Il Movimento 5 Stelle a Parma è ormai alla resa dei conti. L’espulsione dal gruppo consiliare del consigliere Mauro Nuzzo, avvenuta all’improvviso, dopo due anni di forzata coabitazione, è probabilmente soltanto il grimaldello utilizzato dal sindaco Federico Pizzarotti e dalla sua maggioranza per tentare di portare allo scoperto la strategia del duo Grillo-Casaleggio.
Dopo l’espulsione – annunciata ed eseguita pubblicamente, senza possibilità di appello, nel corso dell’ultima consiliare, con una scena tra il patetico e lo sconcertante – lo stesso sindaco Pizzarotti, forse un po’ troppo preoccupato di capire per tempo con chi dovrà tentare di ricandidarsi alla guida di Parma al termine del suo mandato, nel 2017, ha subito informato il direttorio del Movimento 5 Stelle, chiedendo sostanzialmente di assumere i provvedimenti del caso “per fare chiarezza”.
Già, quello che a Parma serve è proprio la chiarezza. Con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio che già da tempo hanno rotto i ponti con Pizzarotti da un lato, e con due anime del Movimento che da tempo a Parma si scontrano su tutto e tutti dall’altro. Gli Amici di Beppe Grillo anche nel corso dell’ultima seduta hanno manifestato in aula solidarietà a Mauro Nuzzo e Fabrizio Savani, l’altro consigliere ancora in maggioranza ma con la spada di Damocle dello sfratto sulla testa, colpevole di non essere abbastanza allineato alle posizioni del dominus Pizzarotti. Fino al punto di distinguersi in più occasioni (non ultima la variante al Pua dell’ex Bormioli Rocco) dalla linea della maggioranza, di non aver sottoscritto il nuovo regolamento di gruppo e di non aver votato, a differenza degli altri 17 consiglieri, l’espulsione di Nuzzo. Ma questa, forse, sarà solo una delle prossime puntate della soap opera della politica parmigiana, sempre più orientata agli annunci e agli effetti speciali più che alla sostanza di una città che vive tra paura e problemi.
Tornando al caso Nuzzo, senza mai citarlo per nome, il sindaco Pizzarotti affida a facebook la sua posizione. “La nostra squadra di consiglieri – scrive il sindaco nella sua pagina personale – ha deciso che un suo membro dovesse andare nel gruppo misto. E’ stato un atto obbligato. Basti pensare che questo consigliere nel 2015 ha votato assieme alla minoranza, per lo più Forza Italia e Pd, il 75% delle votazioni in cui minoranza e maggioranza si sono divise, e solo il 25% con il gruppo del M5s. Ha di fatto svolto un ruolo di opposizione senza mai uscire dal gruppo del M5S. E’ arrivato a non votare atti fondamentali – aggiunge Pizzarotti – come il piano di ristrutturazione del debito della holding STT (società a capo di molte aziende partecipate) che ha permesso di ridurre il debito a carico dei parmigiani e salvare le società sottostanti. Il consigliere in questione da oggi non fa più parte del gruppo consiliare“.
“Quello che chiedo ai vertici del M5S, a partire dal direttorio, è una presa di posizione – si legge ancora nella pagina di Pizzarotti -. A Livorno tre consiglieri sono stati espulsi per un solo voto contrario ai colleghi del gruppo. Questo consigliere, come detto, lo ha fatto per il 75% delle volte. Prendere provvedimenti ritengo sia un atto dovuto nei confronti di tutti i cittadini che hanno votato per il M5S e dei colleghi consiglieri di maggioranza. Uno dei principi alla base del M5S è che la maggioranza decide. Ecco, noi abbiamo sempre deciso insieme nella riunione di maggioranza, alla quale il consigliere non si presenta più da oltre 2 anni”.
“Il consigliere espulso – sostiene il sindaco Pizzarotti – si è fatto sostenere da un “meetup”, composto da pochi fuoriusciti dal gruppo storico di Parma e i cui obiettivi non sono mai stati chiari, che sta utilizzando il logo del Movimento senza averne titolo, creando un notevole danno di immagine. Serve chiarezza! Non possono esistere in uno stesso Consiglio Comunale 2 gruppi diversi del nostro Movimento, i cittadini giustamente non capirebbero. Chiedo quindi al direttorio e ai garanti una risposta in merito, come ho fatto anche privatamente. Non dobbiamo lasciare dubbi“.
Già, il problema è sempre quello: la chiarezza. Bisognerà capire chi a Parma rappresenta il Movimento 5 Stelle. Anche alla luce del consuntivo dell’attuale amministrazione rispetto ai programmi della campagna elettorale.