Dopo l’alta tensione di venerdì sera, con cariche delle forze dell’ordine sui manifestanti, sembra essere tornata un po’ di quiete davanti allo stabilimento Bormioli di Fidenza. Il dramma si è sfiorato nella prima serata di venerdì, quando un gruppo di lavoratori addetti ai servizi di facchinaggio, aderenti al sindacato autonomo Si Cobas, ha tentato di bloccare lungo via Marconi l’ingresso dei tir nel piazzale dell’azienda. Sul posto sono arrivati polizia e carabinieri in tenuta antisommossa e poco dopo, attorno alle 18.30, è scattata la prima carica per allontanare gli operai in sciopero e permettere così le operazione di entrata e uscita dei camion.
Si sono registrati momenti di panico quando un lavoratore è salito sul tetto dell’azienda, minacciando di buttarsi giù, e in seguito al malore che ha colpito uno degli operai, subito soccorso e trasportato in ospedale per problemi cardiaci. Entrambe le situazioni hanno per fortuna avuto un lieto fine. Ma la difficile serata è proseguita poco dopo nella trafficatissima tangenziale, verso la quale si sono diretti i manifestanti inseguiti dalle forze dell’ordine. Dopo un fuggi fuggi generale tra le auto in corsa, i lavoratori sono stati dispersi nella campagna circostante.
La protesta degli autonomi prosegue dallo scorso 24 dicembre con l’obiettivo di ottenere garanzie occupazionali dopo il cambio della cooperativa che si occupa della gestione del magazzino della Bormioli. Il Si Cobas non accetta le condizioni sottoscritte da Cgil e Cisl e malgrado la repressione già scattata lo scorso 8 gennaio, continua il picchetto davanti allo stabilimento. L’accordo con la nuova cooperativa, il Cal, sottoscritto dai confederali prevede l’assunzione di tutti i lavoratori, una sessantina, con la conferma dei rispettivi ruoli e competenze economiche. Ma il Si Cobas non ci sta e chiede ancora garanzie sul passaggio dei lavoratori al quarto livello e sugli scatti di anzianità.