Alle ore 18.15 circa di domenica 17 gennaio una volante della Questura di Parma è intervenuta in Via Cairoli su richiesta di alcuni cittadini che avevano sorpreso un ladro.
Giunti sul posto, gli agenti hanno accertato che pochi minuti prima tre amici stavano facendo ritorno dallo Stadio Tardini, dove avevano assistito alla partita di calcio, verso Via Repubblica, dove uno di loro aveva lasciato la propria bicicletta parcheggiata e chiusa con lucchetto davanti alla chiesa di S. Cristina: giunti al semaforo di Via XXII Luglio avevano visto un giovane che sollevava la bicicletta per la ruota posteriore chiusa e la spingeva attraversando Via Repubblica ed entrando in Via Cairoli. Il proprietario della bicicletta aveva raggiunto subito il giovane, facendogli notare che la bicicletta era sua: questi, dal canto suo, inizialmente aveva affermato che invece la bici era sua, poi, alle insistenze del vero proprietario, dapprima aveva ammesso che forse si era sbagliato, poi gli aveva gettato addosso la bicicletta colpendolo all’addome e si era dato alla fuga. Poche decine di metri dopo, però, il proprietario era riuscito a fermarlo con l’aiuto dei due amici: anche qui il giovane aveva cercato di divincolarsi, senza però riuscirvi.
All’arrivo della Polizia, il giovane ha tentato di discolparsi affermando che era stato ingiustamente accusato dai tre per vecchi dissapori tra loro, mentre le dichiarazioni del proprietario della bicicletta e la testimonianza dei suoi amici hanno confermato l’impianto accusatorio.
Condotto in Questura, il responsabile del furto, identificato per L.S., di 26 anni, originario della Sardegna ma domiciliato a Parma presso l’abitazione della madre, pluripregiudicato ed in libertà vigilata, è stato tratto in arresto per il reato di rapina impropria e, su disposizione del P.M. di turno, ristretto agli arresti domiciliari presso il proprio domicilio in attesa del processo che si sarebbe tenuto il 19/1.
Il giorno successivo (lunedì 18), però, in sede di controllo presso il domicilio dell’arrestato per verificarne la presenza, questi è risultato assente.
Ieri 19 gennaio, condotto in Tribunale per il processo, è stato giudicato colpevole del reato di tentata rapina e condannato alla pena di mesi 6 di reclusione ed € 300 di multa con pagamento delle spese processuali: il giudice gli ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari a Parma presso l’abitazione della madre, da raggiungere libero e senza scorta accompagnato dalla genitrice.
Per l’evasione del giorno precedente, quest’Ufficio lo ha inoltre indagato in stato di libertà, dando comunicazione di tutto l’accaduto anche al competente Tribunale di Sorveglianza.