarà pure un caso che i piccoli cinema del centro storico siano praticamente spariti, unici spazi in cui era possibile vedere film d’essai ed assistere addirittura a dibattiti culturali post film.
Forse anche la situazione di degrado e precarietà delle biblioteche pubbliche si è presentata casualmente proprio ora.
L’elenco è lungo, ma a questo punto viene da chiedersi se siamo effettivamente di fronte a casualità sfortunate o se piuttosto le responsabilità siano anche di un’Amministrazione inadeguata ed incapace di affrontare i progetti e le sfide future per Parma…
…e forse, unendo tutto, non è stata sfortuna nemmeno la seconda bocciatura.
Luca Ciobani, Dipartimento Cultura Lega Nord Parma
Maurizio Campari, Segretario Lega Nord Parma
Forza Italia: Persa un’altra occasione
Parma perde un’altra occasione. La Capitale italiana della cultura per il 2017 sarà Pistoia. Questa, per la nostra città, poteva essere un’opportunità per rilanciarsi e di ricordare all’Italia quanto Parma e il suo territorio hanno da offrire. Invece, niente da fare, l’incapacità dell’amministrazione a 5 stelle ci ha ancora una volta danneggiato.
Era già successa la stessa cosa nel 2015. Ma l’assessore Ferraris e il sindaco Pizzarotti, invece, di cercare di capire in cosa si può migliorare, annunciano sorridenti “Ci candidiamo anche nel 2018”. E pensare che la cultura, che era sempre stata un fiore all’occhiello della nostra città, potrebbe essere davvero il settore dai cui far partire il rilancio di Parma e, con lei, di tutta la provincia. Basta solo pensare al patrimonio artistico – con il nostro Duomo e le tante e belle chiese o i musei – o musicale, con il Festival Verdi e il teatro Regio e il Festival Verdi, che da tempio della lirica si è trasformato in tempio delle scaramucce politiche fra Pd, 5 Stelle ed ex 5 Stelle.
Non contenta, questa amministrazione ha distrutto anche manifestazioni di assoluto valore e richiamo come il Parma Poesia Festival o la rassegna musicale estiva, che verrà ricordata soprattutto per la figuraccia fatta con Renzo Arbore. Siamo davvero molto dispiaciuti per questa ulteriore occasione sprecata: Parma, in campo culturale, non ha niente da invidiare a nessuno. Speriamo che la nostra città torni presto ad eccellere.
Paolo Buzzi, capogruppo di Forza Italia a Parma
Francesca Gambarini, consigliere di Forza Italia in Unione Terre Verdiane
De Lorenzi (M5S): Da chi vengono le critiche?
Puntuali come orologi svizzeri, arrivano le critiche da parte di alcuni politici locali per la mancata assegnazione a Parma del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2017. Un peccato che le tante osservazioni – molto vaghe – siano arrivate dopo la decisione del Ministero e non prima, in fase di elaborazione del Dossier. A pensar male si fa peccato, si sa, ma sembra quasi che qualcuno aspettasse solo che il titolo fosse assegnato a un’altra città, per poter attaccare la Giunta.
E’ curioso che chi oggi afferma che la Cultura è sempre stata il fiore all’occhiello della nostra città, quando si è trovato a governarla si sia completamente dimenticato del complesso del San Paolo e del Ponte Romano, lasciandoli in stato di completo abbandono. E quando è intervenuto, come nel project financing dell’Ospedale Vecchio o nella vicenda dell’Arena Shakespeare, è riuscito a fare disastri di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. Per non parlare del Teatro Regio, che abbiamo ereditato indebitato e privo di qualsiasi piano di manutenzione strutturale.
A proposito di occasioni perse e di progetti a lungo termine, come non ricordare il Bicentenario Verdiano del 2013 che alla data del nostro insediamento – Maggio del 2012 – era privo di qualsiasi programmazione? O alla candidatura di Parma a Capitale Europea della Cultura 2019, con il voto unanime del Consiglio Comunale nel 2008 a cui poi non è seguito nessun tavolo di coordinamento? La candidatura di Parma al concorso “Capitale Italiana della Cultura 2017” non è stata vincente, è vero, ma è stata il prodotto di un lungo percorso di progettazione insieme alle realtà che la Cultura la vivono ogni giorno.
Non possiamo nascondere la delusione per non aver raggiunto l’obiettivo. Dobbiamo essere in grado, però, di vedere nel mancato riconoscimento un’occasione per riflettere insieme su cosa può e deve essere migliorato in un sistema culturale che vede coinvolte associazioni, enti, centri di alta formazione e istituzioni. Se sapremo metterci in discussione, anche con posizioni contrastanti ma orientate verso lo stesso obiettivo, saremo in grado di affermare ancora una volta le nostre qualità a livello nazionale e internazionale, come dimostrano la recente designazione UNESCO e l’importante riconoscimento del complesso della Pilotta quale polo autonomo di rilevanza nazionale.
Andrea De Lorenzi
Consigliere Comunale M5S