Dilagare di malavita, piccolo spaccio, locali etnici senza licenza alcuna e personale insufficiente.
Cristiano Casa fa un’attenta analisi della sicurezza a Parma, e la trasmette al Ministro dell’Interno Alfano, recapitandone una copia anche al Vice Presidente della Camera, il Pentastellato Luigi Di Maio.
La lettera è un’analisi accurata, seppur forse tardiva, di quello che Parma era e non più, di cosa porta alcuni quartieri a essere ghetti spaventosi, altri ad aver perso la propria identità.
Eccola:
La lettera integrale di Casa ad Alfano
“Gentile Ministro Alfano, mi permetto di trasmetterLe alcune riflessioni sul tema della sicurezza urbana, vissuta quotidianamente dalle nostre città. Confrontandomi con colleghi di altre città, so che le problematiche relative alla salvaguardia del territorio sono le stesse in tanti Comuni italiani: spesso e volentieri, i cittadini sentono distanti le istituzioni nazionali, in un contesto in cui quelle locali operano al massimo delle proprie competenze, nonostante le esigue risorse a disposizione e i limitati poteri.
Lo scenario che viviamo in alcuni quartieri di Parma ha come protagonisti piccoli spacciatori stranieri, che occupano piazze o angoli delle strade per le loro attività, spesso senza detenere alcuna sostanza addosso ma che, su richiesta del cliente e attraverso “corrieri” in bicicletta, riescono a consegnare dietro pagamento cash o attraverso metodologie che non prevedono scambio fisico di denaro. A questo tipo di attività si aggiunge che negli stessi quartieri sono nate attività (tipo kebab o market etnici) che vendono alcolici a basso prezzo. Come diretta conseguenza, su alcune strade troviamo persone le quali, sedendosi e bevendo sui marciapiedi, abbandonano bottiglie sul ciglio della strada degradando e sporcando le nostre vie, e provocando una forma di tensione con gli abitanti della zona. Ovviamente la percezione della gente è di degrado e insicurezza, confermata anche da recenti risse tra bande che spaventano i residenti.
Chiarito lo scenario, Le confermo che localmente ci stiamo muovendo con ordinanze, regolamenti, presidi e controlli con la Polizia Municipale e le altre Forze dell’Ordine, ma anche con azioni di integrazione al fine di ridurre il problema. Vorrei però soffermarmi su una criticità che stiamo affrontando quotidianamente. Mi riferisco alla situazione in cui si trovano ad operare le Forze di Polizia, con organici e risorse sempre più ridotte, mentre le difficoltà e le problematiche continuano ad aumentare. Per questo motivo mi sono confrontato con alcuni addetti ai lavori, al fine di fare un quadro puntuale della situazione.
Negli ultimi anni la crisi, il continuo aumento della tassazione, il progressivo incremento dei flussi migratori (secondo gli ultimi dati il 60% dei reati viene compiuto da persone immigrate), il continuo aumento della disoccupazione e il conseguente aumento delle persone che vivono vicino o al di sotto della soglia di povertà, stanno generando un malcontento diffuso tra i cittadini delle nostre città. Spero che possa comprendere che, a fronte di un tale scenario, nel tempo, ci si sarebbe aspettati un investimento in sicurezza nazionale attraverso l’arruolamento di nuovo personale delle Forze dell’Ordine. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo invece assistito a tagli lineari, anche e soprattutto nell’ambito della sicurezza locale.
Mi sono informato per capire se gli organici delle questure fossero adeguati da un punto di vista numerico. La risposta che ho ottenuto è che effettivamente lo sono. Il problema, però, è che i parametri per valutare tale adeguamento pare risalgano agli anni ‘80 e ‘90. Lei, Gentile Ministro, sa molto bene che, da allora a oggi, lo scenario è cambiato e alle questure vengono richieste nuove attività. Infatti mantenendo i parametri di allora sono state introdotte nuove funzioni, implementando i loro mansionari. Ciò equivale allo stesso numero di addetti (o addirittura ridotto) con maggiori funzioni. Pensiamo, ad esempio, alle attività legate all’immigrazione (emissione permessi di soggiorno). Negli anni ’80 e ‘90 si trattava sicuramente di una attività marginale, oggi è invece una delle attività principali, per cui pare che il Ministero richieda una particolare puntualità. Peraltro non si tratta di una attività legata alla sicurezza, ma di una mera procedura burocratica, che impegna personale che potrebbe essere utilizzato per azioni esterne e volte alla sicurezza dei nostri concittadini. Vista la situazione mi permetto anzitutto di suggerire che potrebbe essere un importante passo in avanti sgravare le questure da questi meri compiti amministrativi. Suggerisco la creazione di un’Agenzia apposita, visto che il fenomeno migratorio è diventato strutturale.
Sarebbe necessario procedere a nuovi reclutamenti per le Forze dell’Ordine. Secondo alcune informazioni che circolano, sarebbero previsti un migliaio di nuovi reclutamenti per la Polizia da utilizzare nell’anno del Giubileo, quindi destinati esclusivamente a Roma. Certamente è un servizio necessario, viste le minacce terroristiche degli ultimi tempi, ma nulla cambia nelle altre città. In più il problema che ora si dovrà affrontare nelle varie questure è che, oltre a non avere nuovi agenti, ci saranno massicci pensionamenti dovuti al fatto che un grande numero di arruolamenti risale agli anni ’70 e ‘80. Se non si interviene rapidamente e concretamente, le problematiche legate alle nostre città anziché diminuire rischiano di incancrenirsi.
La prego, Gentile Ministro, di non prendere questa lettera come una critica. So bene quali sono le difficoltà che quotidianamente deve affrontare. Ci tenevo soltanto a portarLe il contributo costruttivo e propositivo di quello che si vive nelle città e nei quartieri. Questa è la realtà di cui la gente perbene si lamenta: mancanza di regole e soprattutto di pene certe, efficaci ed educative, oltre che di controlli e di tutela per le nostre città. Noi, localmente, stiamo dando il massimo, pur nell’ambito di grandi difficoltà, ma pensiamo che anche da parte del Governo ci debba essere una maggiore attenzione, per mettere a disposizione delle Forze dell’Ordine strumenti efficaci e per affrontare problematiche non più rimandabili”.