C’erano una volte le banche, un porto sicuro dove depositare i propri risparmi e tutti, una volta fatto, dormivano sonni tranquilli. Abbiamo chiesto ai parmigiani se è ancora così, se la gente ha piena fiducia negli istituti di credito, oppure dopo gli ultimi episodi che hanno coinvolto la Monte dei Paschi di Siena, Banca Marche e quella dell’Etruria, questa percezione di solidità e certezza sta iniziando a vacillare.
“Mo co sit mat” attacca Massimigliano, venditore di prodotti per la pulizia. “Io da mò che le evito. Quando hai tanti soldi depositati ti leccano i piedi, quando vai scoperto di 30 euro ti telefonano a casa con il numero anonimo e poi sono sempre a caccia di denaro ed a volte, come nel caso dei derivati o dei warrant Parmalat, cercano di stagnare sul cliente roba che neanche l’inceneritore di Ugozzolo si rifiuterebbe di accettare per bruciarlo”. Giorgia 34 anni madre di un bambino è molto chiara: no delle banche non mi fido più. Una volta c’era un direttore che durava tanti anni col quale potevi avere un dialogo, che ti veniva incontro nel momento del bisogno. Era una specie di amico. Ora i direttori ruotano ad un ritmo vertiginoso. Non fai in tempo a conoscerne uno che lo hanno già cambiato”.
Ho trasferito tutto al banco posta spiega Andrea. Meno costi e poi a dire il vero mi danno un immagine più seria rispetto a quella delle banche. Salvatore giornalista ci va giù duro:”Le banche sono piene di “detriti” e per detriti intendo derivati e titoli tossici. Quello che è successo in America con il fallimento della Leman Brothers, tra l’altro raccontato molto bene nel film “La grande scommmessa” potrebbe capitare ancora ed anche in Italia. Il sistema non è trasparente nonostante quello che ci raccontano. Non a caso abbiamo da pochi giorno preso un ammonimento dall’Europa proprio per le banche italiane. In controtendenza il pensier di ludovico avvocato civilsta e penalista molto noto a Parma. Se le banche fallissero sarebbe la fine dell’economia, quindi sono sicuro che non c’è nulla da temere. Il Governo è già intervenuto con il decreto Salvabanche, segnale che prima di fare precipitare una banca ci si pensa non una ma mille volte. Però alla domanda “se fra i suoi clienti c’è qualcuno che ha intentato causa alle banche, la sua laconica risposta è “si parecchi”, per questioni di piani d’investimento poco chiari, interessi citocensi (al limite dell’usura) e comportamenti non proprio trasparenti sui tassi fisi diventati in passato variabili che sono costati lacrime e sangue a tante persone“.
Gianni un grande dirigente di una nita azienda parmigianaE’ finito il rapporto fiduciario cliente banca. Sono normali negozi che devono fare business e gli accorpamenti hanno spersonalizzato i rapporti. Ho deciso di cambiare banca perchè ogni operazione mi costa parecchi euro e mi voglio rivolgere a banche telematiche che hanno costi irrilevanti.
Non ti danno niente d’interesse attivo, per ogni bonifico ricevuto o assegno depositato si prendono 4 o 5 giorni e se per caso vai in scoperto ti massacrano. Poi la questione mutui è scandalosa; se hai un lavoro a tempo determinato non te lo danno neanche se ti netti a piangere in greco. Se hai un lavoro a tempo inderminato ti fanno i conti in tasca e ti mettono subito un ipoteca sulla casa del valore superiore a quello del mutuo erogato.